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INPS. Libretto di Famiglia e Contratto di Prestazione occasionale Inps al lavoro per recepire le novità della legge di bilancio 2023

ROMA. L’INPS ha comunicato il 2 gennaio che la legge di bilancio 2023 introduce importanti novità per quanto riguarda il Libretto Famiglia
e il Contratto di Prestazione occasionale.
In particolare, dall’1° gennaio 2023, è previsto:
• l’aumento a 10.000 euro per anno civile del limite di compenso erogabile dall’utilizzatore nei confronti dei prestatori di lavoro;
• l’accesso al Contratto di prestazione occasionale per gli utilizzatori che hanno fino a 10 lavoratori subordinati a tempo indeterminato;
• il superamento dei precedenti limiti che imponevano alle imprese del turismo di occupare solo particolari categorie di lavoratori.
Per le imprese agricole sono introdotte forme semplificate di utilizzo delle prestazioni di lavoro occasionale a tempo determinato. Il nuovo regime specifico prevede, tra l’altro, l’inoltro della Comunicazione Obbligatoria di assunzione al competente Centro per l’impiego.
“L’INPS sta lavorando per adeguare i sistemi informativi alle novità normative, con progressivi aggiornamenti a decorrere dal 1° gennaio 2023 e per completare le modifiche della sezione dedicata alle imprese del turismo entro questo mese” ha annunciato Vincenzo Caridi – Direttore generale dell’INPS.

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Scadenze fiscali di maggio 2022: dalla dichiarazione Iva al 730 precompilato

Rottamazione-ter, dichiarazione Iva annuale, esterometro e 730 precompilato, sono solo alcune delle principali scadenze fiscali di maggio. Come ogni mese si ripresentano i consueti i appuntamenti per i sostituti d’imposta che entro giorno 16 sono tenuti a versare le ritenute sui redditi da lavoro dipendente o su altri reddito o compensi corrisposti nel mese di aprile.

Andando avanti, si arriva all’importante scadenza del 23 maggio, data a partire dalla quale sarà messa a disposizione dei contribuenti la dichiarazione dei redditi precompilata.

Il mese si chiude con il versamento telematico dell’imposta di bollo sulle fatture elettroniche emesse nel primo trimestre 2022.

Quali sono le principali scadenze fiscali di maggio 2022

Come detto in premessa sono numerose le scadenze fiscali in vista nel mese di maggio 2022, fra cui, finalmente, la disponibilità online del 730 precompilato. Ma andiamo con ordine.

Scadenza dichiarazione Iva annuale del 2 maggio

Entro il 2 maggio, deve essere inviata la dichiarazione Iva 2022, operazioni 2021.

A maggio scade anche l’esterometro. In particolare entro il  2 maggio dovrà essere inviato in riferimento alle operazioni del 1° trimestre effettuate con clienti esteri. Si ricorda che dal 1° luglio 2022, l’esterometro sarà abolito. la comunicazione dei dati delle operazioni con l’estero avverrà tramite il Sistema di interscambio (S.d.I). Utilizzando il formato XML della fattura elettronica.

Non c’è obbligo di esterometro:

  • per le cessione di beni e di prestazione di servizi effettuate e ricevute verso e da soggetti non stabiliti nel territorio dello Stato,
  • per le quali è stata emessa una bolletta doganale e quelle per le quali siano state emesse o ricevute fatture elettroniche.

Rottamazione-ter

Entro il 30 aprile dovevano essere pagate le rate 2020 della rottamazione-ter e del saldo e stralcio. Infatti, il D.L. 4/2022, c.d. decreto Sostegni-ter ha previsto una riammissione alle suddette definizioni agevolate per i contribuenti dalle stesse decadute.

Nello specifico entro 30 aprile 2022 dovevano essere pagate le rate in scadenza nell’anno 2020 di “Rottamazione-ter”, “Saldo e stralcio” e “Rottamazione UE”;

Per il pagamento entro questo nuovo termine sono previsti cinque giorni di tolleranza.

Da qui, le rate 2020, potranno essere pagate entro il 9 maggio 2022. E’ alquanto discutibile il modo in cui l’Agente della riscossione calcola i 5 giorni di tolleranza. A volte considera Sabato e Domenica quali giorni utili per il pagamento, altre volte non li fa concorre al calcolo. La non concorrenza sarebbe in linea con le norme sul pagamento delle cartelle.

