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Riforma del MES: tutte le criticità per l’Italia

Di
Redazione
|
10 Dicembre 2020

di Antonino Gulisano

Sono le nove in punto di ieri mattina quando Giuseppe Conte inizia il suo discorso alla Camera dei deputati, con le comunicazioni in vista dell’atteso appuntamento di oggi con il Consiglio europeo.

Il presidente del Consiglio apre la sua relazione con queste affermazioni: “Per la prima volta l’UE si è fatta promotrice di politiche espansive, con risposta radicalmente diversa del passato, quando le scelte erano fondate sull’austerità”.

Tra gli argomenti trattati il delicato tema della riforma strutturale del Mes, che sarà in agenda nel Consiglio europeo, con queste dichiarazioni:

Il meccanismo di backstop per la garanzia delle banche è un tema importante, voluto dall’Italia. Potrà iniziare ad attivarsi dal 2022, grazie anche al ruolo svolto dall’Italia per anticipare questo strumento, prima previsto per il 2024;
La scelta definitiva sull’utilizzo del Mes resta comunque compito del Parlamento;
L’obiettivo è una prospettiva più ampia: il Mes va trasformato in qualcosa di diverso. L’Italia nell’ambito della conferenza sul futuro dell’UE si farà promotrice di una proposta innovatrice: integrare il Mes nel quadro dell’architettura europea con raccordo alle istituzioni europee e superare la forma dell’accordo intergovernativo;
Il Mes deve avere come modello la struttura del Next Generation Eu;
Next Generation Eu spero possa diventare strutturale;
La politica della BCE e l’accordo sul Recovery Fund stanno cambiando la fisionomia dell’Unione Europea.

In questi periodi di emergenza pandemica da Coronavirus, del tema del Mes(meccanismo di stabilizzazione finanziaria) tutti ne parlano ma pochi sanno di cosa si tratta. Provo in quest’articolo, in modo sintetico, a far capire che cos’è e il perché questo non serve all’Italia.

Il meccanismo europeo di stabilità (Mes) fa parte della strategia dell’UE intesa a garantire la stabilità finanziaria nella zona euro. Sostituisce o prosegue, il Fondo europeo di stabilità finanziaria (FESF), istituito nel 2010.

La mission del Mes è: concedere prestiti nell’ambito di un programma di aggiustamento macroeconomico; acquistare titoli di debito sui mercati finanziari primari e secondari; fornire assistenza finanziaria sotto forma di linee di credito; finanziare la ricapitalizzazione di istituzioni finanziarie tramite prestiti ai governi dei suoi Stati membri.

L’assistenza viene concessa sotto forma di un prestito o di una linea di credito concessi al paese dell’UE interessato.

La decisione di concedere una linea di credito contiene le informazioni seguenti:

le modalità dell’assistenza finanziaria;
le condizioni generali di politica economica legate all’assistenza finanziaria dell’UE (ad esempio misure fiscali di consolidamento per ridurre il debito pubblico);
l’approvazione del programma di aggiustamento predisposto dal paese destinatario.
Il MESF è finanziato dal bilancio dell’UE. La Commissione è autorizzata a prelevare fino a un totale di 60 miliardi di euro sui mercati finanziari per conto dell’UE. I prestiti sono garantiti dal bilancio dell’UE. L’Italia è uno dei principali Paesi finanziatori.
I prestiti sono finanziati dal Mes, che a sua volta chiede prestiti sui mercati finanziari, e sono garantiti dai partecipanti al capitale (paesi dell’area euro). I prestiti avvengono sulla base di condizioni rigide, compreso il ritorno delle finanze pubbliche a livelli sostenibili.

Per capire, ulteriormente cos’è il Mes e cosa sono le riforme approvate dall’Eurogruppo e anche dall’Italia, occorre fare chiarezza. Nato nel 2012, a sostituzione del Fondo europeo di stabilità finanziaria e del Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria, esso è di fatto il fondo monetario del Vecchio Continente, avente l’obiettivo di dare sostegno ai Paesi membri in caso di crisi e di probabile default.

