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Mafia, riciclaggio e usura virus letali come il covid

Mafia, riciclaggio e usura virus letali come il covid

Di Antonello Longo

I numeri sono sconfortanti, aumentano contagi, ricoveri, decessi, gli ospedali si riempiono e rischiano il collasso. Una situazione pericolosamente vicina ad andare fuori controllo.
Non credo che governi diversi da quello in carica, magari di unità nazionale, avrebbero fatto cose sostanzialmente diverse per fronteggiare o, meglio, per inseguire l’emergenza. Del resto, più o meno in tutti gli stati dell’UE le misure adottate sono simili.
Ma in Italia più che altrove la pandemia di Covid 19 mette a nudo tutte le magagne di un Paese che non tiene il passo dell’Europa sul piano strutturale, delle infrastrutture e dei servizi.
Si pagano oggi a lacrime di sangue decenni di tagli alla spesa sanitaria, la scelta delle regioni di indirizzare verso le convenzioni con i privati buona parte delle poche risorse disponibili, la confusione nella ripartizione delle competenze e dei poteri tra stato e regioni, pesa oltremodo la lentezza pachidermica di un apparato burocratico inefficiente e obsoleto.
Si sconta duramente l’inadeguatezza delle banche e del fisco a sorreggere il tessuto produttivo che ancora rappresenta la parte maggiore dell’economia italiana, cioè le medie, piccole e micro aziende, gli agricoltori, gli artigiani, gli imprenditori edili, gli operatori del turismo e della ristorazione, gli esercizi commerciali che ancora si salvano dalla dittatura della grande distribuzione organizzata.
E se questa è, per così dire, la terra emersa, c’è poi da fare i conti con la massa enorme del sommerso, del riciclaggio, del malaffare di marioli e colletti bianchi. Nei momenti di crisi, quando la gente onesta si dibatte nelle più acute difficoltà, per la mafia è il momento di lucrare, di riempire il vuoto lasciato da uno Stato assente.
Le imprese che si trovano sull’orlo del collasso hanno bisogno di liquidità così come gli ammalati di Covid hanno bisogno di ossigeno: crolla il fatturato, difficile, quasi impossibile incassare i crediti, ma ci sono le fatture da saldare, le bollette, le cartelle esattoriali e, soprattutto, gli stipendi da pagare a collaboratori e dipendenti. Con le banche, nella generalità dei casi, è difficile avere a che fare: lo strozzino, invece, è sempre dietro l’angolo, pronto e disponibile.
Per i clan la pandemia è il regno di bengodi, il momento perfetto per ripulire i capitali illeciti riciclandoli nell’acquisizione di attività economiche in crisi di liquidità. Quando e come si farà chiarezza sulla massa di passaggi di proprietà? Sono in crescita le segnalazioni alla Banca d’Italia di sospetto riciclaggio, solo nei primi sei mesi di quest’anno le operazioni sospette sono più di cinquantaduemila.

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Fonte: Dal Quotidiano dei contribuenti
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Agenzie di viaggio, queste emerite sconosciute.

Agenzie di viaggio, queste emerite sconosciute.

Di Ettore Minniti resp. Nazionale settore turismo di Confedercontribuenti

Niente aiuti dallo Stato. Dai Decreti Ristori sono spariti i codici ATECO riguardanti le agenzie di viaggio, sembra che esse siano figlie di un Dio minore.

Si ai sexy shop, ai tatuatori, ai dogsitter, anche le agenzie di accompagnatrici equiparate, ai fini fiscali, alle agenzie matrimoniali e no alle agenzie di viaggio. Lo Stato si è dimenticato delle 10mila imprese che operano nel settore, con i suoi 80mila dipendenti, di cui il 70% è donna.

Un errore di valutazione imperdonabile.

Il settore è stato confinato in un lembo di dantesca memoria, ovvero l’orlo estremo della voragine infernale,

ove risiedono coloro che sono esclusi dalla salvezza.

Il turismo ha perso quest’anno 23 miliardi di euro secondo le ultime stime. In prima linea nel fornire servizi di qualità i tour operator e le agenzia di viaggio si sono visti esclusi inspiegabilmente dal primo Decreto Ristori. Gli operatori avevano la speranza di essere inseriti nel Ristori Bis dove ai primi 53 codici Ateco si sono aggiunti altri 57 ammessi ai contributi a fondo perduto tra il 100 e il 200%. Invece niente. Beffati su tutto il fronte, rimangono aperti (almeno nelle zone gialle) senza poter vendere nulla.

Imprese sull’orlo di una crisi di nervi. Anche quelle aperte non potendo vendere il loro prodotto, i viaggi, sono ferme da febbraio e, in alcuni casi, in difficoltà con i rimborsi, come quelli dei viaggi scolastici. Eppure dovranno pagare le tasse, i contributi, la rata IMU, e tutti gli altri balzelli.

