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La legge “Salva-Banche” mette per strada famiglie e imprese, Confedercontribuenti ne richiede modifica.

Questa mattina a Salboro (Padova) è previsto lo sgombero di un appartamento pur non essendo ancora venduto all’asta come previsto dalla Legge 119/2016. Annunciata la presenza di una delegazione di Confedercontribuenti con il vice presidente nazionale Alfredo Belluco. Una pratica purtroppo sempre più diffusa in Italia a cui Confedercontribuenti chiede di porre un freno con una modifica normativa.

7 febbraio 2018 –  La legge 119 del 2016 entrata in vigore dal 3 luglio 2016  ha convertito il D.L nr. 59/2016 e riguarda anche disposizioni  in materia di procedure esecutive e concorsuali.  La finalità generale della legge  era di assicurare tempi più veloci e procedure più snelle al recupero dei crediti, oltre che trasparenza ai crediti deteriorati.  Inoltre la legge prevede nuove norme per   la  liberazione  dell’immobile pignorato.

In parole povere spesso  accade che molte famiglie  su tutto il territorio nazionale vengano messe fuori dalla propria abitazione anche prima della cessione ovvero private della propria abitazione  o azienda a prezzi molto bassi rispetto al valore di mercato.

“Purtroppo per l’effetto domino della crisi economica ci si trova davanti a numerose pratiche esecutive. Buttare le famiglie in mezzo ad una strada non giova a nessuno e tanto meno far chiudere le imprese! – interviene il presidente nazionale di Confedercontribuenti Carmelo Finocchiaro – Gli istituti di credito comunque oltre a vendere i beni  ipotecati portano   i crediti in perdita cedendoli a terzi a prezzi stracciati.  Proponiamo – continua Finocchiaro –  al prossimo esecutivo  per i contenziosi sino al 2017 la cartolarizzazione del debito direttamente con il debitore al prezzo di vendita come NPL (crediti deteriorati). In questo modo si darebbe la possibilità ai contribuenti di riacquistare il proprio bene chiudendo decenni di contenziosi e salvando tutti”.

 

 

 

Commissione Banche, inutile per gli utenti bancari

Presentata relazione finale della Commissione d’inchiesta parlamentare sulle banche, alla fine nessun risultato concreto a favore degli utenti bancari.

E’ stata presentata la relazione finale della commissione d’inchiesta sulle banche in cui è emerso che negli ultimi dieci anni l’attività di vigilanza di Banca d’Italia e Consob sul sistema bancario italiano è stata inefficace.

 “Noi lo abbiamo detto è continueremo a dirlo. – interviene il presidente nazionale di Confedercontribuenti Carmelo Finocchiaro –  Di certo per scoprire quello evidenziato in relazione non era necessaria una commissione che nei fatti non ha risolto alcun problema. Infatti nessuno tra Banca d’Italia, Consob, funzionari di istituti di credito o dei grandi debitori sarebbe stato sanzionato, al contrario di piccoli imprenditori o  famiglie in difficoltà che vengono puniti perdendo la propria casa o impresa.  Nulla si è detto in Commissione di molti rapporti bancari viziati da spese e commissioni spesso non pattuite o poco chiare che trasformano il rapporto in usura. E che molti di essi sono definiti NPL ma nella maggioranza dei casi non lo sono perché da analisi dei rapporti si scopre che non è il cliente a debito ma la banca. Ribadiamo – conclude Finocchiaro –   che la Banca d’Italia dovrebbe essere pubblica anziché controllata dal 95% dalle stesse banche: il controllore che controlla se stesso! Faccio  appello ai futuri rappresentati politici, della necessità in primis di cambiare il sistema bancario, confermando la nostra disponibilità alla collaborazione”.

 

Confedercontribuenti: Commissione banche, il duello tra CONSOB e Bankitalia una sceneggiata a danno dei correntisti

La Commissione d’inchiesta sulle banche si trasforma in un ring: il Direttore generale di Consob e il responsabile della vigilanza di Bankitalia i protagonisti di questo scontro ma a pagarne per il momento i correntisti.

