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Assemblea al CIS di Nola, per Confedercontribuenti: “Il boccone amaro per chi ha preferito i potentati delle banche”

Martedì 20 febbraio i soci del CIS di Nola sono tornati in Assemblea per nominare un nuovo consiglio di amministrazione.

Ieri, martedì 20 febbraio i soci del CIS di Nola sono tornati in Assemblea per nominare un nuovo consiglio di amministrazione per la decadenza, con due anni di anticipo, di quello che si era insediato subito dopo la tormentata approvazione di un bilancio d’esercizio con 150 milioni di perdite e il necessario ricorso ad un Accordo di Ristrutturazione regolato dalle Legge Fallimentare.

Presentate 2 liste.

La lista vincitrice chiamata al vertice del CIS di Nola è stata quella di Ferdinando Grimaldi, 68 anni, napoletano, consulente aziendale,  presidente uscente  chiamato lo scorso mese di dicembre a succedere a Sergio Iasi, dimessosi dopo avere definito con le banche il piano di salvataggio. Dovrebbe restare  in carica 3 anni e si potrebbe definire il  primo vero successore del fondatore di quello che era il  più grande centro commerciale all’ingrosso d’Europa.

La lista Grimaldi pare abbia raccolto oltre il  50% dei consensi. Ma sono consensi veri? Pare che i giorni precedenti l’assemblea ci fosse ci girava per raccogliere deleghe o suggerire schieramenti.

L’altra lista ha raccolto il 31%  a cui bisogna aggiungere gli astenuti.

Leggendo su tale argomento l’articolo su “Il Mattino” e i commenti su blog personali,  il presidente nazionale di Confedercontribuenti  ha così commentato: – “avevamo ragione, i soci rimasti che hanno contribuito a colpire i diritti dei soci fatti fallire ingiustamente, ora sono stati messi fuori gioco, con l’assemblea di ieri. Ormai dovranno ripianare solo debiti e pagare Interporto SpA. Milioni di euro ancora sprecati. – continua Finocchiaro che ci ha messo faccia e forze dell’intera Confedercontribuenti per portare alla luce presunte illegalità – I veri Killer del CIS SpA sono stati i soci che non hanno voluto supportare la battaglia di Confedercontribuenti, mettendosi al servizio dei potentati bancari”.

DISTRETTO NOLANO, INIZIA LA GUERRA FRA IL MANAGEMENT MENTRE CONFEDERCONTRIBUENTI CONTINUA LA SUA LOTTA PER FAR LUCE SULLE IMPRESE FALLITE ED EVENTUALI ILLEGALITA’ DI GESTIONE

Gianni Punzo, uno dei grandi debitori del MPS, acquista spazi a pagamento  per parlare  del CIS-INTERPORTO di Nola ma senza autorizzazione dell’amministratore delegato dott. Sergio Iasi. Le reazione di Confedercontribuenti.

Dopo lo spazio acquistato sul “Il Sole 24 Ore” denunciando l’abbandono da parte delle istituzioni, Mr Gianni Punzo, uno dei grandi debitori del Monte Paschi di Siena,  ci riprova con un altro spazio a pagamento su “Repubblica” con il titolo “Il Distretto CIS-Interporto-Vulcano guarda all’Estero”.

Pare però che tali esternazioni non siano state autorizzate dall’Amministratore Delegato dott. Sergio Iasi che in una nota pubblicata sul Corriere del Mezzogiorno prende le distanze – “Il suddetto articolo è stato realizzato attraverso l’acquisto da parte dell’autore di uno spazio a titolo personale pertanto i contenuti espressi nel testo non rappresentano la posizione della società”.

Il CIS SpA. di Nola, inaugurato nel 1986, rappresenta il più grande centro commerciale all’ingrosso d’Europa. Alla costruzione del centro, realizzata anche con contributi statali, inizialmente hanno partecipato 200 soci, pagando quote proporzionali ai mq di capannoni che avrebbero ottenuto in proprietà, attraverso un contratto di leasing con scadenza al 31 ottobre 2002. Alla scadenza il  socio era tenuto ad esercitare il diritto di riscatto versando la somma di 9000 euro per ogni 500mq di capannone. Ma con varie motivazioni il presidente del consiglio di amministrazione del CIS SpA Gianni Punzo riesce continuamente a rinviare la data del riscatto.

