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Pmi del Sud premiate per i Piani di Transizione 4.0

Per le Pmi del Mezzogiorno 400 milioni con incentivi fino al 75% della spesa.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy ha firmato il decreto che istituisce il nuovo bando che ha lo scopo di rafforzare la crescita sostenibile e la competitività dei territori delle regioni del Sud Italia.

Possono accedere le imprese che sono ubicate in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Il decreto prevede lo stanziamento di 400 milioni dal programma nazionale «Ricerca, innovazione e competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027» (Pn Ric 2021-2027).

L’obiettivo della misura è sostenere il processo di transizione delle piccole e medie imprese nelle regioni mediante l’incentivazione di investimenti imprenditoriali innovativi, che facciano ampio ricorso alle tecnologie digitali, secondo il piano transizione 4.0.

Per avere accesso all’incentivo, i progetti presentati devono prevedere l’utilizzo di tecnologie abilitanti del piano transizione 4.0.. Possono riguardare:

le «advance manufact solutions», come robot collaborativi interconnessi e rapidamente programmabili;

«additive manufacturing», cioè le stampanti in 3D connesse a software di sviluppo digitale;

«augmented reality», la realtà aumentata a supporto dei processi produttivi;

«simulation», simulazione tra macchine interconnesse per ottimizzare i processi;

«horizontal/vertical integration», cioè integrazione informazioni lungo la catena del valore del fornitore al consumatore;

«industrial internet», comunicazione multidirezionale tra processi produttivi e prodotti;

«cloud», gestione di elevate quantità di dati su sistemi aperti;

«cyber-security», sicurezza durante le operazion in rete e su sistemi aperti;

«big data anche analytic», analisi di una ampia base dati per ottimizzare prodotti e processi produttivi.

Premialità

Il comunicato reperibile sul sito del ministero evidenzia che nella valutazione della finanziabilità hanno punteggi premiali per i progetti aventi ad oggetto l’efficientamento energetico dell’impresa, che consentano un risparmio energetico almeno pari al 5%, nonché per quelli finalizzati a introdurre nel processo produttivo soluzioni legate all’economia circolare.

Le premialità sono riconosciute anche per i progetti che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici individuati dall’articolo 9 del regolamento (Ue) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2020, ovvero per le Pmi che abbiano aderito a un sistema di gestione ambientale o di efficienza energetica o che siano in possesso di una certificazione ambientale di prodotto.

Incentivi

I progetti dovranno prevedere spese ammissibili non inferiori complessivamente a 750mila euro e non superiori a 5 milioni.

L’incentivo pubblico potrà coprire fino al 75% dalle spese ritenute ammissibili con un’agevolazione articolata in un contributo a fondo perduto e in un finanziamento agevolato.

FONTE: IL SOLE 24ORE

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Made in Italy, 1 miliardo per il Fondo sovrano ma cala la dote aiuti

Sulla dote del Fondo sovrano per il made in Italy, previsto dal disegno di legge approvato ieri dal consiglio dei ministri, si è discusso fino all’ultimo minuto. Il risultato è la previsione di 1 miliardo in due anni – 700 il primo e 300 il secondo – ma nel contempo cambia il coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti, inizialmente immaginata come riferimento dell’operazione, attraverso fondi di i nvestimento. Per finanziare il Fondo, infatti, si ricorrerà probabilmente al Patrimonio destinato, un plafond già a disposizione della stessa Cdp. Il Fondo, che dovrà investire in aziende di filiere produttive strategiche, anche per facilitare l’approvvigionamento di materie prime critiche, nelle intenzioni del governo sarà alimentato per almento 500 milioni anche da Casse previdenziali dei professionisti, fondi privati, assicurazioni e fondi sovrani stranieri. Un successivo decreto attuativo fisserà le regole di funzionamento.

Il “Ddl per la valorizzazione, promozione e tutela del made in Italy”, un testo di 50 articoli coordinato dal ministero delle Imprese e del made in Italy, ricalca in buona parte le bozze fin qui circolate, soprattutto per le misure a costo zero e con limitato impatto di copertura. Saltano invece, quantomeno dall’ultima bozza, il rifinanziamento della Nuova Sabatini e la superdeduzione del 100% per i costi di ricerca e sviluppo relativi al design, che insieme sarebbero costati oltre 470 milioni (se ne riparlerà forse in prossimi provvedimenti). E non compare la misura con i conti correnti agevolati per gli studenti, fino a 100mila euro, da utilizzare dopo i 16 anni (costo una cinquantina di milioni annui). Confermato il rifinanziamento per l’imprenditorialità femminile (15 milioni). Il Ddl, come già emerso, fissa poi il percorso per arrivare, attraverso un regolamento del ministero dell’Istruzione e del merito, al varo del liceo del made in Italy che dall’anno scolastico 2024/25 prenderà il posto dell’opzione economico sociale dell’attuale liceo delle Scienze umane.

Tra le novità dell’ultima bozza, entra una norma sugli acquisti della Pa che dovrebbe consentire alle stazioni appaltanti di considerare anche criteri di qualità dei prodotti nella valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa (dovranno essere emanate delle linee guida ministeriali per fissare i criteri). C’è spazio anche per una commissione tecnica finalizzata a dare maggiori informazioni ai consumatori sulle fasi di produzione della pasta. Il ministero delle Imprese e del made in Italy, oltre ai contributi per progetti sulla blockchain, propone anche voucher per le imprese che iniziano a investire nel metaverso.