L’aula della commissione di inchiesta sulle banche si trasforma in un’arena di scontro. Da una parte la Banca d’Italia, dall’altra la Consob. Entrambe tornano in Commissione dopo gli interventi della scorsa settimana per fornire maggiori chiarimenti su alcuni punti, prima singolarmente, poi uno contro l’altro e successivamente insieme in una sorta di confronto all’americana.   Banca d’Italia non segnalò all’authority i  “problemi” di Veneto Banca in vista dell’aumento di capitale del 2013 e anzi indicò che l’operazione era “strumentale a obiettivi previsti dal piano per effettuare eventuali acquisizioni coerenti con il modello strategico della banca salvaguardando liquidità e solidità”. Il tema del prezzo delle azioni dell’aumento di capitale lanciato dagli istituti veneti era già stato oggetto di scambio di accuse le scorse settimane. Pertanto che la Commissione, a sorpresa, ha scelto di audire in forma testimoniale i due, sotto giuramento, quindi con valore di testimonianza, esattamente come se si trovassero in un’aula di tribunale.

La CONSOB come si evince anche dal sito istituzionale dovrebbe:

  • Vigilare sulle società di gestione dei mercati regolamentati, sulla trasparenza e l’ordinato svolgimento delle negoziazioni, sulla trasparenza e la correttezza dei comportamenti dei soggetti che operano sui mercati finanziari;
  • Regolamentare la prestazione dei servizi e delle attività di investimento da parte degli intermediari, gli obblighi informativi delle società quotate nei mercati regolamentati e le operazioni di appello al pubblico risparmio;
  • Autorizzare i prospetti relativi alle offerte pubbliche di vendita e i documenti d’offerta concernenti offerte pubbliche di acquisto, l’esercizio dei mercati regolamentati nonchè le iscrizioni agli Albi delle imprese di investimento;
  • Controllare dati e notizie fornite al mercato dagli emittenti quotati e dai soggetti che fanno appello al pubblico risparmio con l’obiettivo di assicurare un’adeguata e trasparente informativa;
  • Sanzionare le condotte illecite;
  • Comunicare con gli operatori e il pubblico degli investitori per un più efficace svolgimento dei suoi compiti e per lo sviluppo della cultura finanziaria dei risparmiatori;
  • Collaborare con le altre autorità nazionali e con gli organismi internazionali preposti all’organizzazione e al funzionamento dei mercati finanziari.

Banca d’Italia ha tra le  principali funzioni quella di  assicurare la stabilità monetaria e la stabilità finanziaria, considerandoli  i  requisiti indispensabili per un duraturo sviluppo dell’economia.  Ha anche funzione di sorveglianza con  supervisione sui mercati, affinché venga garantita la stabilità del sistema finanziario.

“La Consob, come la Banca d’Italia,  non hanno vigilato  – sottolinea e conferma quanto già dichiarato in passato il presidente nazionale di Confedercontribuenti Carmelo Finocchiaro –  a danno dei correntisti e del sistema economico. Lo scaricabarile non giova a nessuno tranne che perdere ulteriore tempo utile a danno sia di imprese che famiglie  che si trovano sul lastrico mentre ancora rimangono impuniti i veri colpevoli.  Gli italiani e le imprese ma anche i risparmiatori hanno subìto abusi, vessazioni e soprusi.  Sono migliaia i casi dove emergono, nei rapporti con i clienti  anche casi di usura e anatocismo.

Cosa fare allora?

“Come in passato non è accettabile che il controllore sia rappresentato dal 95% dei controllati. Banca d’Italia deve essere  pubblica cosi come previsto dalle disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari che imponevano entro la fine del 2008 alle banche azioniste di Bankitalia di cedere le proprie partecipazioni, affinché il capitale dell’istituto di vigilanza tornasse in mano pubblica. Per anni abbiamo richiesto una commissione di inchiesta, che è arrivata seppur in ritardo, ma se si vuole fare chiarezza e sopratutto giustizia affinché chi ha effettivamente spagliato paghi a ristoro delle imprese e delle famiglie danneggiate, la si può comunque garantire” conclude Finocchiaro ricordando che è sempre utile far analizzare il proprio rapporto diffidando da chi propone comunque facili risoluzioni .

