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Fisco, in arrivo 60 milioni di cartelle: “Si rischia morte delle aziende”

Di
Redazione
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28 Agosto 2021

Il presidente Carmelo Finocchiaro richiama il governo al senso di responsabilità: “il fisco non cancella il prescritto, la classe politica è silente, così si rischia di fare morire le aziende che invece vogliono riprendere la loro attività con entusiasmo. Le sanzioni e gli interessi usurari applicati nelle cartelle esattoriali portano soltanto al massacro  delle aziende e delle famiglie, ancora una volta senza guardare al  recupero di imposte e tasse dai grandi patrimoni”.

Fonte: ufficio stampa Confedercontribuenti

A partire da mercoledì primo settembre l’Agenzia delle Entrate – Riscossione potrà riprendere la spedizione delle cartelle esattoriali la cui notifica era stata sospesa dal governo Conte bis nel marzo del 2020 con il decreto “Cura Italia”. Successivamente, con il decreto “Sostegni bis” la scadenza del rinvio era stata spostata dal 30 aprile al 31 agosto di quest’anno.

Adesso, dopo un anno e mezzo, se non dovesse arrivare all’ultimo momento un ulteriore rinvio, famiglie e imprese italiane potranni essere sommerse da una valanga di intimazioni di pagamento per i debiti fiscali accumulati (Iva e Irpef) per gli oneri contributivi e le multe.

A una media stimata di 15 milioni di nuove cartelle ogni anno vanno aggiunte le cartelle arretrate, che sono circa venti milioni. In attesa dell’annunciata riforma della riscossione, che dovrebbe ridimensionare l’enorme magazzino crediti, ripulendo dall’arretrato ormai impossibile da recuperare, l’Agenzia delle Entrate notificherà questa massa di atti in maniera graduale, cominciando da quelle di data anteriore, che rischiano di andare in prescrizione.

Inevitabile la reazione di Confedercontribuenti, che è intervenuta con una dichiarazione molto forte del suo presidente nazionale, Carmelo Finocchiaro: “Solo un governo irresponsabile potrà inviare 60 milioni di cartelle esattoriali mentre le imprese lentamente cercano di riprendersi”.

“ Parte la scure contro le imprese – dice Finocchiaro – dal 1° settembre l’Agenzia delle Entrate – Riscossione riparte alla carica con le cartelle esattoriali, pignoramenti e ganasce fiscali. Intanto il fisco non cancella il prescritto, la classe politica è silente, esce fuori di tanto in tanto per pura propaganda, ma il rischio vero è quello di fare morire le aziende che invece vogliono riprendere la loro attività con entusiasmo. Le sanzioni e gli interessi usurari applicati nelle cartelle esattoriali portano soltanto al massacro  delle aziende e delle famiglie. Ancora una volta senza guardare a recuperare imposte e tasse dai grandi patrimoni. Serve – conclude il presidente della Confederazione dei contribuenti e delle famiglie – una nuova rottamazione con un piano di rientro cadenzato con rate non oltre il quinto del reddito, per poi ripartire con il corrente dal 2022, in seguito alla verifica di una ripresa duratura”.