Non possiamo sottovalutare la loro professionalità. Hanno lavorato durante il primo lockdown per assistere i clienti bloccati all’estero, per evitare sofferenze e disagi. Lo hanno fatto gratuitamente, con impegno diuturno (festivi compresi) e con la loro professionalità dimostrata, appunto, nel lenire le difficoltà incontrate dal viaggiatore.

Appare quindi un paradosso quelle delle agenzie di viaggio inutilmente aperte.

A queste si aggiungono le startup, nate tra il 2019 e il 2020, escluse dai provvedimenti. I ristori sono infatti calcolati sulla differenza di fatturato prodotto in determinati periodi. Il calcolo viene fatto con riferimento al periodo febbraio 2020 – luglio 2020 e al corrispondente lasso di tempo del 2019. Questo esclude dai recenti benefici le nuove imprese nate in questo periodo. Un rischio d’impresa non calcolato, con una pandemia dalle dimensioni planetarie.

Le Associazioni di categoria si stanno muovendo per porre rimedio ad una colossale ingiustizia, con una serie di richieste già fatte pervenire al Governo.

Confedercontribuenti è al loro fianco per smuovere le coscienze di una classe politica e dirigenziale disattenta perché sia riconosciuta la loro condizione di esclusi, affinché possano rientrare nei ristori, eliminando il vincolo del fatturato dalle misure predisposte dal governo.

Italia che va, ingiustizia che trovi.

 

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Fonte: Dal Quotidiano dei contribuenti
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Confedercontribuenti non arretrerà. Continua la nostra battaglia. “Prima ti delegittimano, poi ti isolano e poi ti ammazzano.” (Giovanni Falcone).

Confedercontribuenti non arretrerà. Continua la nostra battaglia. “Prima ti delegittimano, poi ti isolano e poi ti ammazzano.” (Giovanni Falcone).

Di Ettore Minniti

Registriamo, in questi giorni, un vile attacco al nostro diuturno impegno a favore delle fasce deboli, con la chiusura da parte di Facebook dei profili del Presidente Nazionale, Carmelo Finocchiaro.
Non ci è dato sapere per quale motivo il Gruppo Social, di cui è presidente ed amministratore unico il suo fondatore Mark Zuckerberg, ha disattivato le pagine del nostro Presidente.
E’ probabile che qualche buontempone non ha gradito l’impegno di Confedercontribuenti contro le Aste Giudiziarie.
Avevamo già scritto che Confedercontribuenti ha fatto rumore con le sue proposte e prese di posizione contro lo scandaloso andazzo delle aste giudiziarie. Le dichiarazioni del presidente, Carmelo Finocchiaro , sull’operato delle sezioni esecuzione di molti tribunali, che hanno portato il Consiglio Superiore della Magistratura ad aprire un’inchiesta, così come il meditato e articolato disegno di legge predisposto dalla Confederazione dei contribuenti, che delinea un’autentica rivoluzione in danno della speculazione immobiliare e finanziaria che, fino ad oggi, spadroneggia nel settore, hanno toccato un nervo scoperto.
Le reazioni non sono mancate e certi inequivocabili “segnali” non sono tardati ad arrivare.
Al fianco di Carmelo Finocchiaro, reiteriamo, a gran voce, quanto già da lui sostenuto “Non è più rinviabile, poi, una riforma organica che blocchi il giro di interessi speculativi, spesso mafiosi, che approfitta delle procedure e delle forzature, spesso favorite, più o meno inconsapevolmente, dagli stessi tribunali, per accumulare a man bassa e a costi irrisori i beni pignorati alla povera gente e a chi ha speso la vita per lavorare e dare lavoro. La traccia è segnata con chiarezza e con precisione dal disegno di legge messo a punto dalla Confedercontribuenti, che intendiamo sostenere fino a portarlo all’attenzione del Parlamento. Serve una legge che estenda alle aste giudiziarie la normativa antimafia in materia di antiriciclaggio e accertamenti fiscali e patrimoniali e che esse si svolgano alla presenza della polizia giudiziaria”.
Speriamo che Facebook riveda la sua decisione. Con la nostra attività non abbiamo violato nessuna norma disciplinata dalla Dichiarazione dei Diritti e delle Responsabilità del Social, anzi lo abbiamo sostenuto allorquando lo stesso ha avviato la sua battaglia contro le false informazioni e quelle divisive, a fondo razziale o con parole di odio.
Non ci spaventano, quindi, queste intimidazioni. Coloro che hanno sposato la mission di Confedercontribuenti ha creato un gruppo di persone coese, di alto profilo sociale e professionale, che continuerà senza sosta, con impegno costante, per raggiungere l’obbiettivo finale che rimane quello della difesa di chi non ha voce ed è vessato da regole, norme e leggi che favoriscono solo i potenti di turno.

 

Ettore Minniti

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Fonte: Dal Quotidiano dei contribuenti
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NON MOLLIAMO! LA NOSTRA INIZIATIVA HA FATTO CENTRO.

NON MOLLIAMO! LA NOSTRA INIZIATIVA HA FATTO CENTRO.