Versamenti dei sostituti d’imposta

Anche a maggio, precisamente entro lunedì 16, i datori di lavori sono tenuti al versamento delle ritenute Irpef sui redditi di lavoro dipendente e assimilati corrisposti nel mese precedente.

I versamenti sono effettuati in F24 con i seguenti codici tributo:

  • 1001- Ritenute su retribuzioni, pensioni, trasferte, mensilità aggiuntive e relativo conguaglio;
  • 1002 – Ritenute su emolumenti arretrati;
  • 1012 – Ritenute su indennità per cessazione di rapporto di lavoro.

Stessa scadenza per  le ritenute effettuate sui redditi da lavoro autonomo corrisposti nel mese di aprile. Versamenti da effettuare in F24 con il codice tributo 1040. Naturalmente come periodo di competenza andrà indicato aprile, 4/2022. L’obbligo riguarda anche le ritenute alla fonte su provvigioni (per rapporti di commissione, di agenzia, di mediazione e di rappresentanza) corrisposte nel mese precedente.

Anche questo mese, i datori di lavori devono versare all’INPS i contributi previdenziali e assistenziali a loro carico. Nello specifico, il versamento deve essere effettuato entro il giorno 16 del mese successivo a quello di riferimento (periodo di svolgimento della prestazione).

Contributi a fondo perduto commercio al dettaglio

Entro il 24 maggio 2022, deve essere presentata l’istanza per richiedere il contributo a fondo perduto riservato ai commercianti al dettaglio (articolo 2, Dl n. 4/2022).

Le istanze possono essere presentate a decorrere dalle ore 12:00 del 3 maggio 2022 e sino alle ore 12:00 del 24 maggio 2022. Tramite l’apposito portale gestito da Invitalia.

Liquidazioni periodiche Iva

In materia di IVA, entro il 16, i contribuenti mensili sono tenuti a liquidare e a versare l’Iva di aprile (F24 con codice tributo 6004).

A maggio, i contribuenti trimestrali devono  liquidare e a versare l’Iva del 1° trimestre 2022 (F24 con codice tributo 6031). Infatti, i soggetti c.d “trimestrali” eseguono le liquidazioni e i versamenti relativi ai primi tre trimestri entro il giorno 16 del secondo mese successivo al trimestre; la liquidazione relativa al quarto ed ultimo trimestre, va effettuata entro il 16 marzo dell’anno successivo a tale ultimo trimestre.

Indicazioni rinvenibili sul portale dell’agenzia delle entrate.

730 precompilato, dal 23 maggio disponibile online

Il D.L. 4/2022, decreto Sostegni-ter, post conversione in legge, ha rimandato la data a partire dalla quale. la dichiarazione dei redditi precompilata, 730 e modello Redditi, sarà messa a disposizione dei contribuenti.

Nello specifico, la proroga prende spunto dal fatto che le comunicazioni delle opzioni di sconto in fattura e cessione del credito per le spese 2021, possono essere effettuate entro il 29 aprile. Considerato che tali opzioni impattano indirettamente sui dati della precompilata, questa sarà disponibile dal 23 maggio 2022. Rispetto al  termine ordinario del 30 aprile (articolo 1, comma 1, Dlgs 175/2014) (comma 2).

Modelli Intrastat

Entro il 25 maggio devono essere presentati gli elenchi riepilogativi (INTRASTAT) delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi rese nel mese/trimestre precedente nei confronti di soggetti UE.

Ultima chiamata per le Li.Pe. 1° trimestre

Entro fine mese deve essere presentato il modello liquidazione periodica dell’Iva. In tal modo, i contribuenti danno evidenza al Fisco dei dati riepilogativi delle liquidazioni effettuate per ogni mese o trimestre.

Nello specifico, il modello di deve essere presentato esclusivamente per via telematica, direttamente dal contribuente o tramite intermediari abilitati, entro l’ultimo giorno del secondo mese successivo a ogni trimestre.

Duque, entro il 2 maggio (il 30 aprile cade di sabato, la scadenza va a lunedì)) deve essere presentata la Li.Pe. del 1° trimestre 2022.

Bollo sulle fatture elettroniche

Il mese si chiude con il versamento telematico  dell’imposta di bollo sulle fatture elettroniche emesse nel primo trimestre 2022. Attenzione, se l’importo dovuto per il primo trimestre non supera 250 euro, il versamento può essere eseguito entro il 30 settembre.