Nel 2005 il presidente del consiglio di amministrazione del CIS SpA, Gianni Punzo riesce a far  ottenere al CIS SpA da un pool di banche un megafinanziamento di circa  300 milioni di euro a tasso variabile  del 3,60% con relativo acquisto di derivati. Per ottenere questo finanziamento concede alle banche un’ipoteca indistinta su tutto il Centro per 750 milioni di euro. Si iscrive all’Ufficio Italiano Cambi come intermediario finanziario con l’intento di erogare ai singoli soci una sorta di lease back atipico che chiamerà sub-mutuo. Chi voleva  ottenere questo sub-mutuo doveva dare in garanzia e in pegno, il contratto di leasing.

Con questo sub-mutuo di 500 mila euro per ogni 500mq di capannone, garantito pertanto da un’ipoteca di circa 1250000 euro, i soci rinunciano al riscatto e ottengono un finanziamento a tasso fisso del 5,60% in 155 rate mensili con scadenza ottobre 2018. In questo modo finanzia i soci, sia perché molti avevano pagamenti arretrati nei confronti del CIS sia perché molti di essi sarebbero stati spinti ad investire in Interporto SpA per l’acquisizione di nuovi lotti.

Dal 2011 il signor Punzo comincia a non versare più alle banche le rate di sub-mutuo riscosse dai soci giustificando tale scelta col fatto che le banche avevano riconosciuto sul mutuo a tasso variabile l’anatocismo per 30 milioni di euro pertanto  continuava a riscuotere le rate di sub-mutuo dai soci, senza passare ad essi lo stesso beneficio ottenuto dalle banche e anzi concedeva ad Interporto, società in conflitto di interesse con il CIS SpA, finanziamenti per circa 40 milioni di euro e pagava consulenze per circa 10 milioni di euro a famosi studi legali.

Con l’accentuarsi della crisi circa 1/3 dei soci avevano difficoltà a pagare le rate del sub-mutuo e chiedevano una rinegoziazione con allungamento della durata e riduzione dell’importo delle rate che non sarebbe mai stata concessa.

Questo sub-mutuo che il signor Punzo ha erogato, da attente analisi,  risulterebbe nullo perché in violazione al divieto di patto commissorio, per mancanza di causa concreta e non per ultimo per anatocismo e per usura,  come avrebbero denunciato alcuni imprenditori lo scorso anno. A conferma del profilo usurario  ci sarebbe anche un arbitrato vinto per usura.

Delle aziende che facevano parte del più grande centro commerciale d’Europa, 32 sono state oggetto di fallimento, chiesto proprio dal CIS SpA che secondo le esternazioni di Gianni Punzo: – “Il CIS ha sempre assistito i soci dal punto di vista finanziario con interventi costanti riuscendo ad ottenere finanziamenti…”

Oltre alla crisi del settore commerciale proprio questi finanziamenti sarebbero la causa della deriva delle imprese del  CIS SpA.

Da luglio 2016 le banche creditrici del distretto nolano hanno scelto il dott. Sergio Iasi per una nuova governance e nonostante Mr Gianni Punzo sia rimasto presidente e    nonostante l’alta velocità nel gettare fumo negli occhi, l’era dell’uomo solo al comando starebbe tramontando.

“Mentre fra il management del Distretto Nolano iniziano le guerre di potere, noi continueremo a pensare alle aziende fatte fallire assieme alla perdita dei  posti di lavoro. Perseguiremo la nostra battaglia penale affichè si faccia luce sull’accaduto.   Continueremo  l’iter giudiziario di grado superiore in riferimento al  rigetto in appello del reclamo contro il provvedimento di omologa dell’accordo di ristrutturazione del debito del CIS SpA con le banche, affinché sia veramente fatta giustizia e chiarezza sui fallimenti e si possa  riprendere l’attività economica.” –  dichiara il presidente nazionale di Confedercontribuenti Carmelo Finocchiaro.

Dall’articolo pubblicato su Corriere Economia si denota una instabilità del gruppo dirigente del Distretto Nolano ma non si comprendono quali siano realmente le prospettive di ricrescita dell’economia.

