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Inflazione: Istat rivede al ribasso stima, +5,9% a luglio

Di
Redazione
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10 Agosto 2023

Roma, 10 ago. – L’inflazione scende sotto la soglia del 6% a luglio per la prima volta da aprile 2022. Il dato definitivo diffuso dall’Istat rivede leggermente al ribasso la stima preliminare e sancisce che il mese scorso l’indice dei prezzi al consumo è rimasto fermo su base congiunturale ed è salito del 5,9% su base tendenziale.
“La dinamica dell’inflazione, ancora fortemente influenzata dall’evoluzione dei prezzi dei beni energetici”, spiega l’istituto di statistica, “riflette anche il rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei prodotti alimentari lavorati (che tuttavia restano su ritmi di crescita relativamente sostenuti) e dei servizi”. Rallenta, inoltre, l’inflazione di fondo, che a luglio si attesta al +5,2%. In attenuazione, per il quinto mese consecutivo, risulta infine la dinamica tendenziale del “carrello della spesa”, scesa a luglio al +10,2%.

La decelerazione del tasso di inflazione, sottolinea l’Istat, si deve, in prima battuta, al rallentamento della crescita tendenziale dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +4,7% a +2,4%), dei Beni energetici non regolamentati (da +8,4% a +7,0%), degli Alimentari lavorati (da +11,5% a +10,5%) e, in misura minore, di quelli degli Altri beni (da +4,8% a +4,5%) e all’ampliamento della flessione su base annua degli Energetici regolamentati (da -29,0% a -30,3%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalle tensioni al rialzo dei prezzi degli Alimentari non lavorati (da +9,4% a +10,4%) e di quelli dei Servizi relativi all’abitazione (da +3,5% a +3,6%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta ancora (da +5,6% a +5,2%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +5,8%, registrato a giugno, a 5,5%). Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +7,5% a +7,0%) e quella relativa ai servizi (da +4,5% a +4,1%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -2,9 punti percentuali, da -3,0 di giugno. I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano in termini tendenziali (da +10,5% a +10,2%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,7% a +5,5%).

La stabilità sul piano congiunturale dell’indice generale risente delle dinamiche opposte di diverse componenti: da una parte, la crescita dei prezzi degli Alimentari lavorati (+0,6%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei Servizi relativi ai trasporti (+0,4% entrambi, per effetto anche di fattori legati alla stagionalità), dei Beni non durevoli e dei Servizi vari (+0,3% entrambi); dall’altra, la diminuzione dei prezzi degli Energetici sia regolamentati (-1,8%) sia non regolamentati (-1,3%), degli Alimentari non lavorati (-0,8%) e dei Tabacchi (-0,6%).
L’inflazione acquisita per il 2023 rimane stabile a +5,6% per l’indice generale e si attesta a +5,1% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) diminuisce dell’1,6% su base mensile, a causa dei saldi estivi di cui l’indice generale non tiene conto, e aumenta del 6,3% su base annua (in decelerazione da +6,7% di giugno); la stima preliminare era +6,4%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e del 5,7% su base annua. (AGI)