Ancora, se l’importo dovuto complessivamente per il primo e secondo trimestre non supera 250 euro, il versamento può essere eseguito entro il 30 novembre.

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CONFEDERCONTRIBUENTI, CARO CARBURANTI E FERMO AUTOTRASPORTI: “IL GOVERNO ANNULLI O SOSPENDA SUBITO LE ACCISE. E’ LA SOLUZIONE GIUSTA”

ROMA. Il prezzo del carburante è ormai alle stelle, a causa di accise ed Iva. Oltre alle dinamiche di mercato, in questo momento legate al conflitto in Ucraina, i prezzi sono determinati dalle accise che ogni Paese applica. E l’Italia in Europa si trova sul podio: prima per il diesel e seconda per quanto riguarda la benzina. Ciò rischia di mettere in ginocchio trasporto pubblico locale e le piccole aziende. Si stanno valutando diverse ipotesi per tentare di ridurre i prezzi: i gestori delle pompe di rifornimento chiedono di abbassare l’Iva dal 22 al 5%, mentre le forze di maggioranza propongono di sterilizzare l’Iva sui rincari. Nel corso di tantissimi anni, innumerevoli sono state le “promesse” di ridurre le accise, ma le accise sono tutte rimaste. Vediamo allora cosa sono, quanto costano e come mai negli ultimi novant’anni in Italia il peso fiscale sulla benzina è costantemente cresciuto. Le accise sull’acquisto dei carburanti, in Italia, sono state incrementate nel tempo allo scopo di fronteggiare finanziariamente alcune emergenze, come quelle provocate dagli eventi naturali o dalle guerre. Ma quando sono cadute le ragioni per fare il prelievo, gli incrementi sono rimasti lì, per essere utilizzati per la copertura di altre voci del bilancio pubblico. In totale, sono quasi una ventina le accise sui carburanti, accorpate nel 1995 in un’unica imposta indifferenziata, eliminando così ogni riferimento alle motivazioni originali. Alcuni esempi? La prima accisa, paradossalmente ancora esistente, risale addirittura al 1935 il cui fine era quello di finanziare la guerra di Mussolini  in Abissinia: allora furono 0,1 centesimi, che ne nel 1936 videro aggiungersi 1,9 centesimi per finanziare il conflitto in Etiopia; poi ci sono le accise : di 0,00723 euro per finanziare la crisi di Suez (1956), di 0,00516 euro per la ricostruzione dopo il disastro della diga del Vajont (1963) e di 0,00516 euro per la ricostruzione di Firenze dopo l’alluvione del 1966.
Come se non bastasse da lunedì prossimo, 14 marzo, le aziende di autotrasporto si fermeranno a causa dell’aumento dei costi del carburante, con effetti diretti sulla collettività: la sospensione dei rifornimenti di beni nel settore del commercio porterà a un conseguente impennata dei listini al dettaglio nei negozi e nei supermercati, visto che l’85% delle merce venduta in Italia viaggia su gomma. Nel contempo si assiste  a quello che viene definito un vero e proprio “immobilismo del Governo” ingiustificato e deplorevole, non comprendendo cosa attenda l’esecutivo per azzerare immediatamente l’Iva su benzina e gasolio e ridurre le accise. In merito a tali questioni interviene la Confedercontribuenti che chiede l’immediata cancellazione o almeno la sospensione delle accise, per dare una boccata di ossigeno ai contribuenti, alle imprese e agli autotrasportatori.
A chiederlo a gran voce è il presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, il quale dichiara:  “Il Governo si dimostra assolutamente inadeguato a sostenere i problemi della crisi energetica. L’idea di mantenere le accise così come sono (che hanno una incidenza di oltre un euro e dieci sul costo della benzina) è proprio da irresponsabili, perché tale è il costo che viene sostenuto per ogni litro di benzina, fra Iva e le accise. Ecco perché in questo momento chiediamo con forza che il Governo -(anche per un periodo temporalmente limitato e comunque fino a che la crisi dell’Ucraina continua e fin quando non troviamo alternative a questo sistema che ci vede fortemente condizionati anche nell’acquisto del gas dalla Russia)- di annullare le accise in tal modo da consentire di riallineare il prezzo del carburante ai vecchi costi, così da rimettere in moto la competitività dell’industria, del commercio e dell’artigianato, aiutando gli autotrasportatori, ma anche i contribuenti e le loro famiglie, perché fare ciò consentirebbe fra l’altro di abbassare i prezzi. Ecco perchè chiediamo al Governo di attivasi subito in tal senso, attraverso il ministro Franco e il presidente Draghi. Non è concepibile -conclude il presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro– fare iniziative spot sprecando miliardi di euro, senza trovare la soluzione più logica, che è quella semplicemente di eliminare o sospendere le vecchie accise sui carburanti”. COMUNCATO STAMPA 12.03.2022

