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Prezzi alla produzione in flessione del 2,3%

Di
Redazione
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30 Giugno 2023

A guidare è ancora l’energia ma qualche segnale più robusto inizia a palesarsi anche nella manifattura. Così, la media dei prezzi alla produzione a maggio si riduce del 2,3% rispetto al mese precedente, del 4,3% su base annua.

Medie trainate al ribasso da gas ed energia elettrica, con i prezzi relativi a cedere otto punti nel mese, oltre 24 rispetto allo stesso periodo 2022. Caduta che inizia a coinvolgere in modo un poco più convinto rispetto al passato anche i listini della manifattura: se in termini mensili tra febbraio e aprile il calo era stato dello 0,1-0,2%, ora la riduzione è più robusta, pari allo 0,6%. Frenata visibile anche nel confronto annuo, perché se a febbraio la crescita dei prezzi era ancora vicina gli otto punti, oggi il progresso è limitato all’1,1%.

Tra tessile-abbigliamento, elettronica e macchinari sono comunque ancora molte le aree in cui il confronto annuo è penalizzante, così come accade per gli alimentari, i cui prezzi rispetto a maggio 2022 sono ancora in crescita del 7,4%.

La discesa dei prezzi dell’energia è ad ogni modo il tema principale che guida ogni narrazione e guardando i valori del gas la caduta pare essersi arrestata, ponendo qualche dubbio sull’intensità della discesa ulteriore dei listini dei prossimi mesi: i 45 euro per Mwh medi di aprile sono scesi infatti a quota 34 il mese successivo ma nella media di giugno si resta ancorati poco oltre quota 32. Situazione non dissimile per l’energia elettrica, scesa nel Prezzo Unico Nazionale da 135 euro per Mwh a 106 (maggio) e ora a 104. In entrambi i casi, per gas ed energia elettrica, siamo comunque ancora su livelli almeno doppi rispetto al periodo pre-crisi.

Calo dei listini industriali che avviene comunque in un momento non brillante per la manifattura, che vede produzione e ricavi in discesa. Così come accaduto per l’output, anche il fatturato di aprile è in effetti deludente. Si concretizza infatti il secondo calo mensile consecutivo, frenata che riguarda anche il dato tendenziale e che peggiora guardando ai volumi, depurando dunque i numeri dall’effetto-prezzi.

Riduzione dell’1,8% identica anche nel confronto annuo, con i comparti più energivori a trascinare verso il basso le medie.

Per carta-legno e metallurgia la frenata è infatti superiore al 14%, per la chimica di oltre 19 punti, settore quest’ultimo in rosso a doppia cifra anche nell’intero primo quadrimestre.

Risultato della discesa dei listini ma non solo. Istat stima infatti che per l’intera manifattura l’indice destagionalizzato del fatturato in volume registri un calo evidente in termini congiunturali (-2,4%), frenata che raddoppia al 4,9 su base annua.

FONTE: “IL SOLE 24 ORE”