Tornando invece alle misure che erano già emerse nelle scorse settimane, il Ddl prevede la decontribuzione del 100% (fino a 8.060 euro annui) sugli assunti coinvolti in progetti di tutoraggio per il trasferimento delle competenze affidati ad ex dipendenti pensionati. Per il contrasto alla contraffazione confermati l’istituzione di un contrassegno “made in Italy” (le imprese potranno richiederlo su base volontaria), l’inasprimento delle sanzioni minime per chi compra i falsi (da 100 a 300 euro) e modifiche al codice di procedura penale per accelerare la distruzione delle merci contraffatte oggetto di sequestro, fatti salvi i campioni necessari ai fini probatori, per favorire la conclusione dei procedimenti giudiziari. Nel Ddl trovano spazio poi un Fondo da 15 milioni per il sostegno all’industria della prima lavorazione del legno, la previsione di un commissario straordinario per semplificare il reperimento di materie prime necessarie alla filiera della ceramica e a sostegno della nautica la riduzione da 60 a 20 giorni del termine per ottenere la registrazione delle imbarcazioni da diporto. Saranno dedicate al made in Italy una Giornata nazionale (15 aprile) e un’Esposizione nazionale permanente.

FONTE: Il SOLE 24ORE

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EXPORT: E’ BOOM D’INVESTIMENTI

Boom dell’export (+9,4%) e investimenti in crescita Ma l’industria frenerà

La crescita delle esportazioni. E quella degli investimenti, anche se in questo caso nel 2023 servizi e industria potrebbero mostrare andamenti diversi. Questi due elementi sono la base dell’analisi sull’economia reale della Banca d’Italia che mette in risalto anche l’importanza di tenere alto il ritmo della spesa in innovazione per accompagnare una risalita della produttività del lavoro.

La relazione annuale evidenzia che nel 2022 l’accumulazione lorda di capitale si è ampliata del 9,4%, superando di quasi un quinto il livello del 2019. «Nell’ultimo biennio gli investimenti sono cresciuti di oltre il 20 per cento, segnando una netta cesura rispetto alla protratta fase di debolezza seguita alla crisi finanziaria globale» ha annotato il governatore. La quota degli investimenti sul Pil è salita al 21,5% e la dinamica positiva ha caratterizzato le costruzioni come gli acquisti di beni strumentali.

In generale però, secondo l’indagine Invind di Banca d’Italia, nel 2022 gli investimenti sono cresciuti soprattutto tra le imprese dei servizi con un numero di addetti compreso tra 200 e 499. E per il 2023 i programmi delle aziende, pur prefigurando nel complesso ancora un aumento della spesa in conto capitale, mostrano andamenti eterogenei tra settori: al visibile rialzo nei servizi si contrappone, secondo le previsioni, una decisa flessione per la manifattura, frenata soprattutto dalla minor spesa delle aziende più piccole.

Poi c’è lo spaccato relativo all’innovazione, che si presta a differenti valutazioni. Se da un lato c’è un buon tasso di crescita, dall’altro l’Italia non riesce a ridurre i divari internazionali. Nel 2022 gli investimenti lordi in prodotti della proprietà intellettuale sono saliti al tasso più elevato dal 2016 (4,5%, dall’1,4 nel 2021), più che in Germania ma meno che in Spagna e Francia. Il contributo principale è arrivato dalle spese in ricerca e sviluppo, cresciute del 5,8 per cento (2,7 nel 2021). Nonostante i recenti miglioramenti, però, resta il ritardo, con una spesa in rapporto al Pil che è dell’1,5%, circa 1,7 e 0,7 punti percentuali in meno, rispettivamente, di Germania e Francia. Anche sulla proprietà intellettuale Banca d’Italia segnala una zona grigia. Secondo i dati dell’European patent office, le domande di brevetto da parte dei richiedenti italiani, dopo la crescita nel biennio 2020-21, sono scese dell’1,1% lo scorso anno.

Sul fronte delle esportazioni, invece, l’andamento si conferma positivo pur con una evidente differenza tra valori e volumi dovuta all’effetto inflazione. Nel 2022 l’aumento annuo delle vendite all’estero di beni e servizi è stato del 9,4% in volume e più del doppio, il 21,4%, in valore. In particolare, la componente di beni è cresciuta del 6,1% in volume, più che negli altri principali Paesi dell’area dell’euro. Nell’ultimo trimestre dello scorso anno, rapportato allo stesso periodo del 2019, l’incremento è stato dell’11,4% rispetto al 2,9% della Germania, al 6% della Spagna e al -3,2% della Francia. Tre i fattori che, secondo Banca d’Italia, hanno permesso lo scatto in avanti: il guadagno di competitività di prezzo delle imprese italiane, una moderata esposizione allo stress delle catene globali di approvvigionamento e la quota contenuta di esportazioni riconducibili ai settori a elevata intensità energetica, che sono stati più penalizzati dai rincari di gas e petrolio. Una crescita sostenuta ha caratterizzato anche le importazioni, salite dell’11,8% in volume e del 35,9% in valore.