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Sospensione contributi inps solo per le zone rosse

L’INPS annulla la circolare emanata il 12 novembre sostituendola con la nuova circolare 129 del 13 novembre 2020 con istruzioni Uniemens.

Sulla sospensione dei contributi previdenziali oggetto di una problematica  sovrapposizione normativa tra Decreto Ristori e Ristori bis  la sera del 12 novembre è stata pubblicata l’attesa circolare 128/2020  . Sabato 13 la novità della cancellazione della circolare  e la sostituzione con la nuova  n. 129 2020.

La novità principale sta  nella eliminazione della sospensione per le aziende con attività  dell’allegato 2 e ubicate nelle regioni arancioni.

Si conferma che sono esclusi dalla sospensione i Premi INAIL.-

Vediamo con ordine tutto il contenuto della circolare in sintesi:

1. SOSPENSIONE DEI VERSAMENTI CONTRIBUTIVI

Sono sospesi i   versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali  in scadenza nel mese di novembre 2020  comprese  le rate in scadenza nello stesso mese relative alle rateazioni dei debiti contributivi in fase amministrativa concesse dall’Inps.  Beneficiari sono :

 

  •  i datori di lavoro privati la cui sede operativa è ubicata nel territorio dello Stato, che svolgono come attività prevalente una di quelle riferite ai codici ATECO riportati nell’Allegato 1 al decreto-legge n. 149/2020,
  •  i datori di lavoro privati la cui unità produttiva od operativa è ubicata nelle c.d. zone rosse, che svolgono come attività prevalente una di quelle riferite ai codici ATECO riportati nell’Allegato 2 al decreto-legge n. 149/2020 in relazione ai dipendenti che operano nelle sedi ubicate nelle zone colpite dall’emergenza . Gli ambiti territoriali  interessati sono i seguenti: Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano. L’eventuale variazione, nel corso del mese di novembre, della collocazione delle Regioni e delle Province autonome, non ha effetti per l’applicazione della sospensione contributiva.

 

MODALITÀ DI SOSPENSIONE

Alle posizioni contributive  delle  aziende  con codici ATECO riportati nell’Allegato 1 e alle aziende la cui unità produttiva od operativa è ubicata nella c.d. zona rossa,con codici ATECO riportati nell’Allegato 2 al verrà attribuito in automatico  il codice di autorizzazione “4X”, che assume il nuovo significato di “Azienda interessata alla sospensione dei contributi a causa dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137 e decreto-legge 9 novembre 2020, n. 149”. Il suddetto codice  potrà essere visualizzato sul Cassetto previdenziale aziende.

Le aziende rientranti nei requisiti che non si vedano assegnato il codice possono farne richiesta tramite i canali in uso.

Inps sottolinea che  i contributi oggetto della sospensione  sono quelli dovuti per la competenza del mese di ottobre 2020. Sono comprese anche le quote di dovute dai lavoratori.

L’inps specifica che non sono interessati dalla sospensione gli importi risultanti da rateizzazioni previste dal decreto Rilancio Decreto Cura Italia , Decreto Agosto e Decreto Liquidità 2020.

COMPILAZIONE UNIEMENS

Per il periodo di paga ottobre 2020, ai fini della compilazione del flusso Uniemens, le aziende di cui si tratta inseriranno nell’elemento, il nuovo codice “N974”, avente il significato di “Sospensione contributiva a causa dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137 e decreto-legge 9 novembre 2020, n. 149.”; . L’importo dei contributi da dichiarare con il codice di sospensione “N974”, non può eccedere l’ammontare dei contributi dovuti al netto delle quote associative.

La sospensione contributiva si applica anche alle quote di TFR da versare al Fondo di Tesoreria.

MODALITÀ DI RECUPERO DEI CONTRIBUTI SOSPESI

I versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali (ivi compresi quelli relativi alla quota a carico dei lavoratori), dovranno essere effettuati in un’unica soluzione entro il 16 marzo 2021, senza applicazione di sanzioni e interessi.

