L’Emergenza sanitaria è emergenza sociale. E la politica?
di Antonino Gulisano
Nel tempo dell’emergenza della pandemia del Covid quale ruolo ha la politica?
In questo contesto di emergenza della pandemia di coronavirus, i problemi che si appalesano
sono: la salute, la sicurezza, il lavoro.
La costituzione italiana sancisce alcuni principi fondamentali: l’art. 1 l’Italia è una repubblica
fondata sul lavoro…. L’art. 4 la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove
le condizioni che rendono effettivo questo diritto…l’art. 32 la Repubblica tutela la salute come
fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce le cure gratuite agli
indigenti. L’art. 16 ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente ….salvo le limitazioni che
la legge stabilisce in via generale per motivi di salute e di sicurezza….
Nell’attuale contesto del Governo Conte ci poniamo un interrogativo quale ha il ruolo della politica?
Credo che l’attuale Governo, pur agendo in condizioni di emergenza e di difficoltà oggettiva del
paese, non riesce a trovare il bando della matassa e non riesce a dare una risposta univoca e
rassicurante ai cittadini. Il dilemma che continuamente viene posto è prioritario la Salute o il
Lavoro, come economia? Il dilemma da un milione di euro. Eppure, ambedue sono tutelati dai
principi costituzionali. Quale possibile soluzione? Ricordando i miei studi di K. Popper voglio
richiamare un concetto significativo del testo: La Società aperta e i suoi nemici. L’individuo come
persona è al centro del sistema sociale e politico, distinguendo i due concetti di individualismo da
egoismo. Se l’uomo come individuo persona sta al centro del sistema sociale la soluzione è
obbligata e semplice salvaguardare la dignità dell’individuo come persona tra i due corni: salute e
lavoro. In questa prospettiva ritengo che il Governo attuale non riesce a trovare una reale via
d’uscita e una proposta da condividere con i cittadini. Questa maggioranza che sostiene il Governo
è divisa nelle soluzioni da adottare specie nei settori della salute e della economia. Il dibattito è
incentrato sull’uso dei fondi europei tra MES e Recovery fund. Le uniche soluzioni che si adottano
sono: per la salute con la segregazione, per l’economia i bonus e i ristori con risorse a debito, che
qualcuno alla fine dovrà ripagare. L’opposizione sovranista e populista si è tirata fuori dal
contribuire a una reale soluzione dei problemi posti dalla condizione oggettiva della pandemia.
Inoltre, la prospettiva di questo Governo non ha un progetto del futuro per questo Paese del dopo
uscita dalla emergenza sanitaria ed economica. Da alcuni mesi proponiamo alla pubblica opinione
e ad alcuni parlamentari alcune proposte operative dell’immediato e per il futuro strategico. Una
delle proposte immediate è quella di adottare la moneta complementare interna, non in contrasto
con i regolamenti della U.E., per usarla negli investimenti strutturali come nella sanità territoriale,
nella messa in sicurezza dei sistemi della mobilità e della salvaguardia idrogeologico del territorio.
L’adozione complementare dei CCF (certificati di credito fiscali) da essere ripagati a due anni dalla
emissione per pagare il fisco. L’altro, scoglio enorme dell’economia è il Debito pubblico in rapporto
al PIL. Ho sempre affermato: il convento è povero cioè lo Stato e i Monaci sono ricchi cioè i
cittadini. Attualmente il risparmio privato liquido dei cittadini italiani ammonta a circa 1.600,00 mld
di euro è una risorsa enorme. Le soluzioni quali sono? O si adotta una tassa patrimoniale oppur,
come ho proposto diverse volte, la istituzione di un Fondo patrimoniale partecipato dei cittadini e
dei beni pubblici dello Stato e di tutti gli “asset” strategici da essere posti a garanzia per le future
generazioni e ripagate a trent’anni.
Si può uscire dalla emergenza solo tutti insieme. Ma insieme significa avere gli stessi obiettivi e la
stessa direzione di marcia. Questa marcia può indicarla solo la Politica o non si esce.
Papa Francesco scrive: FRATRES OMNES (Fratelli tutti).
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Fonte: Dal Quotidiano dei contribuenti
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