Per quanto riguardo il conto corrente della bilancia dei pagamenti, per la prima volta dal 2012 il saldo ha registrato un disavanzo (-1,2% del Pil), a causa del forte peggioramento della bilancia energetica.

FONTE: IL SOLE 24ORE

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Decreto alluvione, rinviate al 25 giugno le scadenze contabili

Nei comuni colpiti dall’alluvione scatta la sospensione degli adempimenti societari e contabili. Le bozze del decreto alluvione prevedono, oltre alla sospensione dei versamenti tributari fino al 31 agosto, il rinvio a domenica 25 giugno 2023 delle scadenze riguardanti adempimenti societari, tra cui la tenuta delle assemblee per l’approvazione del bilancio 2022. Sospeso anche il versamento del diritto camerale.

Per i contribuenti che al 1° maggio 2023 avevano residenza o sede operativa nei territori alluvionati è prevista una proroga fino al 31 agosto 2023 dei termini per i versamenti fiscali, comprese le ritenute alla fonte, nonché di quelli contributivi e assicurativi, che scadono tra il 1° maggio e il 31 agosto. Il versamento dovrà effettuarsi in unica soluzione entro il 20 novembre 2023.

I dipendenti o soggetti assimilati residenti nei comuni interessati, ma con datori di lavoro aventi sede al di fuori dell’area colpita dall’alluvione, possono richiedere al sostituto di imposta di non applicare fino al 31 agosto le ritenute alla fonte per Irpef e addizionali. Nel caso di sostituti e dipendenti entrambi residenti nei comuni alluvionati, le ritenute, sempre a richiesta degli interessati, sono in misura ridotta al 50%. Anche qui il versamento si effettua entro il 20 novembre 2023. Questa possibilità non riguarda le ritenute sui redditi di lavoro autonomo. La sospensione dei versamenti in scadenza entro fine agosto si estende alle cartelle di pagamento e agli altri atti della riscossione.

È poi prevista la sospensione, dal 1° maggio al 31 agosto, degli adempimenti tributari (come la presentazione delle comunicazioni fiscali), nonché dei versamenti e adempimenti previsti per le varie sanatorie della legge 197/2022. Anche per gli adempimenti sospesi, regolarizzazione entro il 20 novembre 2023 senza sanzioni o interessi.

Del tutto nuova è la sospensione degli adempimenti contabili e societari per imprese con sede operativa nei comuni alluvionati. Il periodo di sospensione, secondo le bozze, riguarda tutti gli adempimenti in scadenza fino a domenica 25 giugno (con proroga automatica a lunedì 26), ma non viene indicata la data a partire dalla quale la sospensione stessa assume efficacia (è da ritenere sarà quella di entrata in vigore del decreto).

Per la tenuta delle assemblee sul bilancio 2022, la sospensione riguarderà soltanto quelle società che non si sono avvalse della proroga a 180 giorni (29 giugno) prevista dall’articolo 2364 del Codice civile e che tengono le adunanze in seconda convocazione. Non essendo precisata una data entro cui effettuare l’adempimento sospeso, pare doversi ritenere che tutte le scadenze che cadono in questo arco temporale ricomincino a decorrere dal giorno seguente e dunque dal 27 giugno. Fino alla medesima data sono sospesi i versamenti del diritto annuale della Camera di commercio, diritto che, peraltro, ha una scadenza naturale generalmente successiva al 26 giugno, coincidendo con quella del versamento della prima rata di acconto delle imposte (30 giugno 2023). Sospesi inoltre, fino al 31 luglio 2023, i termini per i depositi di atti presso le Camere di commercio, come quelli relativi a bilanci e cariche sociali.

 

FONTE: SOLE 24 ORE

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Bonus barriere 75% anche per gli appartamenti singoli

Il bonus per la rimozione di barriere architettoniche al 75% è applicabile, fino al 2025, anche per gli appartamenti in condominio. E non solo per le parti comuni. Vanno in questa direzione diversi chiarimenti di questi mesi e, da ultimo, una risposta resa nei giorni scorsi dalla Dre Lombardia dell’agenzia delle Entrate.

La detrazione Irpef e Ires del 75% (applicabile a molti interventi, e da ultimo riferita anche alla sostituzione di infissi, si veda «Il Sole 24 Ore» del 23 maggio) interessa in generale gli interventi effettuati su edifici già esistenti «senza ulteriori specificazioni», pertanto «su unità immobiliari di qualsiasi categoria catastale». Il chiarimento è contenuto nella risposta dell’agenzia delle Entrate 456/2022.

Inizialmente, sembrava vi fossero dei limiti alla tipologia di immobili agevolati, in quanto nella parte della norma relativa ai limiti di spesa massima non sono citati i singoli appartamenti di un condominio (si veda «Il Sole 24 Ore» del 22 marzo 2022 e del 23 maggio 2023) e la singola unità immobiliare non unifamiliare, che costituisce un unico edificio, come un capannone, un negozio o un ufficio.