Vediamo i punti di debolezza: Uno dei punti più dibattuti ha sempre riguardato il rinnovato potere della Banca Centrale Europea e, di conseguenza, le limitazioni imposte al settore bancario e ai governi nazionali. Un paese sovrano ha sempre avuto il potere di battere moneta e di avere il potere di stampare moneta con una Banca centrale di ultima istanza. Ma la Bce non è banca centrale di ultima istanza, ma una banca proprietaria di soggetti privati, di altre banche, autorizzata di volta in volta dalla Commissione UE e dal Consiglio dei Governi dei paesi aderenti.

La somma a garanzia fornita agli Stati in difficoltà viene suddivisa e composta dalle partecipazioni di ciascun membro non in difficoltà. In poche parole, parte dei soldi concessi alla Grecia sono stati corrisposti con capitali messi a disposizione in parte dalla Germania, in parte dall’Italia, dalla Francia.

Ed è qui il pericolo: se uno degli Stati più «affidabili» dovesse trovarsi in difficoltà e aver bisogno del Meccanismo, la quantità dei fondi che non può più garantire si riverserebbe necessariamente sugli Stati più piccoli.

A seguito della emergenza pandemica si è trovato il punto d’incontro e l’Eurogruppo ha dato via libera a un Messanitario” senza condizioni. Davvero è senza condizioni? NO. In pratica il Mes sarà sì senza condizioni, ma solo per le spese mediche riguardanti l’emergenza Covid 19. Il fondo, ha comunque ribadito il ministro delle finanze olandese, sarà accessibile anche per forme di sostegno economico, ma in quel caso scatterà la condizionalità.

Ultima ciliegina entrata in questo progetto anche il salvagente per le banche.

Ci sono modifiche anche sull’unione bancaria. In questo caso, con la riforma, si permetterebbe di aprire un paracadute quando un grosso istituto finanziario sta precipitando. E’ il caso della Deuchet Bank tedesca. Un intervento con soldi comunitari (quindi pubblici) di ultima istanza, cioè da utilizzare solo se le risorse messe da azionisti e risparmiatori (secondo le regole del bail-in) e dall’apposito fondo alimentato dalle banche non risultino sufficienti a evitare il fallimento. Si tratta del cosiddetto “backstop”, il fondo unico di risoluzione per le banche. Per questo il Mes – a riforma definitivamente approvata – garantirebbe dei soldi per i salvataggi bancari.

Il Mes riformato si candida ad essere l’organo gestore delle crisi di debito pubblico nei prossimi anni.

Tutta questa riforma del Mes è realmente vantaggiosa agli interessi e allo sviluppo dell’Italia, che si trova in uno stato di criticità per il suo debito pubblico e col PIL a -9% che si ipotizza per il prossimo Bilancio 2021? NO! All’Italia servono due misure drastiche. Spendere le somme messe a disposizione dal Bilancio UE per la Next Genretion con dei Progetti di investimenti reali destinati allo sviluppo (ristrutturazione del sistema sanitario sia infrastrutturale come gli ospedali territoriali, sia le risorse umane di medici e infermieri). Informatizzazione di tutta la struttura statale e privata. Investimenti infrastrutturali nel settore della istruzione e del risanamento idrogeologico dei territori. E non continuare con bonus e ristori senza prospettiva di sviluppo.

L’altra, la costituzione di un Fondo Patrimoniale, costituito dai beni pubblici, come beni comuni, gli “asset” strategici nazionali e le sottoscrizioni private dei cittadini tramite i CCT (Certificati di credito del tesoro) riscattabili in 25 /30 anni. Ultima notizia di ieri un emendamento presentato in Commissione Bilancio della Camera: tassa sui contanti, sanatoria in Legge di Bilancio 2021. Si tratterebbe, a ben vedere, di una sorta di “misura ponte” legata al piano Italia Cashless, che consentirebbe nel far ritornare in Patria molte delle somme detenute all’estero e non dichiarate.

Un ulteriore emendamento in materia di emersione volontaria delle somme non dichiarate è stato presentato anche da Centro Democratico e LEU. Agli interessati viene concessa la facoltà di optare per il pagamento di imposte, interessi, sanzioni e contributi in misura forfettaria pari al 20 o al 10 per cento “per gli accrediti o addebiti che non siano in grado di giustificare, anche mediante presunzioni gravi, precise e concordanti, l’origine o la destinazione”.

Viene spontaneo: siamo alle solite sanatorie dei furbetti.