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Confedercontribuenti: crisi agricola necessario cambiare rotta per la ripresa

Tra i settori che registrano per vari motivi il peso della crisi c’è l’agricoltura, analisi ed intervento del presidente nazionale di Confedercontribuenti Carmelo Finocchiaro.

Sono anni che la parola “crisi” fa parte del vivere quotidiano. Crisi significa improvvisa perturbazione nella vita con effetti più o meno gravi ovvero fase del ciclo economico con calo della produzione, disoccupazione e crollo dei prezzi.

Questa fase sembrerebbe non terminare e nel settore primario sta registrando molti problemi.

L’agricoltura per molti anni purtroppo sarebbe stato terreno fertile per truffe e imbrogli legati ad assunzioni fittizie, indennità di disoccupazione, contributi economici impiegati male a cui si sarebbe aggiunta la criminalità.

“L’agricoltura ha bisogno di un cambiamento di rotta. Per essere più competitivi sul mercato deve essere gestita non più da piccoli agricoltori ma da grandi imprenditori prendendo esempio dalla Spagna. Naturalmente nei casi di infiltrazioni e frodi operate da organizzazioni vicini alla malavita si chiede più controllo ma soprattutto pene certe e la sburocratizzazione degli iter di risarcimenti per consentire una rapida ripresa. Siamo in contatto costante con l’ufficio del commissario straordinario antiracket, il dott. Cuttaia, affinché anche attraverso i Prefetti non venga abbassata la guardia. L’agricoltura, come tutti i settori della nostra economia, deve prendere la rotta della legalità e rispetto delle regole da parte di tutti” – dichiara Carmelo Finocchiaro che ieri sera ha partecipato ad un incontro in programma a Vittoria nella serra di Piazza Gramsci.

 

CONFEDERCONTRIBUENTI: PER CONTRASTARE CRISI AGRICOLA E ASTE GIUDIZIARIE NECESSARIA UNIONE ED ATTI CONCRETI DELLA POLITICA

Ad Acate nel ragusano assemblea sul tema delle aste giudiziarie e crisi agricola con la partecipazione del presidente nazionale di Confedercontribuenti Carmelo Finocchiaro accompagnato dal presidente Confedercontribuenti – Sicilia Avv. Bruno Viaggio.

Roma, 1 luglio 2017 – Questa mattina il movimento “Altragricoltura”, presieduto da Maurizio Ciaculli, – responsabile nazionale Confedercontribuenti antiracket e antiusura, ha promosso un incontro ad Acate nel ragusano presso il Castello dei Biscari per dar seguito alle rivendicazioni e far fronte comune sulla grave crisi agricola e le conseguenze disastrose delle aste giudiziarie. Intervenuta a sostegno dell’iniziativa Confedercontribuenti con la presenza del presidente nazionale Carmelo Finocchiaro e il presidente Confedercontribuenti Sicilia l’avv. Bruno Viaggio.

Il presidente Finocchiaro a seguito dell’assemblea ammonisce: – “ Non servono i professionisti dello sciopero della fame. Servono proposte di coinvolgimento delle istituzioni. C’è uno strumento legislativo buono, la legge 3/2012 ma è necessario che i comuni si facciano promotori degli OCC (Organismi di Composizione della Crisi) ed invito il sindaco di Acate a farsi promotore di tale iniziativa”.

Confedercontribuenti è disponibile a dare un supporto, coinvolgendo tutti senza strumentalizzare la battaglia.
Agli agricoltori il presidente Finocchiaro lancia un monito: – “Non vi isolate, la battaglia è comune. Dai parlamentari servono atti concreti di opposizione al patto commissario, sfratti ed esecuzioni. Non servono neanche disegni di legge perché non sarebbero discussi ma modifiche con emendamenti su altri decreti in discussione in Parlamento o lavorare sull’approvazione della proposta Paglia   che prevede  l’estinzione agevolata dei debiti pregressi insoluti sia delle persone fisiche e che  delle piccole e medie imprese verso gli istituti di credito”.