Sulla prima problematica (quella dell’appartamento in condominio) si è espressa la Dre Lombardia, spiegando che «è possibile fare interventi sia sulle parti comuni condominiali che sulla singola unità immobiliare, e avranno dei limiti di spesa diversi che si potranno cumulare». In sostanza, il condominio può realizzare un ascensore e i singoli condomini potranno, ad esempio, ristrutturare il bagno dei loro appartamenti fruendo di massimali differenziati.

La seconda problematica (quella della singola unità immobiliare non unifamiliare) è stata superata in via interpretativa, in quanto secondo la risposta 16 settembre 2022, n. 456, un’Aps (associazione di promozione sociale) può usufruire della detrazione del 75% per gli interventi direttamente finalizzati al superamento e all’eliminazione di barriere architettoniche sull’unità immobiliare di categoria catastale C/4 («fabbricati e locali per esercizi sportivi»), applicando il limite dei 50mila euro. In questa fascia di limiti di spesa, quindi, non vi rientreranno solo gli «edifici unifamiliari» o le «unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno», come indicato dalla norma, ma anche le singole unità immobiliare non unifamiliari. La stessa regola si applica anche per un’associazione sportiva dilettantistica che intenda effettuare interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche nel palazzetto dello sport di cui è concessionaria (risposta n. 455/2022).

A conferma di queste interpretazioni, va segnalata, come già accennato, la risposta 16 settembre 2022, n. 456 che concede la possibilità di effettuare gli interventi su tutti gli edifici già esistenti «di qualsiasi categoria catastale» e «senza ulteriori specificazioni».

La detrazione del 75% per gli interventi finalizzati all’eliminazione di barriere architettoniche spetta ai titolari di reddito d’impresa che effettuano gli interventi su immobili posseduti o detenuti, a prescindere dalla qualificazione di detti immobili come «strumentali», «immobili merce» o «patrimoniali» (risposta 444/2022), come confermato dall’agenzia delle Entrate per l’ecobonus e il sisma bonus ordinari nella risoluzione 25 giugno 2020, n. 34.

Va segnalato, però, che per la circolare 23 giugno 2022, n. 23/E paragrafo 3.5, siccome la norma prevede espressamente che siano agevolati i lavori su edifici «già esistenti», la detrazione non spetta per gli interventi effettuati durante la fase di costruzione dell’immobile o nel caso di «interventi realizzati mediante demolizione e ricostruzione, ivi compresi quelli con la stessa volumetria dell’edificio preesistente inquadrabili nella categoria della ristrutturazione edilizia» (interpretazione confermata anche dalla risposta ad interrogazione parlamentare dell’8 marzo 2023, n. 3-00245). Quest’ultima limitazione dell’agenzia delle Entrate per gli «interventi realizzati mediante demolizione e ricostruzione» non è condivisibile (si veda «Il Sole 24 Ore» del 2 settembre 2022).

FONTE: SOLE 24 ORE

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Nasce Innovation Hub a Fiumicino, acceleratore impresa in cuore aeroporto

Roma, 17 ott.(Adnkronos) – C’è il robot che consegna food&beverage ai passeggeri ovunque si trovino nell’aeroporto, quello alimentato a energia solare che pulisce i terminal muovendosi in autonomia e, una volta a riposo, si trasforma in una comoda panchina. E poi una sedia a rotelle a guida autonoma, in grado di trasportare i viaggiatori che richiedono supporto per la deambulazione dall’ingresso dei terminal fino ai gate. O, ancora, soluzioni di intelligenza artificiale mai testate prima che rendono più veloci ed efficienti i controlli di sicurezza e la gestione dei bagagli, oltre che più sostenibile il turnaround degli aeromobili in piazzola, riducendo le emissioni di C02. Sono solo alcuni dei progetti sviluppati da startup italiane e internazionali che popolano l’Innovation Hub dell’aeroporto Leonardo da Vinci, un’iniziativa avviata da Aeroporti di Roma nell’ambito della sua strategia di “open innovation” dei servizi e della gestione aeroportuale.

Unico nel panorama europeo, l’Innovation Hub, presentato oggi al Terminal 1 dell’hub della capitale, è un vero e proprio acceleratore di impresa dedicato allo sviluppo di soluzioni innovative nel comparto aeroportuale, situato in una struttura di 650 metri quadri nel cuore del Terminal 1 del principale scalo del Paese. L’Hub ospiterà giovani startupper italiani e provenienti da ogni parte del mondo, che potranno contare sia su un investimento di ADR nel capitale delle proprie startup, sia sul pieno supporto delle strutture aeroportuali – ADR ha creato un team interno di 30 innovatori, una vera e propria ‘Innovation Cabin Crew’ – al fine di testare sul campo i propri servizi, a stretto contatto con tecnici e passeggeri. Il periodo di accelerazione nello scalo, in media di 6 mesi, consentirà alle startup di finalizzare al meglio i propri progetti, facilitandone l’entrata sul mercato e sfruttando anche la rete internazionale ‘Airports for Innovation’ di cui ADR fa parte insieme agli scali spagnoli del Gruppo Aena, quelli di Atene e Nizza.