CONFEDERCONTRIBUENTI, IN ARRIVO LA SECONDA RATA DELLA ROTTAMAZIONE E PROBABILE RIAPERTURA DEI TERMINI

Con la rottamazione si cerca di recuperare parte del default opera anche l’evasione fiscale, uno dei difetti del nostro Paese. In arrivo la seconda rata della definizione agevolata e il probabile arrivo della rottamazione bis. Per Confedercontribuenti se lasciata così com’è colpisce i contribuenti onesti in difficoltà differenti dagli evasori per scelta.

 Nel campo dell’evasione, l’Italia ha raggiunto risultati importanti passando dagli 11 miliardi recuperati nel 2014 ai  23 di quest’anno, ma si può fare di più soprattutto distinguendo i veri evasori dai contribuenti in difficoltà.

Si è  passati dagli anni del “permissivismo fiscale” e della cultura comune delle “tasse poi le pago” a quello di uno Stato che improvvisamente di fronte ad un indebitamento miliardario delle imprese e degli italiani ha deciso di usare metodi “duri” nel periodo peggiore di crisi economica.

Nonostante gli annunci di una  “semplificazione fiscale”  si è registrato  un aumento sconsiderato di adempimenti fiscali.

Tra gli argomenti cardine della lotta all’evasione e soprattutto il recupero delle somme da parte dello Stato un argomento sempre caldo nonostante abbia cambiato nome è la riscossione.

Il prossimo 2 ottobre è previsto il pagamento della seconda rata per chi ha aderito alla rottamazione. Ma quanti potranno essere puntuali?

Nell’aria la possibile riapertura della rottamazione delle cartelle anche per quelle messe a ruolo nei primi 4 mesi del 2017.

 “Il Punto vero è cambiare le leggi sulla riscossione non in termini di nomi ma di sostanza. L’ erario potrebbe  recuperare complessivamente nel 2018 e nel 2019 poco più di 1,5 miliardi di euro ma  per poter  garantire  il rientro del debito con il fisco è necessario che le rate diventino compatibili con le possibilità di imprese e famiglie e non certamente come l’ultima legge sulla rottamazione, che malgrado 800 mila adesioni non ha risolto i problemi di moltissimi contribuenti italiani. Dovremo verificare i suoi effetti solo alla fine. Non rendersi conto che in 5 rate è complicato per la maggioranza rientrare del debito, significa non comprendere le vere difficoltà che sta vivendo l’Italia” – interviene Carmelo Finocchiaro presidente nazionale di Confedercontribuenti.

 

Confedercontribuenti: crisi agricola necessario cambiare rotta per la ripresa

Tra i settori che registrano per vari motivi il peso della crisi c’è l’agricoltura, analisi ed intervento del presidente nazionale di Confedercontribuenti Carmelo Finocchiaro.

Sono anni che la parola “crisi” fa parte del vivere quotidiano. Crisi significa improvvisa perturbazione nella vita con effetti più o meno gravi ovvero fase del ciclo economico con calo della produzione, disoccupazione e crollo dei prezzi.

Questa fase sembrerebbe non terminare e nel settore primario sta registrando molti problemi.

L’agricoltura per molti anni purtroppo sarebbe stato terreno fertile per truffe e imbrogli legati ad assunzioni fittizie, indennità di disoccupazione, contributi economici impiegati male a cui si sarebbe aggiunta la criminalità.

“L’agricoltura ha bisogno di un cambiamento di rotta. Per essere più competitivi sul mercato deve essere gestita non più da piccoli agricoltori ma da grandi imprenditori prendendo esempio dalla Spagna. Naturalmente nei casi di infiltrazioni e frodi operate da organizzazioni vicini alla malavita si chiede più controllo ma soprattutto pene certe e la sburocratizzazione degli iter di risarcimenti per consentire una rapida ripresa. Siamo in contatto costante con l’ufficio del commissario straordinario antiracket, il dott. Cuttaia, affinché anche attraverso i Prefetti non venga abbassata la guardia. L’agricoltura, come tutti i settori della nostra economia, deve prendere la rotta della legalità e rispetto delle regole da parte di tutti” – dichiara Carmelo Finocchiaro che ieri sera ha partecipato ad un incontro in programma a Vittoria nella serra di Piazza Gramsci.