Truffati dalle banche: tante promesse, ma i risarcimenti ancora non si vedono
Nel giorno del suo insediamento alla guida del governo gialloverde, il Premier Giuseppe Conte, aveva garantito il suo impegno, insieme a quello dell’esecutivo da lui guidato, per assicurare un congruo ed adeguato risarcimento a cittadini, imprenditori e consumatori truffati dalle banche. A questo scopo erano stati varati una serie di provvedimenti e leggi ad hoc, volti proprio ad assicurare l’erogazione dei suddetti indennizi. La medesima promessa era stata ribadita nel settembre dello scorso anno, dopo il cambio di maggioranza e il varo del Conte II.
Nelle scorse settimane, precisamente il 18 giugno, sono scaduti i termini per la presentazione delle domande di risarcimento al F.I.R. (Fondo Indennizzo Risparmiatori), ente appositamente istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Un inter complesso che, in questi giorni, è stato rallentato dalla volontà, annunciata dal governo, di effettuare ulteriori e scrupolosi controlli prima di erogare gli indennizzi. Una situazione limite, che i risparmiatori truffati avevano tentato di evitare con numerosi appelli ai due governi avvicendatisi in questi due anni di legislatura, chiedendo che i rimborsi fossero in qualche modo “automatici” e che i controlli di prassi fossero effettuati dopo l’erogazione.
In prima fila nella protesta e nelle richieste di chiarezza c’è l’associazione “Noi che credevamo nella Banca popolare di Vicenza“, il cui presidente Luigi Ugone, è così intervenuto sulla complessa vicenda: “La questione di fondo è che i risparmiatori hanno avviato le pratiche con tanto di autocertificazione assumendosi pertanto anche tutte le responsabilità, ovviamente anche di fronte alla legge penale, di eventuali dichiarazioni mendaci. A questo punto – aggiunge – anche in considerazione delle difficoltà economiche in cui versano le centinaia di migliaia di famiglie colpite dai collassi bancari e ora dalla emergenza Covid-19, riteniamo che l’esecutivo debba riflettere senza indugio sulla scelta dei controlli ex ante”. Per il momento non è arrivata alcuna risposta da parte delle istituzioni e degli organi competenti, che hanno preferito trincerarsi nel silenzio. Da sottolineare, inoltre, le due recenti interrogazioni parlamentari indirizzate al titolare dell’Economia Roberto Gualtieri, ma la risposta è stata quella di passare la patata bollente, tramite un emendamento al decreto rilancio, a Consap ed AdE. Anche il nuovo articolo 175-bis della legge istituiva del FIR, approvato ad inizio mese in commissione bilancio, presenta numerose crticità e sembra inadeguato – come sottolinea l’avvocato Fulvio Cavallari, presidente di ADUSBEF Veneto – a risolvere questa intricata vicenda.
Un’assenza di risposte ed un silenzio che suonano quasi come uno smacco per quei cittadini che, pur essendo stati riconosciuti quali vittime di una truffa, non hanno ancora visto un euro dei risarcimenti a cui hanno diritto. Questo il commento di Alfredo Belluco, vice presidente nazionale di Confedercontribuenti: “Se non verranno indennizzati i risparmiatori e gli imprenditori con soldi non sottratti dalle tasse, in quanto il miliardo e 550 milioni del FIR (Fondo Indennizzo Risparmiatori) è frutto dei conti dormienti, sarà l’ennesimo rospo che il popolo italiano dovrà ingoiare”.
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Fonte: Dal Quotidiano dei contribuenti
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