“Il dott. Iasi faccia chiarezza sul passato ed apra una verifica sui conti della gestione Punzo. Questo significherà dare reale dignità al CIS per una reale ripresa improntata su una imprenditoria sana” – conclude Finocchiaro.

CONFEDERCONTRIBUENTI, STUPORE IN UDIENZA DI APPELLO A NAPOLI PER DIFENDERE GLI IMPRENDITORI CIS

Udienza presso la Corte d’Appello di Napoli, sul reclamo  promosso  da Confedercontribuenti,  contro il provvedimento di omologa dell’accordo di ristrutturazione  del  CIS SpA – presenti  2 provvedimenti per un unico giudizio

Come preannunciato,  mercoledì 8 febbraio u.s., c’è stata l’udienza presso la Corte d’Appello di Napoli, sul reclamo promosso  da Confedercontribuenti,  contro il provvedimento   di omologa dell’accordo di ristrutturazione  del CIS SpA, emesso  lo scorso 17 novembre dal Tribunale di  Nola.

Presente all’udienza il Presidente Nazionale Carmelo Finocchiaro e il legale della Confedercontribuenti avv. Concetta Italia.

Con stupore si è appreso  che il Giudice di Nola ha emesso 2 decreti  nell’unico giudizio incoato da Confedercontribuenti:  il primo notificato e l’altro depositato  a distanza di 14 giorni di cui le parti però ne erano ignari .

In ogni caso ci si chiede:  “se è  possibile che il nostro sistema giudiziario consenta l’emissione di due provvedimenti per un unico giudizio?”

“Si auspica che la Corte d’Appello di Napoli  possa risolvere quello che può definirsi un errore in procedendo”-  interviene l’avv. Concetta Italia.

BILANCIO CIS MILLE INTERROGATIVI, CONFEDERCONTRIBUENTI CHIEDE ALLA MAGISTRATURA IL SEQUESTRO DEGLI ATTI

Le voragini debitorie e le ragioni NO all’approvazione del Bilancio CIS SpA  di Confedercontribuenti e Patto di sindacato

Roma 19 dicembre 2016 – Quasi 145 milioni di perdite. Debiti per 640 milioni di euro, cui vanno sommati i 140 di rosso del Vulcano Buono. Consistenze immobiliari “rottamate” che passano in soli 2 anni dal valore di  oltre 28 milioni a quello attuale di 2,8 milioni.

Sono solo alcuni degli impressionanti numeri presenti nel Bilancio del CIS di Nola al 31 dicembre 2015, che la dirigenza chiede ai soci di approvare all’antivigilia di Natale, vale a dire nell’assemblea dei soci CIS convocata fra il 22 e 23 dicembre prossimi.

Un appuntamento per il quale preannunciano battaglia Confedercontribuenti e il Patto di Sindacato dei Soci CIS,  da tempo in lotta per la riconquista dei diritti calpestati e della legalità dentro le macerie di quello che una volta veniva definito con enfasi il Distretto Nolano, ridotto ora ad un’unica, abissale voragine debitoria.

Insieme ad  Emilio D’Angelo, presidente del Patto, sul suo blog preannuncia già un netto No all’approvazione del Bilancio, avanzando alcune proposte alternative (ad esempio il rinvio ad un’assemblea ordinaria), sul piede di guerra c’è in prima fila Confedercontribuenti guidata da Carmelo Finocchiaro, che nell’ultima settimana insieme al team di esperti  ha passato al setaccio ogni elemento del documento contabile CIS, di cui il presidente Gianni Punzo ed i suoi vorrebbero l’approvazione sotto l’albero di Natale.

Difficile immaginare che il disco verde arrivi, possibile invece che più tempestivi giungano i provvedimenti della magistratura invocati da Confedercontribuenti: quella penale, che sul CIS è già al lavoro da qualche mese nelle stanze del P.M.  partenopeo Maria Teresa Orlando; o la Corte d’Appello di Napoli, chiamata da un ricorso di Finocchiaro ad esprimersi sull’accordo capestro del CIS con le banche omologato dal Tribunale di Nola.

