DIVENTA SOCIO

Più burocrazia ed efficacia da valutare

Di
Redazione
|
13 Luglio 2023

L’applicazione della nuova normativa sul whistleblowing interesserà per ora le imprese pubbliche e quelle private più grandi, che hanno spesso già adottato il modello 231 per la gestione dei processi aziendali allo scopo di ridurre il rischio di illeciti. Realtà che probabilmente dovranno limitarsi ad adeguare le procedure ai nuovi requisiti, mentre le medie imprese dovranno predisporre un ufficio specifico con costi aggiuntivi. Interventi giustificati dall’importanza del provvedimento, sulla cui efficacia, tuttavia, non sono convinti tutti gli addetti ai lavori, sia sul fronte aziendale, sia su quello sindacale.

Secondo Matilde Marandola, presidente nazionale Aidp, l’Associazione Italiana per la direzione del personale «l’entrata in vigore del Dlgs 24/2023 rappresenta un’importante svolta per il Paese. Per le imprese l’introduzione dell’obbligo di istituire canali di segnalazione interna e di adottare strumenti concreti per tutelare i segnalanti implicherà la designazione di un responsabile del processo, all’interno dell’organizzazione, che abbia sviluppato determinate competenze o, in alternativa, bisognerà organizzarsi in outsourcing. Credo che l’aspetto da tenere sotto controllo sarà quello culturale, per evitare “delazioni” e conflittualità. Come sempre, Aidp è disponibile a fare da punto di riferimento per le sperimentazioni che guardano al futuro».

Più di qualche perplessità manifesta Vincenzo Di Marco, direttore Hr, Qualità e Sicurezza di Pellegrini Spa, colosso della ristorazione con 10mila dipendenti e oltre 800 milioni di fatturato nel 2022. «Sul tema a mio avviso c’è poco da dire – sottolinea Di Marco – se non che, come di consueto, l’utilizzo dello strumento sarà basso e gli adempimenti rappresenteranno un ulteriore appesantimento burocratico per le aziende. Si tratta principalmente di una questione culturale: chi ha lavorato in multinazionali e ha già applicato il whistleblowing potrà raccontare di una scarsa adesione in Italia, dove le segnalazioni seguono altre strade, spesso anche non particolarmente nobili o attendibili, come quella delle lettere anonime». Di Marco, che si dice «curioso rispetto all’applicazione del whistleblowing in materia di antitrust», anticipa che sulle modalità di utilizzo del canale interno in azienda si deciderà questa settimana, così come sulla scelta di figure come quella del cosiddetto facilitatore, «non facile da reperire, a conferma che si continua a mettere sulle spalle delle imprese adempimenti non semplici».

Per Pietro Scrimieri, direttore Risorse umane e Organizzazione di Acquedotto Pugliese Spa, con reti idriche al servizio di 4 milioni di cittadini, 12mila chilometri di reti fognarie e 184 depuratori, tra i maggiori player nazionali nella gestione del ciclo idrico integrato, «oggettivamente le novità normative comportano un aggravio burocratico, tuttavia Acquedotto Pugliese, in quanto società a controllo pubblico con circa 2.250 dipendenti e un valore della produzione di oltre 741,7 milioni, è già organizzata in tal senso da quattro anni». La Spa sta aggiornando le procedure per una rapida applicazione delle norme: «per quanto ci riguarda – aggiunge Scrimieri – la novità più sostanziale è l’allargamento della tutela ai cosiddetti facilitatori: dai sindacati ai parenti di chi effettua la segnalazione».

Su un possibile cambio di passo legato alla nuova normativa è pessimista Lando Maria Sileoni, segretario generale di Fabi, con oltre 118mila iscritti tra Abi e Bcc il più rappresentativo sindacato del credito. «Finora – dice – l’esperienza del whistleblowing almeno nel mio settore è stata totalmente negativa in quanto, nato come strumento di trasparenza, è stato invece utilizzato molte volte per farsi la guerra ai livelli dirigenziali più alti. Io personalmente ho gestito abusi di ogni genere partiti da lettere anonime. Il mio timore, inoltre, è che ci si possa trovare di fronte anche a uno strumento di pressione commerciale, che già abbiamo e combattiamo». Alla luce del fatto che nella definizione del canale interno di segnalazione vanno sentite le rappresentanze sindacali, Sileoni ha annunciato che verrà chiesto un immediato confronto sia nei gruppi, sia in Abi.

Fonte: Il sole 24 ore