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La Città della ceramica, dei Presepi e della ‘pigna’ del Premier Conte. di Ettore Minniti

Di
Redazione
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14 Dicembre 2020

Caltagirone è famosa per aver dato i natali a Don Luigi Sturzo, sacerdote e politico, ma lo è anche per la sua ceramica famosa in tutto il mondo. Storicamente, nel medioevo, le quarare caltagironesi, per contenere il miele e altre derrate alimentari, erano note ovunque. In quel periodo tanti erano gli artigiani dell’industria del vasellame invetriato. Dopo il terribile terremoto del 1683, che distrusse gran parte della città e delle opere ceramiche, vi fu una vasta produzione di acquasantiere, statuette, vasi ornati a rilievo, decorazioni per prospetti di chiese e case private, pavimenti ornati. Le fornaci lavoravano alacremente.

L’Istituto d’arte e il Museo della Ceramica hanno dato continuità nel tempo a questo nobile lavoro della forgia dell’argilla.

Un tempo, non tanto remoto, i pezzi forti della produzione ceramica calatina erano l’acquasantiera da capezzale, simbolo mariano, i recipienti detti vasciddari, richiesti dagli apicoltori, con le immagini della Madonna, realizzati dalla maestranza dei cannatari, ed infine i fischietti.

In questo frangente, assurge a simbolo di Caltagirone l’attività artistica del presepe. I primi santari, nel settecento,  producevano statuine della Sacra Famiglia e dei santi per i presepi,

Essa non è ‘arte povera’ e non è artigianato, ancorché fatta con materiali poveri, come l’argilla. Ha un valore artistico di inestimabile valore, perché rappresenta lo specchio della società che l’ha prodotto, con l’evoluzione dei tempi, il mutuare dei gusti e delle mode. La rappresentazione presepiale calatina non è disgiunta dal racconto evangelico con figure che rappresentano la povertà e l’umiltà.

Nel periodo natalizio, la Città di Caltagirone risplende di mille colori e gli addobbi richiamano tanti turisti provenienti da tutta l’isola e non solo, attratti dal quel magico momento, che appassiona adulti e bambini, con la rappresentazione di umili personaggi, forse ingenui, che offrono al ‘Bambin Gesù’, con gentilezza, il dono della ricotta, del pane, dell’uovo, della frutta, degli ortaggi, frutto della terra e del lavoro dell’uomo.

Caltagirone è una città da vivere, vedere, ove soggiornare, gustare, assaporare, con i suoi caratteristici carruggi.

In questi giorni, Caltagirone è stata al centro dell’attenzione dei media per la pigna in ceramica, realizzata da Peppe Failla, ceramista calatino, omaggiata al premier Conte, che ha fatto bella presenza in primo piano sul suo tavolo durante una ripresa televisiva. In quel momento si ricordava la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, motivo di ulteriore orgoglio per una tematica cosi importante. La pigna con i colori del tricolori riporta la scritta: “andrà tutto bene”.

Il nostro Failla così racconta questo momento di notorietà: “la Pigna, frutto del Pino, da sempre e in diverse civiltà ha racchiuso in sé i significati simboli di forza vitale, immortalità, legati all’albero che la genera insieme a quelli della fecondità e forza rigeneratrice per i semi che contiene, con questo significato pieno di positività e buon auspicio è stata realizzata e donata al presidente del Consiglio come segno di appartenenza, di speranza e di grande voglia di ritornare alla normalità perduta”.

La pigna è diventata oggetto di cult, richiesta in tutta Italia. Un momento di speranza per gli artigiani e gli artisti della ceramica, in un momento difficile per il nostro Paese. Un lavoro difficile e complesso quello della sua realizzazione. Il ceramista forgia la calotta di base ed il piede di appoggio con il tornio, poi modella una ad una le brattee della pigna, usando esclusivamente le dita delle mani. Magistrale attenzione, cura e meticolosità la renderanno un tutt’uno indissolubile con la cottura a smalto e i colori della tradizione calatina e non solo.

Regalare una pigna porta bene a chi dona e a chi la riceve.

Quando le mani dell’uomo sono sporche, nel nostro caso di fango, argilla e acqua, esse profumano di dignità. E questa l’Italia in cui crediamo e di cui siamo orgogliosi.

Confedercontribuenti è al fianco delle PMI del Turismo e gli artigiani/artisti ceramisti