DIVENTA SOCIO

Rivoluzione verde e transizione ecologica

Di
Redazione
|
6 Febbraio 2021

Rivoluzione verde e transizione ecologica

Le tre componenti in cui si articola la “missione” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in materia di emissione di CO2 , che va contenuta attraverso pratiche condivisibili e positive, riducendo la combustione di fossili, ricorrendo a fonti di energia alternative, migliorando l’efficienza dei bruciatori, riducendo il fabbisogno di calore

di Renato Costanzo Gatti

L’obiettivo è decisamente positivo; l’innalzamento della temperatura terrestre comporta il rischio di alluvioni, innalzamento del livello dei mari (aiuto, casa mia andrebbe sott’acqua), desertificazioni devastanti, un disastro globale che va fermato. Biden, dopo che Trump aveva disdetto gli accordi di Parigi, sembra determinato a rientrare in quel gruppo di paesi che vogliono insieme combattere il riscaldamento globale.

Tale riscaldamento è ritenuto da qualcuno come un fatto ciclico dipendente dalle mutazioni solari ciò confortato dal fatto che nel ‘900 la Groenlandia fosse chiamata Green Land mentre oggi è un ghiacciaio; da altri, tra i quali mi iscrivo, il surriscaldamento è frutto dell’uomo che bruciando combustibili fossili crea molta anidrite carbonica responsabile dell’effetto serra, cioè del surriscaldamento. L’effetto serra nelle giuste quantità è una cosa benefica, infatti se non ci fosse la temperatura terrestre sarebbe di meno 18 gradi, ma l’eccesso di CO2 innalza troppo la temperatura e va eliminata. Gli obiettivi di riduzione della produzione di CO2 rispetto al passato è del 50% entro il 2030 e del 100% entro il 2050.

Il contenimento dell’emissione di CO2 si ottiene riducendo la combustione di fossili, ricorrendo a fonti di energia alternative, migliorando l’efficienza dei bruciatori, riducendo il fabbisogno di calore; insomma pratiche condivisibili e positive.

La missione si articola in tre componenti:

2.1 Agricoltura sostenibile ed economia circolare per……………………………6.30 mld di€

2.2 Energia rinnovabile idrogeno e mobilità sostenibile per…………….…..18.20

2.3 Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici per…………………..29.35

2.4 Tutela del territorio e della risorsa idrica per——————————-15.00

   Per un totale di…………………………………………………………………………………..68.90 mld di €

Tutti gli obiettivi sembrano condivisibili, tuttavia mi incuriosiscono due componenti in particolare: la componente 2.2 e quella 2.3.

Nella componente 2.2 l’obiettivo 2.2.2 riguarda l’utilizzo dell’idrogeno nell’industria -hard to abate.

Nell’industria siderurgica primaria l’idrogeno rappresenta in prospettiva un’alternativa al gas naturale per la produzione di Ferro Ridotto Diretto (DRI) in linea con gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni, è previsto un investimento per lo sviluppo del DRI connesso al progetto di decarbonizzazione dell’ex ILVA a Taranto e alla transizione per la produzione di acciaio verde in Italia.

Nella componente 2.3 l’obiettivo 2.3.2 riguarda l’estensione del superbonus al 110% per l’efficientamento energetico e messa in sicurezza degli edifici. La misura, introdotta di recente, prevede una detrazione d’imposta pari al 110% per le spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica come quelli di isolamento termico degli involucri edilizi, di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale e di riduzione del rischio sismico degli edifici. Nel caso di tali interventi è possibile includere nell’incentivo anche l’installazione di impianti solari fotovoltaici e di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici.

Comparando i due interventi si nota subito come quello dell’acciaio verde affronta sia il tema dell’inquinamento che quello dell’occupazione diretta e indotta, individua un obiettivo rilevante rilanciando il più grosso stabilimento siderurgico d’Europa designandolo come primo campione europeo. L’investimento avrebbe poi una proiezione nel tempo di durata considerevole.

L’acciaio verde, prodotto con altiforni alimentati a idrogeno, ha un grande futuro nell’economia europea e mondiale, al contrario dell’attuale acciaio grigio, basato sull’energia fossile, e potrebbe fare moltissimo per l’Italia e in particolare per la città di Taranto, sede degli impianti dell’ex Ilva, se (gli italiani) fossero fra i primi a produrlo.” Lo ha detto, durante una conferenza stampa a Bruxelles il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Frans Timmermans, responsabile per il “Green Deal”, rispondendo alle domande di un giornalista.

L’investimento rimarrebbe proprietà pubblica in grado di dare un ritorno all’investitore collettivo qual’è lo stato, ricompensando quindi le next generations che si dovranno far carico di restituire i prestiti ricevuti.

L’altro intervento, pur condivisibile, aiuta a risolvere il problema del surriscaldamento e fornisce, una tantum, un aiuto all’occupazione al settore edilizio ed energetico; non genera tuttavia alcun ritorno per le next generations (che anzi vedranno diminuire il gettito delle imposte nei prossimi 10 anni quando i crediti d’imposta saranno usati per pagare le imposte dovute) mostrando quindi un moltiplicatore molto inferiore a quello dell’acciaio verde.

Quel che perplime è che per la voce 2.2.2 “Investimenti nella filiera dell’idrogeno” siano stanziati 2 mld di € dal recovery plan e altri 2 mld dagli stanziamenti della legge di bilancio, mentre alla voce 2.3.2 “Efficientamento energetico e sismico edilizia residenziale” ne siano stanziati ben 18.51 dal recovery plan e altri 6.20 mld dagli stanziamenti della legge di bilancio.

.fb_iframe_widget span{width:460px !important;} .fb_iframe_widget iframe {margin: 0 !important;} .fb_edge_comment_widget { display: none !important; }

Source: Da QdC ad Imprese
Leggi anche: Rivoluzione verde e transizione ecologica