La ripresa dei versamenti potrà avvenire anche mediante rateizzazione, fino ad un massimo di quattro rate mensili di pari importo, senza applicazione di sanzioni e interessi, con il versamento della prima rata entro il 16 marzo 2021.

Il mancato pagamento di due rate, anche non consecutive, determina la decadenza dal beneficio della rateazione”.

L’istituto precisa anche che:

  •  le rate sospese dei piani di ammortamento già emessi, la cui scadenza ricade nel mese di novembre 2020, per i soggetti interessati dalla sospensione, dovranno essere versate, in unica soluzione, entro il 16 marzo 2021 e che
  • in coerenza con l’impianto normativo disciplinante le sospensioni dei versamenti contributivi connessi, da ultimo, all’emergenza epidemiologica da COVID-19, non si fa luogo al rimborso dei contributi previdenziali già versati.
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Verso il rinvio della scadenza del modello 770

Verso la proroga dell’invio del modello 770 del prossimo 2 novembre. «Tutte le verifiche del caso» sono in corso, al ministero dell’Economia, per poter procedere (all’interno di una cornice normativa «adeguata») ad un rinvio del modello 770, quello utilizzato dai sostituti d’imposta per effettuare la dichiarazione dei redditi. Parola del viceministro Antonio Misiani che, prendendo ieri parte al Festival del lavoro, organizzato dai consulenti del lavoro, ha auspicato di poter dare in merito «una risposta a stretto giro» su un punto che, nel quadro degli attuali oneri fiscali, consentirebbe maggiore sollievo a categorie di professionisti «sovraccariche di adempimenti e di lavoro», nel corso degli ultimi mesi; il numero due di via XX settembre, tuttavia, non ha nascosto che vi è «la necessità di costruire nel modo migliore la scelta» di far slittare il modello 770, dunque il dicastero è all’opera per individuare la strada più corretta, mentre è sotto attenzione del governo la chiusura del 2020 con un «calo del Pil molto, molto rilevante», stimato nella Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza «al 9%», e «vedremo come andrà il quarto trimestre» dell’anno, ha proseguito Misiani.

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Decreto Agosto. Pericolo riscossione. Fermatevi.

16 Agosto 2020

Verrà pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale il cosiddetto Decreto Agosto, nuovo provvedimento del Governo con cui si intende dare attuazione a tutta una serie di misure a sostegno di famiglie ed imprese ancora fortemente provate dalla crisi economica che ha duramente colpito il nostro Paese a causa della Pandemia globale da Covid-19.

L’articolo 154 del Decreto, però, così come formulato, rischia di creare una enorme disparità di trattamento tra i contribuenti ed in particolare tra chi è stato dichiarato decaduto dalla rottamazione, che potrà agevolmente tornare in bonis, e chi è stato dichiarato decaduto da una semplice rateizzazione che dovrà, invece, pagare le insolvenze in un’unica soluzione per evitare il pignoramento o, ancor peggio, la dichiarazione di fallimento.

Il Presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, non ci sta, ed ha deciso di segnalare l’incongruenza normativa con una lettera destinata al Vice Ministro dell’economia, Laura Castelli, che di seguito riportiamo integralmente.

“Le scriviamo per sottolineare le nostre profonde preoccupazioni rispetto al decreto “Agosto” dove ci aspettavamo una svolta profonda rispetto alla questione tributaria in merito al rientro del debito verso l’erario da parte delle imprese e dei contribuenti.

Purtroppo, a nostro modo di vedere, è prevalso un ragionamento strettamente contabile senza cogliere le criticitàche il Paese sta vivendo. Pensare che di fronte al calo del PIL del 12%, si possa pensare che al 15 di Ottobre le imprese possano affrontare quella marea di cartelle esattoriali che saranno inviate (oltre 8.000.000 milioni), per essere pagate entro sessanta giorni, diventa davvero impossibile. Tale previsione normativa non aiuterà l’erario alla giusta riscossione, specie per chi decaduto dalle rateizzazioni e dalle rottamazioni, impossibilitato a pagare nelle modalità precedentemente previste, dovrà aspettarsi pignoramenti ed azioni esecutive.

