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ITINERARI D’ARTE: PARCHI E GIARDINI ERMETICI IN ITALIA

Di
Redazione
|
22 Gennaio 2021

ITINERARI D’ARTE: PARCHI E GIARDINI ERMETICI IN ITALIA

di Ignazio Burgio

Tra i tantissimi tesori presenti nella nostra penisola, vi sono anche numerosi parchi pieni di simboli riconducibili all’astrologia, all’ermetismo e all’alchimia.

Nel Basso Medioevo gli Arabi riversano in Occidente, dall’Oriente musulmano e bizantino, le dottrine astrologiche ed ermetiche risalenti al leggendario Ermete Trismegisto. La semplicistica medicina del tempo se ne appropria nel tentativo di guarire i tantissimi malanni con l’aiuto delle piante medicinali e delle corrispondenze astrologiche. Così il complesso megalitico dell’Argimusco nei pressi di Montalbano Elicona (Messina), secondo le ricostruzioni più documentate, viene fatto costruire, nella prima metà del XIV sec. dal medico e alchimista catalano Arnaldo da Villanova al fine di attrarre le influenze celesti e guarire i malati.

Con l’Umanesimo e il Rinascimento, grazie all’ausilio della stampa, i libri e le idee riguardanti l’ermetismo si diffondono in tutta Europa e quindi anche in Italia. Di conseguenza le ville e i parchi dei nobili facoltosi cominciano a riempirsi di elementi simbolici come sculture, giardini, edifici dal significato ermetico.

Il cinquecentesco “Parco dei Mostri” di Bomarzo (Viterbo), fatto costruire da Pier Francesco Vicino Orsini nel 1547, è costituito da un percorso labirintico che si snoda  in mezzo a numerosi elementi simbolici e ad enigmatiche frasi incise sulla pietra, con lo scopo di guidare gli adepti all’iniziazione e alla rinascita. Oltre a molte statue mitologiche – Ercole, Venere, Cerere, una sirena con due code, ecc. – e di animali (un drago, un elefante, una balena), vi sono anche strutture il cui significato è difficile da decifrare: una casa pendente, un masso scolpito a forma di tomba etrusca, la bocca spalancata di un mostro che “ingoia” i visitatori, ed altro ancora.

In Veneto a Valsanzibio Galzignano Terme (Padova), la Villa Barbarigo Pizzoni Ardemani costruita nel 1669 dal Cardinale Gregorio Barbarigo, ospita un grande giardino esoterico, pieno di fontane, statue e altri simbolismi come un labirinto quadrato di siepi. La sua finalità tuttavia non era ermetica ma rigorosamente cattolica, poiché tutti gli elementi presenti rappresentano le tentazioni da cui il fedele deve guardarsi.

Nel XVIII secolo con la nascita ufficiale della Massoneria nel 1717, la moda di circondarsi di simbolismi ermetici si nasconde all’interno delle mura dei palazzi signorili, anche se non mancano eccezioni, come il giardino della famosa Villa Palagonia a Bagheria (Palermo) che contiene numerose statue di vecchi deformi, animali mitologici e draghi.

Nel secolo successivo la tendenza a creare spazi esoterici all’aperto riprende alla  grande. La Villa Durazzo Pallavicini a Genova costruita da Ignazio Alessandro Pallavicini nella prima metà dell’800 ospita un parco ermetico che nel 2017 è stato dichiarato “parco più bello d’Italia”. Tra fitti boschi e viali ornamentali, laghetti, cascate, grotte, ruderi, castelli e coffee house, emergono i contrasti tra le tenebre e la luce, il caos e l’ordine, l’immobilismo e il progresso che inevitabilmente non possono che far riflettere il visitatore.

In provincia di Biella esiste addirittura un intero paese, il borgo di Rosazza, che sempre nel corso del XIX secolo viene ristrutturato dal senatore Federico Rosazza – massone e cultore di spiritismo – secondo precise finalità ermetiche e alchemiche. Con le sue straordinarie architetture ricche di simboli massonici e di scritte finalizzate alla riflessione, nonché di una chiesa il cui soffitto, riproduce un cielo stellato, viene considerato da molti come il comune più misterioso d’Italia

Analogo carattere massonico presenta anche il “Bosco Isabella” a Radicofani (Siena) creato a cavallo tra Ottocento e Novecento dalla famiglia Luchini. Sono presenti i classici simbolismi della Massoneria: due massi all’ingresso a rappresentare le due colonne del Tempio di Salomone, “l’occhio onniveggente” disegnato da una siepe circolare, ed anche una piramide a base triangolare.

Nel corso del XX secolo quest’impulso – slegato tuttavia da finalità massoniche – continua con altre realizzazioni in tutta Italia, da parte soprattutto di architetti e artisti.

In Umbria ad esempio, nella località rurale della Scarzuola (Montegabbione, Terni), l’architetto milanese Tommaso Buzzi nel 1957 inizia a costruire la sua “città ideale”, con teatri all’aperto, labirinti, templi ed altre architetture simboliche che si richiamano all’antichità classica e all’ermetismo.

Ancora, a Garavicchio, nei pressi di Capalbio (Grosseto) l’artista franco-americana Niki de Saint Phalle a partire dal 1979 crea, insieme a tanti altri artisti, coloratissime sculture moderne che riproducono le 22 carte dei Tarocchi.

E, per citare un ultimo esempio, a partire dal 1986 l’appassionato d’arte Antonio Presti dà il via in provincia di Messina alla creazione del Museo diffuso di Fiumara d’Arte, lungo il corso del fiume Tusa. Tra il 1986 e il 2020 numerosi artisti italiani e stranieri realizzano, tra gli altri monumenti, anche una piramide e un labirinto, con finalità che vanno oltre la semplice arte, sfociando nel simbolismo e nella spiritualità.

Anche in un mondo sempre più laico e pragmatico come il nostro è insomma sempre presente in molte anime sensibili l’impulso ad andare oltre la dimensione umana e materiale, e a rappresentarla col linguaggio dei simboli.

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Fonte: Da QdC per il turismo