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Rinvio scadenze fiscali. Slitta tutto a Settembre

Di
Redazione
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18 Giugno 2019

Rinvio dei termini dei versamenti in blocco al 30 settembre per i soggetti a cui si applicano gli indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa). Ires, Iva e Irap con le relative rate andranno, dunque, versate al 30 settembre e non il prossimo primo luglio. È questo l’effetto dell’emendamento riformulato di Giulio Centemero e Raphel Raduzzi, relatori al decreto crescita all’esame della commissione finanze della camera presentato e approvato ieri. L’emendamento riveduto e corretto su iniziativa di tre commercialisti, nonché esponenti del governo gialloverde, Alberto Gusmeroli, Massimo Garavaglia e Massimo Bitonci (tutti e tre della Lega), prevede che per i soggetti che esercitano attività economiche, per le quali sono stati approvati gli indici sintetici di affidabilità fiscale, i termini dei versamenti risultanti dalle dichiarazioni dei redditi, da quelli in materia di imposta regionale sulle attività produttive, nonché dell’imposta di valore aggiunto che scadono dal 30 giugno al 30 settembre 2019, sono prorogati al 30 settembre 2019. La finestra temporale individuata nell’espressione «scadono dal 30 giugno al 30 settembre» lascerebbe intendere che la coperta del rinvio dei termini arrivi a coprire anche chi avrebbe scelto la rateizzazione dell’imposta, riscrivendo lo scadenzario delle rate a partire dal 30/9 ma in tre tempi invece che 5 per non sforare nel 2020 con relativi problemi di gettito. Al palo la vera e propria ossessione del consiglio nazionale dei dottori commercialisti che, raccogliendo le istanze della base, non più tardi di venerdì aveva riscritto a Gusmeroli, Bitonci, Garavaglia un accorato appello per la sostanziale sospensione dell’applicazione degli avversati Isa. Sul punto niente da fare. L’emendamento spunta più tempo sul calendario fiscale. Esprime soddisfazione Massimo Miani presidente dei commercialisti: L’emendamento è un fatto molto positivo, con il quale viene recepita una richiesta più volte avanzata». Nelle scorse settimane, sempre per venire incontro alle richieste dei commercialisti, era stato annunciato un dpcm già firmato dal ministro dell’economia, Giovanni Tria e sul tavolo del presidente del consiglio Giuseppe Conte che recava la proroga dei versamenti al 22 luglio senza sanzioni. Ora alla luce di questo nuovo emendamento, il dpcm ha il valore della carta stracciata superato dalla nuova previsione.

Il decreto crescita, infatti, ha concluso il suo iter con l’approvazione nella serata di ieri in commissione finanze della camera. Ora lo attende una corsa contro il tempo per la conversione in legge, si prospetta infatti una doppia fiducia sia alla camera dei deputati sia al senato. Dalla misura si ipotizza risultino esclusi i soggetti a cui non si applicano gli Isa e coloro i quali hanno optato per il regime forfettario. Questi ultimi, infatti, sebbene abbiano un codice di riferimento Isa nell’esercizio dell’opzione tra i punti previsti c’è anche l’esclusione dell’applicazione degli Isa con la conseguenza che i soggetti Isa dunque dovranno provvedere al versamento delle imposte al primo luglio. «Un rinvio di buon senso» è il commento di una nota dei deputati del M5S della commissione finanze, «la nostra priorità è semplificare il sistema tributario», aggiunge la nota.

Fonte: Italiaoggi.it