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STORIA DI UNA CAPINERA.RICORDO DI PIPPO FAVA

Di
Redazione
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10 Gennaio 2019

di Lillo Venezia, direttore responsabile

Il 5 gennaio, mi sono svegliato e ho pensato a te, mentre tutta la città si stava svegliando intorno a me, poi d’improvviso ho realizzato che il 5 gennaio, oltre ad essere stato il giorno del mio unico matrimonio, è il giorno dell’assassinio di Pippo Fava. Dopo oltre 30 anni, ancora  un ricordo  triste che ogni 5 gennaio scandisce la mia giornata. Ma come dimenticare, dopotutto negli anni scorsi ci furono centinaia di segnalazioni su FB, involontariamente quasi una gara per un ricordo affettuoso e sincero di Pippo Fava. Ma anche quest’anno, il feroce assassinio da parte della mafia catanese la gente ancora  voglia di ricordare e sottolineare il sacrificio di un uomo, che personalmente a me ha dato molto e dal punto di vista professionale e dal punto di vista umano e politico. In quegli anni ho combattuto per lui contro pregiudizi scellerati, che molti di quelli che oggi lo ricordano avevano nei suoi confronti. Ma quest’anno si è aggiunto un evento ai soliti e certe volte inutili convegni fatti. La Fondazione Fava, nonostante l’assenza delle istituzioni, decise di ripubblicare I Siciliani e di digitalizzare anche tutti i numeri del Giornale del Sud che Pippo Fava dirigeva iniseme ai suoi carusi prima di fondare I Siciliani. Poi il docufilm ” I ragazzi di Pippo Fava”, tratto dal libro di uno dei carusi. Ma chi erano i collaboratori di Fava? Giovani giornalisti, carusi volenterosi di scommettersi in storie difficili come il fare un giornale, trattando allora di argomenti dai più considerati quasi un tabù. E come ha detto Riccardo Orioles, non è possibile fare un elenco preciso o i nomi di chi girava attorno a Fava. Io ho tentato di fare un elenco, ma sicuramente ho dimenticato qualcuno e quando si vogliono ricordare pubblicamente chi è stato con I Siciliani, si dovrebbe avere il buon senso di non scordare nessuno, come è stato fatto qualche anno fa dal palco del Teatro Bellini a Catania.. Allora è meglio tacere i nomi e soprattutto non mettere in coda gente che non c’entra affatto con I Siciliani. Ognuno di noi, carusi di Fava, ha preso poi strade differenti, come è nella logica della vita, ma sempre tenendo presente nella propria mente ciò che ha vissuto. Almeno credo. Per parte mia è stato così. Il gruppo si è ritrovato in parte nel momento di dovere affrontare il fallimento della Coop. Radar, l’editrice de I Siciliani, un fallimento che avrebbe potuto costare il sequestro e la vendita di proprietà di coloro che facevano parte del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale della cooperativa. La soluzione cercata e trovata fu quella di lanciare una sottoscrizione attraverso la Fondazione Fava, soluzione non condivisa da molti, per i motivi più svariati. Ebbene di fronte allo scetticismo che c’era , la risposta fu entusiasmante da tutta Italia, si formarono gruppi di sostegno ed arrivarono sul conto corrente aperto dalla Fondazione centinaia di contributi, la maggior parte di giovani, studenti e non che partecipavano anche con contributi di 5 0 10 euro. I Siciliani di Pippo Fava, non erano stati dimenticati, Pippo Fava non era stato dimenticato. Grande assenza significativa, la Sicilia e la  società civile,  insomma le associazioni anti qualcosa, tanti assenti ingiustificati e tanti di quei nomi che in questi anni si sono affrettati a ricordare Pippo Fava, allora storcevano il naso per il vile danaro che si richiedeva. E’ giusto ricordare anche questo avvenimento nella storia de I Siciliani, ma certamente nel caso in questione, da lassù qualcuno ci ha voluto dare una mano, non lasciandoci soli. Ciao Pippo

 

 

Fonte: Editoriali di Quotidiano dei Contribuenti
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