Il programma di innovazione di ADR, che al momento ha pianificato un programma di investimenti di 50 milioni di euro, è stato ideato circa un anno fa, con il lancio della prima “Call for ideas” volta a ingaggiare startup da tutto il mondo per sviluppare a Fiumicino le proprie soluzioni in sei ambiti aeroportuali: miglioramento della puntualità; sistemi data driven; automazione dei processi; riduzione dei consumi energetici; passenger digital experience e servizi commerciali omnichannel.

Alla call hanno manifestato interesse circa 530 startup in tutto il mondo, di cui 96 (62 italiane e 34 straniere) hanno presentato la propria candidatura. L’intero processo di selezione è avvenuto con il supporto di Plug and Play, il più importante investitore privato in startup della Silicon Valley, con più di 40.000 startup in portafolio, di cui 21 “Unicorn” con una valutazione superiore a 1 miliardo di dollari. Le startup identificate al termine della prima call sono state 10: sono tutte nate circa 5 anni fa e i loro fondatori sono per la gran parte under 30. A queste si aggiungono altre 3 startup con cui ADR sta lavorando proprio in questi mesi. Per il programma di sviluppo dei progetti con le startup, Aeroporti di Roma collabora anche con LVenture Group.

Tra i progetti in corso di sviluppo a Fiumicino figurano sia soluzioni di robotica avanzata – con ‘macchine’ capaci di attivarsi autonomamente in caso di necessità per pulire le aree aeroportuali, di consegnare food&beverage raggiungendo i viaggiatori, di trasportare nel massimo comfort i passeggeri con mobilità ridotta – sia innovazioni di processo in grado di aumentare, e in alcuni casi rivoluzionare, l’efficienza di alcuni servizi operativi come i controlli di sicurezza, la movimentazione degli aeromobili in sosta, il trasporto e la riconsegna dei bagagli, il wayfinding all’interno dello scalo

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Confedercontribuenti: ma Banca Intesa c’è o ci fa?

Superbonus, le erogazioni riprenderanno poco per volta. Le Banche quindi in autotutela adottano procedure più prudenti rispetto al passato, perché alcune incognite non sono ancora state risolte sulla responsabilità delle banche. Intanto le aziende falliscono.

di Redazione

Dalla primavera di quest’anno, tre grandi banche italiane, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco Bpm, avevano smesso di acquistare nuove detrazioni legati ai bonus edilizi, limitandosi quindi allo smaltimento delle pratiche per cui si erano già impegnate. Ora, però, gli istituti di credito dovrebbero rimettersi in moto, applicando le norme appena introdotte dal legislatore, con l’obiettivo di riattivare le piattaforme per l’acquisizione di nuove pratiche e smaltire gli arretrati, dopo la circolare e i chiarimenti attuativi dell’Agenzia delle Entrate.

Tra le soluzioni adottate per far ripartire il comparto bonus edilizio vi è quello di cedere a terzi o rivendere ad altri soggetti le detrazioni acquisite. Purtroppo, la ripartenza, salutata favorevolmente da tutti gli attori coinvolti, stenta a decollare.

Le banche si stanno muovendo su due fronti. Da una parte, stanno cercando di rivendere le detrazioni acquisite ad altri soggetti. Dall’altro lato, non stanno comprando nuovi crediti, ma stanno intensificando le pratichedi acquisto che erano rimaste in sospeso e che in molti casi erano state rallentate dalla burocrazia e dall’incertezza.

Tra i più attivi nel settore sembrava esserci proprio Intesa San Paolo, che ha trovato delle partnership a cui cedere i crediti fiscali.

Infatti, Intesa Sanpaolo e la società Autotorino hanno già siglato il primo accordo in Italia per la ricessione dei crediti fiscali legati al Superbonus, dando piena attuazione al Decreto Aiuti che ha previsto la ricessione al mondo delle imprese.

Obiettivo della ricessione, che consente l’ampliamento della capacità fiscale della banca, è riavviare progressivamente il mercato della cessione dei crediti, a beneficio delle imprese del settore delle costruzioni in difficoltà a causa del blocco delle cessioni.

Nello stesso tempo, la Banca sta cercando di smaltire l’arretrato e le pratiche in sospeso. L’obiettivo è concentrarsi, insomma, sulla “coda” rimasta, in attesa di potere eventualmente passare poi all’acquisto di nuove posizioni.

Tante belle parole, ma che non trovano riscontro nella realtà. Purtroppo, a volte la mano sinistra non sa quello che fa la mano destra.

Il Presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, denuncia: “In Sicilia così come nel resto d’Italia, Banca Intesa ha funzionari e dirigenti nel pallone, perché non sanno cosa fare, pochi autonomi rispetto alle direttive della Direzione centrale. Sembra che il sistema si sia impallato. Intanto fanno morire le aziende che aspettano i soldi del 110. Non ci restano che le denunce all’Autorità Giudiziaria”.

Bisogna dire che la normativa in questione non è delle più chiare. Per tale motivo, le erogazioni riprenderanno poco per volta. Le banche quindi in autotutela adottano procedure più prudenti rispetto al passato, perché alcune incognite non sono ancora state risolte sulla responsabilità delle banche.

Con questo stato di frustrazione e incertezze, le imprese falliscono perché non riescono a far fronte ai debiti con i fornitori. Falliti nonostante abbiano crediti con lo Stato”, conclude Finocchiaro.