Confedercontribuenti ha colpito nel segno con le sue proposte e con l’Assemblea nazionale che ha discusso una proposta di la riforma radicale delle Aste Giudiziarie dopo le dichiarazioni sulle infiltrazioni mafiose e sull’operato delle sezioni esecuzione di molti tribunali, che hanno portato il Consiglio Superiore della Magistratura ad aprire un’inchiesta.

Le reazioni non sono mancate e certi inequivocabili “segnali” non hanno tardato ad arrivare. Anche oggi è arrivato un ulteriore segnale con la disattivazione dei due acccount su FB del Presidente Finocchiaro. Chi vuole intimidire con queste azioni, la nostra risposta è chiara. Hanno sbagliato indirizzo e soggetti, nessuna minaccia o lusinga ci può piegare. La legge sulle aste giudiziarie deve essere estesa alla normativa antimafia in materia di antiriciclaggio e accertamenti fiscali e patrimoniali.

Il problema delle aste giudiziarie è un bubbone che molti tribunali fallimentari sono in mano a soggetti e studi professionali che sono predatori di patrimoni con l’avallo di giudici corrotti. Le norme sulle Aste giudiziarie sono state scritte più per garantire i creditori e mai i debitori, i quali sono sempre definiti come delinquenti che non vogliono pagare.

Allora non rinunciamo alla battaglia e all’iniziativa di monitorare le aste, di trasmettere i nomi di chi partecipa alle forze dell’ordine e alla agenzia delle entrate. Basta con le illegalità. Cambiare subito la legge e certamente nessuno fermerà ne il Presidente Finocchiaro ne la Confedercontribuenti.

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Fonte: Dal Quotidiano dei contribuenti
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Cotticelli, ex commissario per la sanità calabrese, è stato solo un maldestro soggetto ?

Cotticelli, ex commissario per la sanità calabrese, è stato solo un maldestro soggetto ?

Di redazione

Quella miserabile figura fatta da Cotticelli, ex generale dei carabinieri, alla guida della sanità calabrese, dimostra come ormai molte istituzioni siano presidiate da persone che oltre ad essere incompetenti sono da definire “delinquenti” irresponsabili, messi in quei posti da una politica clientelare e senza il minimo senso dello Stato. Un commissario alla sanità inconsapevole finanche delle sue responsabilità sul piano della lotta al virus, parafulmine delle scelte sbagliate della regione, erede di anni di sfascio del sistema sanitario calabrese, l’ex generale dei carabinieri esce di scena nel peggiore dei modi. Una commedia all’italiana la scena con la sua vice che, a telecamere accese, lo rimprovera («tu ti devi presentare preparato»). Pietoso quando chiede all’intervistatore di non fargli fare figuracce, tragicamente comico quando un suo usciere mostra maggiore competenza sui numeri delle terapie intensive. Quando il 7 dicembre del 2018 è stato nominato, al governo c’era lo stesso Conte che oggi gli appoggia il capo sulla ghigliottina. Matteo Salvini, all’epoca vicepresidente del Consiglio aveva approvato la nomina, oggi lo attacca. «Legalità, legalità, legalità», questo era il motto del generale, che all’arrivo in Calabria ha voluto incontrare subito il procuratore Nicola Gratteri.  Ma tutto è finito in un disastro annunciato. Ancora piu’ grave che l’inefficienza di Cotticelli era nota al governo. Al tavolo di verifica ministeriale sul risanamento, era emersa tutta la sua incapacità, aveva portato un disavanzo di 200 milioni sull’esercizio 2019 delle aziende sanitarie calabre, e mancanze gravi sul pianto anti Covid. La realtà calabrese è drammatica con i 400 nuovi contagi di ieri. Rianimazioni, terapie intensive e ventilatori, ancora all’anno zero. I numeri sono impietosi. I posti in terapia intensiva. «Saranno 115-116, mentre sono 146 quelli che la Calabria avrebbe dovuto avere. Mancano gli anestesisti-rianimatori e infermieri di area critica». Questa è la situazione in una realtà dove tutti sanno cosa si dovrebbe fare, ognuno ha una responsabilità, nessuno fa. La salute dei calabresi in tempo di Covid è nelle mani di un supercommissario per il piano di rientro nominato dal governo,  Giuseppe Zuccatelli, che gestisce l’azienda ospedaliera di Catanzaro, ed è vicino ad Articolo 1), che avrà compiti di lotta al Covid e sarà affiancato da due vice; un direttore generale, Francesco Bevere, un soggetto attuatore per il piano anti Covid, Antonio Belcastro, con una sorta di supervisione romana di Domenico Arcuri che ha trattenuto per sé le deleghe sulla Calabria. Ma il punto centrale resta sempre lo stesso, ovvero come si fa a nominare uno come Cotticelli, incapace e  con la sua inutilità, forse funzionale a coprire gli interessi nella sanità della Ndrangheta. Questa è la triste realtà.

 

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Fonte: Dal Quotidiano dei contribuenti
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