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STORIA DI UNA CAPINERA

Di
Redazione
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5 Gennaio 2019

Oggi 5 gennaio, mi sono svegliato e ho pensato a te, mentre tutta la città si sta svegliando intorno a me, poi d’improvviso ho realizzato che il 5 gennaio, oltre ad essere stato il giorno del mio unico matrimonio, è il giorno dell’assassinio di Pippo Fava. Così nel 2014 iniziai un mio ricordo su FB. Dopo oltre 30 anni, ancora un ricordo triste che ogni 5 gennaio scandisce la mia giornata.

Ma come dimenticare, dopotutto negli anni scorsi ci furono centinaia di segnalazioni su FB, involontariamente quasi una gara di un ricordo affettuoso e sincero di Pippo Fava. Ma anche quest’anno, il feroce assassinio da parte della mafia catanese, ancora la gente ha voglia di ricordare, di sottolineare il sacrificio di un uomo, che personalmente a me ha dato molto e dal punto di vista professionale e dal punto di vista umano e politico. In quegli anni ho combattuto per lui contro pregiudizi scellerati, che molti di quelli che oggi lo ricordano avevano nei suoi confronti.

Ma quest’anno si è aggiunto un evento ai soliti e certe volte inutili convegni fatti. La Fondazione Fava, nonostante l’assenza delle istituzioni, decise di ripubblicare I Siciliani e di digitalizzare anche tutti i numeri del Giornale del Sud che Pippo Fava dirigeva iniseme ai suoi carusi prima di fondare I Siciliani. Poi il docufilm ” I ragazzi di Pippo Fava”, tratto dal libro di uno dei carusi. Ma chi erano i collaboratori di Fava? Giovani giornalisti, carusi volenterosi di scommettersi in storie difficili come il fare un giornale, trattando allora di argomenti dai più considerati quasi un tabù. E come ha detto Riccardo Orioles, non è possibile fare un elenco preciso o i nomi di chi girava attorno a Fava. Io ho tentato di fare un elenco, ma sicuramente ho dimenticato qualcuno e quando si vogliono ricordare pubblicamente chi è stato con I Siciliani, si
dovrebbe avere il buon senso di non scordare nessuno, come è stato fatto qualche anno fa dal palco del Teatro Bellini a Catania.. Allora è meglio tacere i nomi e soprattutto non mettere in coda gente che non c’entra affatto con I Siciliani. Ognuno di noi, carusi di Fava, ha preso poi strade differenti, come è nella logica della vita, ma sempre tenendo presente nella propria mente ciò che ha vissuto. Almeno credo. Per parte mia è stato così.
Il gruppo si è ritrovato in parte nel momento di dovere affrontare il fallimento della Coop. Radar, l’editrice de I Siciliani, un fallimento che avrebbe potuto costare il sequestro e la vendita di proprietà di coloro che facevano parte del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale della cooperativa. La soluzione cercata e trovata fu quella di lanciare una sottoscrizione attraverso la Fondazione Fava, soluzione non condivisa da molti, per i motivi più svariati. Ebbene di fronte allo scetticismo che c’era ,
la risposta fu entusiasmante da tutta Italia, si formarono gruppi di sostegno ed arrivarono sul conto corrente aperto dalla Fondazione centinaia di contributi, la maggior parte di giovani, studenti e non che partecipavano anche con contributi di 5 0 10 euro. I Siciliani di Pippo Fava, non erano stati dimenticati, Pippo Fava non era stato dimenticato. Grande assenza significativa, la Sicilia e la società civile, insomma le associazioni anti qualcosa, tanti assenti ingiustificati e tanti di quei nomi che in questi anni si sono affrettati a ricordare Pippo Fava, allora storcevano il naso per il vile danaro che si richiedeva. E’ giusto ricordare anche questo avvenimento nella storia de I Siciliani, ma certamente nel caso in questione, da lassù qualcuno ci ha voluto dare una mano, non lasciandoci soli.

Ciao Pippo

Il direttore responsabile
Lillo Venezia

Fonte: Editoriali di Quotidiano dei Contribuenti
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