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La mobilitazione paga: il collegato sulle autonomie differenziate stralciato dalla legge di bilancio

Di
Redazione
|
20 Dicembre 2020

 di Civismundi

La giornata di mobilitazione promossa dal “Comitato Nazionale per il ritiro di ogni autonomia differenziata” e dalla “Rete dei Numeri Pari” che si è svolta nel pomeriggio di venerdì scorso, 18 dicembre, è stata coronata da un grande successo, forse insperato anche per per gli stessi organizzatori.

Associazioni, cooperative sociali, – informa una nota della “Rete dei numeri pari” –  movimenti per il diritto all’abitare, reti studentesche, centri antiviolenza, parrocchie, comitati di quartiere, circoli culturali, scuole pubbliche, biblioteche popolari, centri di ricerca, presidi antimafia, fabbriche recuperate, fattorie sociali e cittadini e cittadine si sono mobilitate in 25 città organizzando presidi, flash mob, assemblee pubbliche e momenti formativi. Il messaggio è stato chiaro e unitario in tutto il Paese: la Repubblica è una e indivisibile! Vogliamo l’uniformità delle prestazioni in tutto il Paese, no all’autonomia regionale differenziata e alla secessione dei ricchi”!

Obiettivo immediato della manifestazione era quello di ottenere lo stralcio dalla sessione di bilancio in discussione in Parlamento del disegno di legge presentato dal ministro Boccia,  che codifica gli accordi con le regioni che hanno chiesto l’autonomia differenziata, quella che è stata definita “secessione dei ricchi”. Ebbene, la mobilitazione ha ottenuto il risultato che si prefiggeva, infatti il collegato alla Legge di Bilancio del DDL Boccia è stato stralciato.

Ma la battaglia per impedire che prevalga un regionalismo competitivo e differenziato non si può dire conclusa – continua la nota della “rete dei numeri pari” – per questo le realtà organizzatrici della mobilitazione hanno chiesto ai Parlamentari intervenuti in piazza l’impegno ad aprire un tavolo in Parlamento che coinvolga le reti sociali e sindacali sulla modifica del Titolo V della Costituzione e sulla vera priorità del Paese: garantire uniformità di diritti e prestazioni su tutto il territorio nazionale così come previsto dalla nostra Costituzione. Per farlo è necessario abrogare il comma 3 dell’articolo 116 della Costituzione, attraverso il quale si sono gettate le basi per il percorso dell’autonomia differenziata”.

Un impegno che è stato assicurato dai deputati Fassina e Muroni del Gruppo misto, Fratoianni di Sinistra Italiana e Silvestri del Movimento 5 Stelle.

Sarebbe grave se il Governo cedesse alle richieste scellerate di tre Presidenti di Regione di regionalizzare 23 materie, aumentando così le disuguaglianze nel Paese e frammentando ulteriormente l’unità della Repubblica – ha dichiaratoMarina Boscaino, portavoce del “Comitato Nazionale per il ritiro di ogni autonomia differenziata” – l’approvazione del Disegno di Legge Boccia getterebbe le basi per la costruzione di 20 piccole patrie, dando a ognuna di queste la possibilità di gestire autonomamente – tra le altre – il sistema scolastico, la tutela del territorio e dell’ambiente, i contratti di lavoro e il gettito fiscale. In questo modo si lascerebbe sempre più spazio alle privatizzazioni, anteponendo la legge del profitto ai bisogni e ai diritti universali di tutte e tutti.”

Dal canto suo Giuseppe De Marzo, coordinatore nazionale della “Rete dei Numeri Pari” ha affermato che “priorità della politica dovrebbe essere eliminare la povertà, le disuguaglianze e combattere le mafie, lavorare per costruire l’uniformità delle prestazioni e dei servizi in tutto il Paese, garantire diritti, dignità, libertà, partecipazione e giustizia sociale a tutte e tutti”.