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Rassegna stampa del 15 Ottobre per le imprese

Sabato 15/10/2022

Deducibile il costo del lavoro anche dopo la riqualificazione

Italia oggi  Imposte e Tasse, Duilio Liburdi – Massimiliano Sironi, pag. 26

La riqualificazione del costo per lavoro dipendente in emolumento amministratore non comporta mai l’indeducibilità del medesimo. Questo è uno degli interessanti spunti che si trae dalla lettura del recente documento (nella serie “note e studi” n. 7/2022) elaborato da Assonime. L’Associazione esamina la compatibilità, dal punto di vista civilistico, previdenziale e fiscale, tra la carica di amministratore in società di capitali e lo svolgimento di un lavoro subordinato per la medesima società.

Sabato 15/10/2022

Dal Cndcec formazione sulla sostenibilità

Italia oggi  Lavoro e Previdenza, La Redazione, pag. 29

Un nuovo piano di formazione per i commercialisti dedicato al tema della sostenibilità, finalizzato a far comprendere a professionisti e imprenditori il ritorno concreto di interventi nel campo, che possono portare a finanziamenti agevolati e incentivi pubblici. È quanto annunciato ieri dal presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Elbano de Nuccio, durante il convegno «Il valore della sostenibilità», organizzato dal Cndcec e in scena ieri e oggi a Bologna. L’evento è stato incentrato sulla sostenibilità «proprio per mettere l’accento sul tema e sull’importanza che lo stesso deve avere per imprese e professionisti» commenta ancora de Nuccio.

Sabato 15/10/2022

Ultimi giorni per modifiche 730

Italia oggi  Imposte e Tasse, Giuliano Mandolesi, pag. 26

Si stringono i tempi per correggere i modelli 730: tra meno di due settimane infatti, entro il 25 ottobre prossimo, si chiuderà la finestra per l’invio degli integrativi “a favore del contribuente”. Successivamente tale data, qualora i contribuenti riscontrino errori od omissioni tali da generare un maggiore credito o un minor debito o un’imposta pari a quella determinata con il modello originariamente presentato, potranno comunque effettuare correzioni presentando però un modello redditi rettificativo, entro il 30 novembre prossimo, o integrativo, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata il modello originario (ai sensi dell’articolo 2 comma 8 del D.P.R. 322 del 1998).

Sabato 15/10/2022

Nei concorsi di lavoro maternità da computare nell’anzianità di servizio

Il Sole 24 ore  Norme e Tributi, Giuseppe Bulgarini d’Elci, pag. 30

Nella valutazione dei candidati in sede preselettiva deve essere tenuto in considerazione, ai fini del punteggio collegato all’anzianità di servizio in specifiche mansioni, il periodo di astensione obbligatoria per maternità. Anche se il bando per coprire un posto di lavoro a tempo indeterminato valorizza, tra i requisiti cui è collegato il punteggio, la «pregressa esperienza» svolta nel ruolo aziendale, nel relativo periodo devono essere ricompresi i mesi di congedo obbligatorio per maternità. Ad affermarlo è la Corte d’appello di Catanzaronella sentenza 1041/2022 del 30 settembre scorso.

Sabato 15/10/2022

De Nuccio: «Sostenibilità con un premio del Fisco»

Il Sole 24 ore  Norme e Tributi, Federica Micardi, pag. 30

Il Consiglio nazionale dei commercialisti è in prima linea per portare negli studi e nelle aziende la cultura della sostenibilità.

C’è, infatti, un gap evidente che deve essere colmato. Lo rileva l’indagine effettuata da Nomisma – in collaborazione con la Fondazione studi commercialisti – presentata nel corso del Convegno nazionale dei commercialisti che si conclude oggi a Bologna. Una due giorni dal titolo «Il valore della sostenibilità» dove 1.300 commercialisti, provenienti da tutta Italia, si confrontano, molti per la prima volta, con un tema che sta per assumere un’importanza strategica per l’intero sistema economico.

Sabato 15/10/2022

La fattura elettronica diventa più selettiva con i nuovi codici errore

Il Sole 24 ore  Norme e Tributi, Alessandro Mastromatteo – Benedetto Santacroce, pag. 28

Dal 1° ottobre scorso, le specifiche tecniche da utilizzare per generare il tracciato Xml dell’e-fattura sono state aggiornate alla versione 1.7.1.. Oltre all’aggiornamento di alcuni codici di controllo e all’introduzione di nuovi, correlati alle figure degli operatori economici coinvolti nelle operazioni documentate, il contenuto del blocco informativo relativo agli altri dati gestionali è stato ampliato e ed è stato variato anche lo schema Xsd della fattura ordinaria, introducendo un nuovo tipodocumento TD28, necessario a comunicare le operazioni di acquisto di beni da San Marino per le quali sono state ricevute fatture cartacee con indicazione dell’Iva.

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Lavoro, le sorprese tra le pieghe dei dati ISTAT

Per Eurostat in Italia lavora il 58,2% della popolazione attiva, contro una media Ue del 68,4%. Gli ultimi dati Istat dicono che l’Italia è salita al 59,9%, un effetto statistico influenzato anche dalla diminuzione della popolazione attiva. Ma scartabellando tra i dati di contabilità nazionale si trovano parecchie sorprese che permettono di comprendere meglio le dinamiche del settore.

