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Nato il Governo Draghi, ecco come funzionerà il recovery fund

Di
Redazione
|
13 Febbraio 2021

Nato il Governo Draghi, ecco come funzionerà il recovery fund

di Antonino Gulisano

Mario Draghi ha formato ieri il nuovo governo. La prima, la più importante delle sfide che lo aspettano è l’utilizzo ottimale delle risorse europee del Recovery Fund per rilanciare l’economia del Paese, disastrata dopo un anno di pandemia.

Con il regolamento definitivo, approvato dal Parlamento Europeo nella seduta del 9 febbraio 2021, con 582 voti favorevoli, 40 contrari e 69 astensioni, l’assemblea comunitaria ha dato il via libera e un assetto definitivo Next Generation EU che è, con ottime ragioni, considerato il fulcro dell’intervento solidale europeo per il contrasto agli effetti della pandemia.

Il regolamento del Recovery and Resilience Facility, che mette a disposizione 672,5 miliardi di euro in prestiti e sovvenzioni sarà ora approvato formalmente dal Consiglio e poi entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE.

Il dispositivo per la ripresa e la resilienza aiuterà gli Stati membri ad affrontare l’impatto economico e sociale della pandemia di COVID-19, garantendo nel contempo che le loro economie intraprendano le transizioni verde e digitale e diventino più sostenibili e resilienti.”

Il testo è la guida per ogni Paese membro affinché possa ricevere i fondi a disposizione. Da sottolineare, si tratta dei 672,5 miliardi di euro divisi in 312,5 miliardi di sovvenzioni e 360 miliardi di prestiti.

Recovery Plan: come cambierà con il nuovo governo Draghi?

I vari Recovery Plan nazionali devono prevedere riforme e progetti di investimento pubblico secondo queste linee guida:

riflettere le sfide specifiche per Paese in linea con le raccomandazioni del semestre europeo;
allinearsi alle seguenti priorità dell’UE: stimolare il potenziale di crescita, la creazione di posti di lavoro e la resilienza economica e sociale;
sostenere la transizione verde con non meno del 37% delle risorse per il clima e la sostenibilità ambientale;
promuovere la trasformazione digitale attraverso l’uso del 20% delle risorse per progetti di digitalizzazione

Si specifica nella nota del Parlamento: “i piani dovranno avere un impatto duraturo sia in termini sociali che economici, includere riforme globali e un robusto pacchetto di investimenti e non danneggiare significativamente gli obiettivi ambientali.”

Qual è l’iter dei piani nazionali?

Il regolamento sul Recovery Fund, approvato dal Parlamento UE, stabilisce nel dettaglio l’iter del piano nazionale.

Nello specifico, gli Stati membri presentano piani ufficiali entro il 30 aprile 2021, con la possibilità di modificarli in una fase successiva.

La Commissione li valuta e li trasmette al Parlamento e al Consiglio. Il Consiglio dell’UE analizza le proposte e adotta i piani sulla base di quanto indicato dalla Commissione e può sospendere l’adozione o i pagamenti in caso di significativa inadempienza.

Se non ci sono anomalie, il piano nazionale diventa quindi attivo e può partire il prefinanziamento fino al 13% delle sovvenzioni e 13% dei prestiti.

Gli Stati membri riferiscono due volte all’anno sui progressi compiuti nell’ambito del semestre europeo.

La Commissione comunica periodicamente sull’attuazione al Parlamento e al Consiglio.

Il regolamento del Recovery Fund pone delle condizioni ai singoli Stati per continuare ad usufruire dei fondi.

Si tratta di aspetti legati proprio ai conti pubblici e agli obiettivi economici nazionali. Nello specifico, si afferma negli articoli del testo che i Paesi devono dimostrare costante impegno nel regolarizzare il bilancio pubblico e apportare i dovuti aggiustamenti macroeconomici.

Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva le regole che governano il Recovery fund, il Recovery e Resilience Facility (Rrf)

Oltre al Recovery Fund ci sono altri strumenti previsti dal piano generale di 750 miliardi:

SURE, primo ammortizzatore sociale UE approvato il 2 Aprile 2020.

REACT-UE: 55 miliardi in più fino al 2022 sui piani di coesione, assegnati in funzione della gravità delle conseguenze socioeconomiche della crisi Coronavirus, tra cui il livello di disoccupazione giovanile e la prosperità relativa degli Stati membri.

Fondo per una transizione giusta: potenziato con un importo fino a 40 miliardi di euro per accelerare l’approdo alla neutralità climatica.

Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: un rinforzo di 15 miliari di euro.

Sostegno alla solvibilità: un nuovo strumento, operativo da quest’anno, con 31 miliardi di euro per sostenere la solvibilità delle imprese (liberando 300 miliardi di euro). Il target fondamentale sono le imprese economicamente sostenibili che operano nei settori, nelle regioni e nei paesi più colpiti.

InvestEU: programma potenziato con 15,3 miliardi di euro. All’interno di questo piano verrà anche incorporato un nuovo dispositivo per gli investimenti strategici, con dotazione finanziaria aggiuntiva (fino a 15 miliardi di euro) per sbloccare investimenti pari a 150 miliardi in settori strategici (ambiente, digitale, catene del valore mercato interno).

Salute EU4Health: nuovo programma per la salute, dotazione di 9,4 miliardi di euro, potenzierà la sicurezza sanitaria e permetterà di prepararsi alle crisi sanitarie del futuro.

RescEU: rinforzo di 2 miliardi di euro per il meccanismo di protezione civile.

Orizzonte Europa: potenziamento da 94,4 miliardi di euro per finanziare attività essenziali di ricerca nel campo della salute, la resilienza e la transizione verde e digitale.

Azione esterna: dotazione supplementare di 16,5 miliardi, anche per l’assistenza umanitaria.

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Source: Da QdC ad Imprese
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