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Le nuove regole sui crediti deteriorati rischio mortale per l’economia italiana

Di
Redazione
|
16 Novembre 2020

Le nuove regole sui crediti deteriorati rischio mortale per l’economia italiana

Antonello Longo – Direttore Responsabile
Si chiama “calendar provisioning” ed è la normativa della BCE (banca centraleeuropea) per le coperture dei crediti deteriorati che, per effetto della pandemia,aumentano a dismisura e rischiano di mettere in crisi le banche.
Sono regole nate prima della pandemia che è necessario cambiare, come sostiene anche il presidente dell’ABI (associazione bancaria italiana), Antonio Patuelli, non solo nell’interesse delle banche, ma dell’intera economia italiana, delle imprese, dei risparmiatori e di chi investe.
Analogo discorso vale per la nuova definizione di “default” dettata dalla BCE alle banche europee per stabilire, a partire dal 2021, quando un prestito deve essere considerato scaduto per insolvenza.
Fra un mese e mezzo, quindi, sarà considerato insolvente, e inserito (a vita) nell’elenco dei cattivi pagatori, il debitore persona fisica che rimane in arretrato, per qualsiasi importo da 100 euro in su, anche di soli tre mesi. Per le aziende il limite, bontà loro, sarà di 500 euro. Tempi troppo brevi, cifre ridicole.
La Confedercontribuenti ha segnalato con forza e per tempo il problema dei crediti deteriorati (NPL), essendo chiaro a tutti che le misure di contrasto alla pandemia di Coronavirus aumentano a dismisura le difficoltà delle famiglie e delle imprese nel restituire i debiti contratti con banche e società finanziarie. Così come è chiaro che lo scoppio dei bilanci bancari per via della massa dei crediti deteriorati è un pericolo mortale per l’intera economia italiana.
A questo punto il dilemma è chiarissimo: o la BCE fa marcia indietro rispetto a regole assurde, oppure l’economia, invece di essere sostenuta a causa del Covid, finirà per essere definitivamente strangolata. Infatti è evidente che le banche, con queste regole,
saranno sempre più rigide nell’erogazione del credito.
Il governo italiano deve fare immediatamente pressione sull’Unione Europea, chiedendo di modificare le regole sui debiti deteriorati e il default entro la fine dell’anno, quanto meno, come chiede la stessa ABI, aumentando il tempo di tre mesie alzando le cifre irrisorie.
Come intende muoversi sul punto il commissario europeo all’economia, l’italiano Gentiloni? Cosa fa la deputazione italiana al Parlamento Europeo? L’Europa, che ha allentato verso i governi la sua politica dell’austerità per venire incontro ai danni economici  provocati  dalla  pandemia,  ora  non  può  ignorare  la  necessità  di  venire incontro ad  una massa  enorme di  famiglie e di  imprese. Lo  Stato  italiano,  da  parte  sua,  ha  fin  qui  disposto  moratorie  e  fornito  garanzie  per oltre  400  miliardi  di  euro.  Adesso,  subito,  nella  legge  di  bilancio  che  (con  ritardo)  va in  discussione  in  Parlamento,  le  garanzie  devono  essere  estese  e  prolungate  fino  alla fine dell’emergenza  sanitaria. Insistiamo  su  questo  punto,  irrinunciabile  per  la  Confedercontribuenti,  ed  esigiamo risposte inequivoche  e immediate.

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Source: Da QdC ad Imprese
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