La prima riguarda il rapporto tra le persone che lavorano (classificati dall’Istat come “occupati”) e le cosiddette Ula (Unità di lavoro annue a tempo pieno), cioè il numero medio mensile di “addetti equivalenti” che lavorano a tempo pieno durante un anno (al netto degli stagionali, della cassa integrazione e dei contratti di solidarietà). Ebbene, fino al 2005 il numero di “occupati” era inferiore alle Ula: ogni persona lavorava più di quanto previsto dal contratto principale. Dopo c’è stato il sorpasso. Cioè, ogni “occupato” ha cominciato a lavorare di meno. Adesso siamo appena al 93% circa.

Anche le ore complessivamente lavorate dagli italiani sono tendenzialmente diminuite (con un piccolo rimbalzo nel 2018), dopo un picco nel 2007 con quasi 46 miliardi. Ogni settimana si sta in fabbrica o in ufficio per 35 ore, come media ponderata di 31 ore delle femmine e di 38 dei maschi. Pesano su questa discrepanza alcuni fattori: in primo luogo le assunzioni part time. In Italia, è politicamente corretto considerare che sia prevalente il rapporto a tempo parziale cosiddetto “involontario”, ovvero imposto dai datori di lavoro ai dipendenti. Basterebbe osservare i dati del part time a livello Ue per accorgersi di un dato di fatto: il tempo parziale è molto diffuso dove i tassi di occupazione femminile sono più elevati. La percentuale media di lavoro a tempo parziale (riguardante cioè ambedue i generi) in Italia si colloca al livello che in altri Paesi riguarda il solo lavoro part time degli uomini.

Marco Biagi sosteneva che il mercato del lavoro italiano fosse uno dei peggiori. Peraltro, dopo venti anni, le cose sono ancora più deteriorate. Siamo riusciti a combinare dati estremamente contraddittori: un importante livello di disoccupazione; un numero significativo di Neet (coloro che non hanno un lavoro ed evitano di cercarlo); un record di posti vacanti (ovvero di posizioni retribuite scoperte); il grido di allarme del sistema delle imprese per le difficoltà a reperire manodopera, non solo adeguata, ma persino disponibile; la forte presenza di lavoro sommerso che spesso è un doppio lavoro.

Stiamo poi assistendo al fenomeno di dimissioni volontarie in numero maggiore dei temuti licenziamenti allo scadere del blocco. Anche in questo caso c’entrano le contraddizioni del mercato del lavoro. In un contesto in cui l’offerta di lavoro non copre la domanda è normale che un lavoratore dotato di un’adeguata professionalità vada alla ricerca di posti di lavoro migliori. E li trovi.

di Giuliano Cazzola e Franco Vergnano

fonte: Laragione.eu

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Scadenze fiscali di maggio 2022: dalla dichiarazione Iva al 730 precompilato

Rottamazione-ter, dichiarazione Iva annuale, esterometro e 730 precompilato, sono solo alcune delle principali scadenze fiscali di maggio. Come ogni mese si ripresentano i consueti i appuntamenti per i sostituti d’imposta che entro giorno 16 sono tenuti a versare le ritenute sui redditi da lavoro dipendente o su altri reddito o compensi corrisposti nel mese di aprile.

Andando avanti, si arriva all’importante scadenza del 23 maggio, data a partire dalla quale sarà messa a disposizione dei contribuenti la dichiarazione dei redditi precompilata.

Il mese si chiude con il versamento telematico dell’imposta di bollo sulle fatture elettroniche emesse nel primo trimestre 2022.

Quali sono le principali scadenze fiscali di maggio 2022

Come detto in premessa sono numerose le scadenze fiscali in vista nel mese di maggio 2022, fra cui, finalmente, la disponibilità online del 730 precompilato. Ma andiamo con ordine.

Scadenza dichiarazione Iva annuale del 2 maggio

Entro il 2 maggio, deve essere inviata la dichiarazione Iva 2022, operazioni 2021.

A maggio scade anche l’esterometro. In particolare entro il  2 maggio dovrà essere inviato in riferimento alle operazioni del 1° trimestre effettuate con clienti esteri. Si ricorda che dal 1° luglio 2022, l’esterometro sarà abolito. la comunicazione dei dati delle operazioni con l’estero avverrà tramite il Sistema di interscambio (S.d.I). Utilizzando il formato XML della fattura elettronica.

Non c’è obbligo di esterometro:

  • per le cessione di beni e di prestazione di servizi effettuate e ricevute verso e da soggetti non stabiliti nel territorio dello Stato,
  • per le quali è stata emessa una bolletta doganale e quelle per le quali siano state emesse o ricevute fatture elettroniche.

Rottamazione-ter

Entro il 30 aprile dovevano essere pagate le rate 2020 della rottamazione-ter e del saldo e stralcio. Infatti, il D.L. 4/2022, c.d. decreto Sostegni-ter ha previsto una riammissione alle suddette definizioni agevolate per i contribuenti dalle stesse decadute.