Come Confedercontribuenti vogliamo sottolineare e ringraziarLa sentitamente per la sensibilità mostrata verso queste tematiche verso contribuenti italiani che versano oggi in gravi difficoltà causa Covid e già provati da una situazione finanziaria che prima del virus era già in profonda crisi economica. Ecco perchè oggi contiamo su una Sua decisa presa di posizione, al fine di emendare il decreto stesso in sede di conversione.

In seguito ai numerosi dinieghi di rateazione che l’agenzia dell’entrate riscossione sta inviando in questi ultimi giorni a molti contribuenti per segnalarLe che l’articolo 154 del decreto rilancio così come è scritto crea un’ enorme disparità di trattamento fra i contribuenti stessi:

 chi è decaduto dalla rottamazione può tornare in bonis e chi è decaduto da una semplice rateizzazione deve pagare tutte le rate scadute in unica soluzione per tornare in bonis, impossibile per gran parte degli imprenditori e famiglie che pur volendo pagare le tasse sarebbero costrette a chiudere, non avendo guadagnato nulla da fine febbraio in poi.

Probabilmente al legislatore è sfuggito di integrare la norma ma va posto rimedio alla svelta altrimenti il 15 ottobre ( quando inizieranno nuovamente le azioni di recupero) ci saranno migliaia di contribuenti pignorati o falliti.

Potrebbe essere utile anche una semplice circolare chiarificatrice da inviare all’agenzia delle entrate che al momento sta applicando la norma alla lettera senza concedere rateizzazioni ai decaduti( e già sta inviando le lettere di preavviso ).

 Con la speranza che si possa porre rimedio ad una grave ingiustizia , confidiamo nel suo operato , pronti a ringraziarla pubblicamente per quanto farà .

Certi della sua attenzione e sensibilità”.

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Finocchiaro (pres. Confedercontribuenti): Bene stop pignoramenti e subito pagamenti della P.A. Senza la “forca” dell’ex equitalia.

L’esigenza di far affluire soldi nei canali  delle imprese italiane alle prese con il Coronavirus può mettere nel cassetto l’esame di fedeltà fiscale che gli enti pubblici devono effettuare sui propri fornitori prima di pagare le fatture sopra i 5mila euro. La mossa rappresenta uno degli snodi centrali del decreto, perché si muove a cavallo fra i due principali temi guida delle nuove misure, fisco e sanità. E completa il pacchetto di interventi per alleggerire gli obblighi fiscali di chi è in debito con l’Erario. Tra le sospensioni in arrivo, infatti, si lavora a quella per evitare i pignoramenti presso terzi così da evitare almeno per i prossimi due mesi che la ex Equitalia possa mettere le mani su conti correnti o su quinti degli stipendi. Speriamo di trovare davvero queste norme nel decreto, afferma il Presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro,insieme allo sblocco reale dei crediti e lo stop ai pignoramenti,

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Rinvio scadenze fiscali. Slitta tutto a Settembre

Rinvio dei termini dei versamenti in blocco al 30 settembre per i soggetti a cui si applicano gli indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa). Ires, Iva e Irap con le relative rate andranno, dunque, versate al 30 settembre e non il prossimo primo luglio. È questo l’effetto dell’emendamento riformulato di Giulio Centemero e Raphel Raduzzi, relatori al decreto crescita all’esame della commissione finanze della camera presentato e approvato ieri. L’emendamento riveduto e corretto su iniziativa di tre commercialisti, nonché esponenti del governo gialloverde, Alberto Gusmeroli, Massimo Garavaglia e Massimo Bitonci (tutti e tre della Lega), prevede che per i soggetti che esercitano attività economiche, per le quali sono stati approvati gli indici sintetici di affidabilità fiscale, i termini dei versamenti risultanti dalle dichiarazioni dei redditi, da quelli in materia di imposta regionale sulle attività produttive, nonché dell’imposta di valore aggiunto che scadono dal 30 giugno al 30 settembre 2019, sono prorogati al 30 settembre 2019. La finestra temporale individuata nell’espressione «scadono dal 30 giugno al 30 settembre» lascerebbe intendere che la coperta del rinvio dei termini arrivi a coprire anche chi avrebbe scelto la rateizzazione dell’imposta, riscrivendo lo scadenzario delle rate a partire dal 30/9 ma in tre tempi invece che 5 per non sforare nel 2020 con relativi problemi di gettito. Al palo la vera e propria ossessione del consiglio nazionale dei dottori commercialisti che, raccogliendo le istanze della base, non più tardi di venerdì aveva riscritto a Gusmeroli, Bitonci, Garavaglia un accorato appello per la sostanziale sospensione dell’applicazione degli avversati Isa. Sul punto niente da fare. L’emendamento spunta più tempo sul calendario fiscale. Esprime soddisfazione Massimo Miani presidente dei commercialisti: L’emendamento è un fatto molto positivo, con il quale viene recepita una richiesta più volte avanzata». Nelle scorse settimane, sempre per venire incontro alle richieste dei commercialisti, era stato annunciato un dpcm già firmato dal ministro dell’economia, Giovanni Tria e sul tavolo del presidente del consiglio Giuseppe Conte che recava la proroga dei versamenti al 22 luglio senza sanzioni. Ora alla luce di questo nuovo emendamento, il dpcm ha il valore della carta stracciata superato dalla nuova previsione.

