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L’allarme di Confedercontribuenti per le nuove povertà. Finocchiaro: “abbassare le tasse”!

Di
Redazione
|
7 Marzo 2021

di redazione

Lo scorso 4 marzo l’Istat ha diffuso le stime preliminari della povertà assoluta per l’anno 2020. Le stime definitive saranno rese disponibili nel prossimo mese di giugno i dati potrebbero quindi subire qualche modifica, ma il quadro delle conseguenze della crisi economica prodotta dalla pandemia e dall’emergenza sanitaria è già chiaro. Ed è un quadro allarmante, che rende il senso del drastico peggioramento   delle condizioni di vita delle famiglie nell’ultimo anno.

La povertà assoluta torna a crescere e tocca il valore più elevato dal 2005.

Nelle stime preliminari del 2020 mostrano una povertà assoluta in crescita sia in termini familiari (da 6,4% del 2019 al 7,7%, +335mila), con oltre 2 milioni di famiglie, sia in termini di individui (dal 7,7% al 9,4%, oltre 1 milione in più). Le persone che vivono in condizioni di povertà assoluta sono circa 5,6 milioni.

Prima della crisi del 2008 l’incidenza della povertà assoluta familiare era inferiore al 4% e quella individuale era intorno al 3%. Oggi la povertà assoluta in Italia raggiunge i valori più elevati dal 2005, cioè da quando l’ISTAT ha cominciato a misurare questo indicatore.

La pandemia di Covid 19 ha provocato la peggiore recessione economica dalla fine della Seconda guerra mondiale. Una situazione che rende intollerabili i livelli di pressione fiscale che gravano sul Paese. Nel 2020, stando ai dati Istat, il rapporto tra pressione fiscale e PIL è cresciuto ulteriormente, passando salitodal 42,4% del 2019 al 43,1%.

Ora, non solo è evidente che, nelle condizioni economiche e sociali in cui si ritrova l’Italia, famiglie e imprese non possono reggere una pressione fiscale così pesante, ma anche le regole di una buona economia, di un sistema economico sano, impongono allo Stato di salvaguardare il suo patrimonio produttivo e il reddito delle famiglie.

Confedercontribuenti è impegnata da tempo in questa battaglia. “Bisogna mettere al centro il contribuente e le imprese, aiutandoli ad essere in grado di poter contribuire al meglio e senza metterli in difficoltà – sono le parole del presidente, Carmelo Finocchiaro – senza costringerli a stare alle corde o, meglio, alle soglie della povertà, perché così facendo non potranno più essere in grado di far fronte ai loro doveri di ‘contribuenti’, utilizzando quei pochissimi soldi rimasti in loro possesso solo per la sopravvivenza di se stessi e delle loro famiglie”.

Salvare le imprese dal rischio della chiusura e del fallimento ed aiutare le famiglie in difficoltà, alleggerendo in generale la pressione fiscale ed evitando di strozzarle con le scadenze maturate in questa fase di straordinaria emergenza, è interesse dello Stato ed è un obbligo per i suoi governanti.

Raccomandiamo al nuovo governo – dice il presidente di Confedercontribuenti –  ancora una volta, che qualunque tipo di manovra fiscale, come una nuova rottamazione, sia compatibile con le difficoltà che gli italiani e le imprese stanno vivendo in questo ultimo anno e soprattutto non sia frutto di scelte burocratiche prive di ogni collegamento con la realtà: il rientro del pagamento delle imposte e delle tasse deve essere compatibile con i conti economici delle aziende e tener conto dei redditi effettivi delle persone”.

Credocontinua il presidente Finocchiaro che il governo Draghi e il ministro dell’Economia, Franco, debbano affrontare le questioni di concertocon chi rappresenta le imprese e i contribuenti e dare il giusto ascolto ai problemi e ai bisogni del Paese. Solo così usciremo insieme con una compliance che porterà risultati per lo Stato e per i contribuenti”.

La Confederazione dei contribuenti, delle imprese e delle famiglie, per mezzo del suo presidente, definisce inaccettabile l’aumento della pressione fiscale sotto pandemia, “considerato che l’emergenza sanitaria in atto ha determinato la chiusura forzata delle attività produttive, portando milioni di famiglie sull’orlo della povertà”.

Mentre le famiglie e le imprese sono allo stremo conclude Carmelo Finocchiaro – invece di risarcimenti adeguati sugli italiani sono piovute tasse! Per ridare ossigeno alle attività del nostro Paese, oltre alle altre cose da fare, bisogna abbassare le tasse”!