Perché i conti che non tornano, ed erano già tanti, diventano ancor più clamorosi attraverso le evidenze esposte in bilancio. «Nella relazione – interviene Carmelo Finocchiaro – leggiamo che lo scorso 5 settembre il CdA approva il progetto di bilancio. Con 142.000.000 di perdite e senza ancora aver presentato l’accordo di omologa. Il collegio sindacale stende la sua relazione il 5 dicembre. Qualcosa non funziona, perché il collegio dichiara di non avere ricevuto esposti e fatti significativi tali da farne menzione nella relazione. ‘Dimenticando’ che pende il ricorso contro l’omologazione in Corte d’Appello di Napoli. Un altro fatto gravissimo. La giurisprudenza consolidata – continua Finocchiaro –  considera operazioni di grave imprudenza gli atti ad alto grado di rischio, privi di serie e ragionevoli prospettive di successo economico, avuto riguardo alla complessiva situazione dell’impresa, come la concessione di finanziamenti a società controllate o collegate in perdita».

Il riferimento è evidentemente a quei 38 milioni di euro dirottati in questi anni dalle casse del CIS a quelle di Interporto Campano sotto forma di finanziamento, proprio mentre le manovre a danno del CIS sterminavano le imprese dei soci fondatori, 30 dei quali venivano dichiarati falliti dal Tribunale di Nola su azione giudiziaria intentata esclusivamente dallo stesso CIS SpA.

«E’ chiaro – interviene D’Angelo – che la crisi finanziaria del CIS parte da molto, molto lontano e si chiama Interporto. Oggi è in discussione non solo il CIS ma tutto il distretto e, allora diciamolo con chiarezza. Non si tratta di approvare un bilancio disastroso del CIS ma di sacrificare il CIS al distretto basandosi su cifre che sono spaventose. Come si fa a spiegare che immobili tornati in possesso del CIS per un valore di bilancio di 39 milioni vengono svalutati, nel bilancio proposto all’approvazione, a 2,5 milioni, con una perdita di 36,5? Come lo spieghiamo a chi è fallito o a chi ha pagato sempre?».

 

CONFEDERCONTRIBUENTI, LA PROCURA DI NAPOLI APRE UN FASCICOLO SUL CASO CIS

A seguito degli esposti presentati da Confedercontribuenti, la procura di Napoli apre un fascicolo d’Inchiesta sul caso CIS

Roma,  7 novembre 2016 – L’esposto presentato a settembre da Confedercontribuenti alle varie autorità  nel quale si evidenziavano probabili  gravi responsabilità nella intricata vicenda del CIS di Nola ha prodotto, dopo la risposta di Banca d’Italia,  un altro risultato positivo con l’apertura di un fascicolo presso il tribunale di Napoli.  Personaggi, circostanze, documenti economico-finanziari ed atti ufficiali: questi gli elementi sottoposti al vaglio della Procura partenopea che ora, con l’apertura del fascicolo, potrà procedere all’acquisizione degli ulteriori atti finalizzati all’accertamento della verità sullo smantellamento di un comparto produttivo strategico.

“Siamo sempre stati fiduciosi nell’operato della magistratura e lo siamo ancor più oggi verso la Procura partenopea, che anche su questa vicenda si mostra sollecita ed attenta, offrendo un esemplare modello di tutela della legalità e dei diritti nell’interesse di una collettività,  già fortemente provata dal contesto socio-economico esistente. Siamo in campo per offrire alla magistratura la massima collaborazione, anche attraverso i nostri legali, che stanno seguendo passo passo questa vicenda su diversi versanti” – interviene Carmelo Finocchiaro presidente nazionale di Confedercontribuenti.

Confedercontribuenti  a firma del presidente Finocchiaro ha presentato nei giorni scorsi  un documentato atto di opposizione all’omologazione dell’accordo di ristrutturazione del debito di CIS SpA  alla sezione fallimentare del Tribunale di Nola.  Nei prossimi giorni in Procura a Napoli, il presidente di Confedercontribuenti sarà sentito  sui fatti denunciati nell’esposto, come lo è stato qualche mese fa dalla Guardia di Finanza di Nola.

 “E’ stata imboccata la strada giusta: non solo sulla necessaria affermazione dei principi di legalità, ma anche per i positivi riflessi che l’accertamento delle responsabilità potrà avere sul ritorno di produttività, occupazione e trasparenza in un luogo simbolo del Sud come il CIS di Nola” – conclude Finocchiaro.