Il decreto crescita, infatti, ha concluso il suo iter con l’approvazione nella serata di ieri in commissione finanze della camera. Ora lo attende una corsa contro il tempo per la conversione in legge, si prospetta infatti una doppia fiducia sia alla camera dei deputati sia al senato. Dalla misura si ipotizza risultino esclusi i soggetti a cui non si applicano gli Isa e coloro i quali hanno optato per il regime forfettario. Questi ultimi, infatti, sebbene abbiano un codice di riferimento Isa nell’esercizio dell’opzione tra i punti previsti c’è anche l’esclusione dell’applicazione degli Isa con la conseguenza che i soggetti Isa dunque dovranno provvedere al versamento delle imposte al primo luglio. «Un rinvio di buon senso» è il commento di una nota dei deputati del M5S della commissione finanze, «la nostra priorità è semplificare il sistema tributario», aggiunge la nota.

Fonte: Italiaoggi.it

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Rottamazione Bis: Confedercontribuenti, mai avuto dubbi che era insostenibile per le imprese. Ora lo conferma Ruffini.

Per la rottamazione bis sono arrivate all’Agenzia delle Entrate circa 950 mila istanze da circa 840mila contribuenti per oltre 4 milioni di cartelle di valore complessivo di circa 14 miliardi di euro. Lo ha riferito alla commissione Finanze della Camera il direttore Entrate Ernesto Maria Ruffini. L’importo da pagare, al netto delle sanzioni e degli interessi, è di «circa 9 miliardi». La maggior parte delle domande (53%) si riferiscono a debiti sotto i 1.000 euro. Circa un quarto dei contribuenti (23%) ha scelto di pagare in un’unica rata. Poco più di un contribuente su 2 (il 56%) di chi ha fatto domanda di definizione agevolata delle cartelle con importi oltre 100mila euro ha poi effettivamente «aderito con un pagamento» alla rottamazione. Nel caso di debiti piccoli risulta invece una più alta adesione: sta pagando l’86% di chi aveva un debito entro i 1.000 euro e tra 1.000 e 1.0000 euro e il 77% di chi è nella fascia tra 10.000 e 50.000 euro. Quanto affermato dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate, conferma che cosi’ come è stata prevista la rottamazione non poteva certamente servire a far pagare le imprese. Il nuovo governo non perda tempo ad affrontare la questione. E’ quanto dichiarato dal Presidente Nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro.

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Fisco, a dieci giorni dalla nomina dell’esecutivo Confedercontribuenti chiede intervento di equità a favore dei contribuenti con disagio economico

Tra i provvedimenti elencati nel contratto di governo si evidenzia la voce “Pace fiscale” che avrebbe lo scopo sia   di   favorire l’estinzione del debito mediante un saldo e stralcio,  che reperire risorse necessarie per le altre misure in contratto.

Risultati immagini per carico fiscaleIn attesa che la manovra venga perfezionata con tutti i dettagli  con un provvedimento ad ok e al fine di garantire equità tra i contribuenti, Carmelo Finocchiaro, il presidente nazionale di Confedercontribuenti,   l’organizzazione che  ha dato in passato l’input di un “patto fiscale” tra contribuenti e Stato, dichiara in merito:  – “In attesa di tale provvedimento è necessario che il nuovo esecutivo ne faccia uno d’urgenza che sposta i termini per la rottamazione dei ruoli previsti a luglio prossimo in modo da garantire a tutti i contribuenti in difficoltà la stessa possibilità”.