CONFEDERCONTRIBUENTI: IN TEMPO DI DEFLAZIONE I PREZZI AL CONSUMO AUMENTANO. MALGRADO SCENDONO QUELLI ALLA PRODUZIONE.

Roma, 12 agosto 2016 – Secondo le statistiche stiamo vivendo un periodo di deflazione ovvero una diminuzione dei prezzi ma la gente che frequenta quasi tutti i giorni  i supermercati, però, non sembrerebbe accorgersene

A  far variare i prezzi dovrebbero essere  soprattutto le materie prime ma nonostante il calo di queste ultime  la deflazione non si registra sugli scaffali.

 “Siamo davanti ai tipici paradossi italiani ovvero abbiamo un carrello della spesa sempre più caro, ma di contro la deflazione si registra con  effetti devastanti nelle campagne dove le quotazioni rispetto allo scorso anno sono praticamente dimezzate.  A  causa del calo dei prezzi riconosciuti ai produttori sia per i  raccolti che per gli allevamenti, che non coprono più neanche i costi di produzione o dell’alimentazione del bestiame, sembra che la deflazione interessa solo loro . La colpa è nella politica di filiera sbagliata ed ancora poca tutela del nostro made in Italy”– interviene Carmelo Finocchiaro presidente nazionale di Confedercontribuenti.

Per filiera si intende tutto il processo che porta alla realizzazione di un prodotto alimentare, dalla materia prima fino a ciò che arriva sulla tavola del consumatore.

“La filiera è composta da diversi soggetti dal produttore al consumatore finale. Purtroppo ultimamente vengono sempre più privilegiati produttori  stranieri.  Un ruolo importante lo dovrebbero svolgere i rappresentati di categoria, anche loro attori della filiera, che dovrebbero battersi  per difendere i produttori nazionali e  il prodotto made in Italy  garanzia sia per il produttore che per il consumatore finale,  ma ci rendiamo conto che probabilmente a loro forse importa solo incassare la tessera annuale e sedersi a tavolino tutti insieme allegramente alle spalle di chi lavora e lavora ma non ne trae benefici”- conclude Finocchiaro.

CONFEDERCONTRIBUENTI chiede più controlli e meno burocrazia per contrastare l’agromafia

Il business legato all’agricoltura illegale in Italia ha superato, nello scorso anno,  i 16 miliardi di euro.

In tutto il territorio nazionale sarebbero circa 26 mila i terreni nelle mani di soggetti condannati a vario titolo per reati di stampo mafioso che sono ancora in mano alla criminalità perché il processo di sequestro, confisca e destinazione dei beni di provenienza mafiosa si presenta lungo e confuso.

“In Italia, verrebbero sprecati fra i 20 e i 25 miliardi per il mancato utilizzo dei beni confiscati a causa di inadempienze, procedure e cavilli burocratici” – spiega Carmelo Finocchiaro presidente nazionale Confedercontribuenti.

La DIA ha avviato un monitoraggio che ha portato a denunciare  molte irregolarità con moltissimi beni che risultano ancora occupati dai mafiosi stessi o da loro parenti o prestanome.

“I criminali rimangono negli  immobili – rimarca Finocchiaro – e godrebbero perfino del vantaggio di non dover pagare le tasse sul bene, poiché sequestrato. Questo non fa altro che alimentare  il riciclaggio del denaro, il lavoro nero, l’uso di marchi contraffatti a cui si aggiunge la piaga del caporalato”.

Il fenomeno dell’agromafia riguarda tutto il territorio nazionale anche se sarebbe più rimarcato nel sud Italia dove si registrano  tra l’altro numerosi “furti nelle campagne”.

“Chiediamo  ai ministri dell’Agricoltura Maurizio Martina e della Giustizia Andrea Orlando di intensificare i controlli su  tutta della filiera dal campo al consumatore finale di prodotti agricoli. Li sollecitiamo anche a  completare l’iter legislativo e applicativo delle norme sul caporalato e sulla confisca e successiva gestione dei beni appartenuti alla criminalità organizzata” – conclude Finocchiaro.