Nello specifico entro 30 aprile 2022 dovevano essere pagate le rate in scadenza nell’anno 2020 di “Rottamazione-ter”, “Saldo e stralcio” e “Rottamazione UE”;

Per il pagamento entro questo nuovo termine sono previsti cinque giorni di tolleranza.

Da qui, le rate 2020, potranno essere pagate entro il 9 maggio 2022. E’ alquanto discutibile il modo in cui l’Agente della riscossione calcola i 5 giorni di tolleranza. A volte considera Sabato e Domenica quali giorni utili per il pagamento, altre volte non li fa concorre al calcolo. La non concorrenza sarebbe in linea con le norme sul pagamento delle cartelle.

Versamenti dei sostituti d’imposta

Anche a maggio, precisamente entro lunedì 16, i datori di lavori sono tenuti al versamento delle ritenute Irpef sui redditi di lavoro dipendente e assimilati corrisposti nel mese precedente.

I versamenti sono effettuati in F24 con i seguenti codici tributo:

  • 1001- Ritenute su retribuzioni, pensioni, trasferte, mensilità aggiuntive e relativo conguaglio;
  • 1002 – Ritenute su emolumenti arretrati;
  • 1012 – Ritenute su indennità per cessazione di rapporto di lavoro.

Stessa scadenza per  le ritenute effettuate sui redditi da lavoro autonomo corrisposti nel mese di aprile. Versamenti da effettuare in F24 con il codice tributo 1040. Naturalmente come periodo di competenza andrà indicato aprile, 4/2022. L’obbligo riguarda anche le ritenute alla fonte su provvigioni (per rapporti di commissione, di agenzia, di mediazione e di rappresentanza) corrisposte nel mese precedente.

Anche questo mese, i datori di lavori devono versare all’INPS i contributi previdenziali e assistenziali a loro carico. Nello specifico, il versamento deve essere effettuato entro il giorno 16 del mese successivo a quello di riferimento (periodo di svolgimento della prestazione).

Contributi a fondo perduto commercio al dettaglio

Entro il 24 maggio 2022, deve essere presentata l’istanza per richiedere il contributo a fondo perduto riservato ai commercianti al dettaglio (articolo 2, Dl n. 4/2022).

Le istanze possono essere presentate a decorrere dalle ore 12:00 del 3 maggio 2022 e sino alle ore 12:00 del 24 maggio 2022. Tramite l’apposito portale gestito da Invitalia.

Liquidazioni periodiche Iva

In materia di IVA, entro il 16, i contribuenti mensili sono tenuti a liquidare e a versare l’Iva di aprile (F24 con codice tributo 6004).

A maggio, i contribuenti trimestrali devono  liquidare e a versare l’Iva del 1° trimestre 2022 (F24 con codice tributo 6031). Infatti, i soggetti c.d “trimestrali” eseguono le liquidazioni e i versamenti relativi ai primi tre trimestri entro il giorno 16 del secondo mese successivo al trimestre; la liquidazione relativa al quarto ed ultimo trimestre, va effettuata entro il 16 marzo dell’anno successivo a tale ultimo trimestre.

Indicazioni rinvenibili sul portale dell’agenzia delle entrate.

730 precompilato, dal 23 maggio disponibile online

Il D.L. 4/2022, decreto Sostegni-ter, post conversione in legge, ha rimandato la data a partire dalla quale. la dichiarazione dei redditi precompilata, 730 e modello Redditi, sarà messa a disposizione dei contribuenti.

Nello specifico, la proroga prende spunto dal fatto che le comunicazioni delle opzioni di sconto in fattura e cessione del credito per le spese 2021, possono essere effettuate entro il 29 aprile. Considerato che tali opzioni impattano indirettamente sui dati della precompilata, questa sarà disponibile dal 23 maggio 2022. Rispetto al  termine ordinario del 30 aprile (articolo 1, comma 1, Dlgs 175/2014) (comma 2).

Modelli Intrastat

Entro il 25 maggio devono essere presentati gli elenchi riepilogativi (INTRASTAT) delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi rese nel mese/trimestre precedente nei confronti di soggetti UE.

Ultima chiamata per le Li.Pe. 1° trimestre

Entro fine mese deve essere presentato il modello liquidazione periodica dell’Iva. In tal modo, i contribuenti danno evidenza al Fisco dei dati riepilogativi delle liquidazioni effettuate per ogni mese o trimestre.

Nello specifico, il modello di deve essere presentato esclusivamente per via telematica, direttamente dal contribuente o tramite intermediari abilitati, entro l’ultimo giorno del secondo mese successivo a ogni trimestre.

Duque, entro il 2 maggio (il 30 aprile cade di sabato, la scadenza va a lunedì)) deve essere presentata la Li.Pe. del 1° trimestre 2022.

Bollo sulle fatture elettroniche

Il mese si chiude con il versamento telematico  dell’imposta di bollo sulle fatture elettroniche emesse nel primo trimestre 2022. Attenzione, se l’importo dovuto per il primo trimestre non supera 250 euro, il versamento può essere eseguito entro il 30 settembre.

Ancora, se l’importo dovuto complessivamente per il primo e secondo trimestre non supera 250 euro, il versamento può essere eseguito entro il 30 novembre.