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Il turismo spagnolo tocca la vetta e cerca come non morire di successo

Di
Redazione
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28 Gennaio 2024

La Spa­gna batte tutti i suoi record ed è sulla scia della Fran­cia come lea­der mon­diale, ma affronta la gestione di desti­na­zioni sature e la sfida della soste­ni­bi­lità

CRISTINA GALINDO, · 28 Gen 2024

Una volta supe­rata la pan­de­mia, il turi­smo spa­gnolo sta bat­tendo tutti i record. L’anno scorso ha supe­rato gli 84 milioni di visi­ta­tori, un dato sto­rico che è il 44% in più rispetto al 2012. Il mer­cato rap­pre­senta già il 12,8% del PIL e potrebbe pre­sto spo­stare la Fran­cia come prima potenza mon­diale negli arrivi. Il dibat­tito ora è come non morire di suc­cesso, per­ché il modello porta anche pro­blemi come le desti­na­zioni bal­neari saturi, la pres­sione turi­stica nel cen­tro delle grandi città, gli effetti sull’ambiente e la soste­ni­bi­lità stessa. Il set­tore, riu­ni­tosi que­sta set­ti­mana a Fitur, la più grande fiera del turi­smo al mondo, e l’Ammi­ni­stra­zione sono alla ricerca di for­mule per aumen­tare la qua­lità dei ser­vizi e, con essa, la red­di­ti­vità.
Migliaia di turi­sti si strin­gono davanti alla Sagrada Fami­lia di Bar­cel­lona ogni giorno per scat­tare una foto. A Madrid, lun­ghe code si for­mano al Palazzo Reale, sia in estate che in inverno. Le spiagge del Medi­ter­ra­neo sono nuo­va­mente sature nono­stante le alte tem­pe­ra­ture. In arci­pe­la­ghi come le Isole Baleari e le Cana­rie, la pres­sione è ancora mag­giore. Il turi­smo ha recu­pe­rato rapi­da­mente dalla pan­de­mia. La Spa­gna ha rice­vuto un record di 84 milioni di stra­nieri (più il turi­smo nazio­nale) l’anno scorso, secondo i pro­gressi del governo, e tutto indica che avrebbe potuto spo­stare la Fran­cia come potenza lea­der negli arrivi. Que­sto è anti­ci­pato da uno stu­dio di Cai­xa­Bank Research, che signi­fi­che­rebbe una pie­tra miliare mai rag­giunta. Il Mini­stero del Turi­smo fran­cese stima che al mas­simo 82 milioni di viag­gia­tori hanno visi­tato il paese. Ma lo straor­di­na­rio ritorno dei turi­sti ha fatto rie­mer­gere il mal­con­tento dei cit­ta­dini e ha aperto il dibat­tito sulla soste­ni­bi­lità di un set­tore che rap­pre­senta il 12,8% del PIL spa­gnolo.
Quanti turi­sti sono troppi? Que­sta è la domanda sol­le­vata dalle aziende e dalle ammi­ni­stra­zioni. La rispo­sta non ha, almeno per il momento, un numero rotondo. Né i pro­blemi di satu­ra­zione hanno una solu­zione sin­gola (o sem­plice). “Ci sono luo­ghi in Spa­gna che sono chia­ra­mente saturi, come le Isole Baleari e Tene­rife, per esem­pio, con pro­blemi anche a Beni­dorm o Llo­ret de Mar”, dice Macià Bla­z­quez, pro­fes­sore di ana­lisi geo­gra­fica regio­nale presso l’Uni­ver­sità delle Isole Baleari. Que­ste isole del Medi­ter­ra­neo hanno bat­tuto il loro record di pres­sione umana il 9 ago­sto, con un totale di 2,1 milioni di per­sone sul loro ter­ri­to­rio, rispetto a 1,2 milioni di resi­denti, secondo l’indi­ca­tore pre­pa­rato dall’Isti­tuto di sta­ti­stica delle Baleari. “Quando abbiamo supe­rato la pan­de­mia è stato detto che non dove­vamo rica­dere negli stessi errori di prima, che non pote­vamo tor­nare al sovraf­fol­la­mento, ma il cosid­detto effetto cham­pa­gne, con per­sone più desi­de­rose di viag­giare che mai dopo il coro­na­vi­rus, è stato impo­sto”, afferma Bla­z­quez.
Nuove for­mule
Il set­tore e l’Ammi­ni­stra­zione sono alla ricerca di for­mule per gestire il turi­smo e non morire di suc­cesso, sia per l’effetto sulla qua­lità della vita che sull’ambiente. “La Spa­gna deve scom­met­tere sulla qua­lità, in qual­siasi punto del ter­ri­to­rio e del periodo dell’anno”, difende il Segre­ta­rio di Stato per il Turi­smo, Rosana Morillo. “Ci sono desti­na­zioni di suc­cesso che è neces­sa­rio vedere se devono con­ti­nuare a cre­scere di numero o fare un’ana­lisi appro­fon­dita della capa­cità di carico per garan­tire la soste­ni­bi­lità ambien­tale, eco­no­mica e anche sociale, che la qua­lità della vita dei cit­ta­dini sia rispet­tata”, aggiunge. “E abbiamo anche desti­na­zioni ancora sco­no­sciute, che hanno un grande poten­ziale, e dob­biamo scom­met­tere sull’aumento della quan­tità, ma in modo soste­ni­bile”, con­clude Morillo, che que­sta set­ti­mana si è con­cen­trato sulla grande fiera del turi­smo, Fitur, che ha aperto mer­co­ledì a Madrid e chiude i bat­tenti oggi.
Lun­ghe code si sono for­mate il primo giorno della fiera per acce­dere alla sede, a Ifema (nord-est di Madrid), dove è stato per­ce­pito nell’atmo­sfera che il set­tore è in un momento dolce e red­di­ti­zio. Molti incon­tri di lavoro, pre­sen­ta­zioni, forum… Gli orga­niz­za­tori si aspet­tano che i livelli di par­te­ci­pa­zione siano recu­pe­rati
La Spa­gna è pas­sata da quasi 58 milioni di visi­ta­tori nel 2012 a 84 milioni nel 2023
L’obiet­tivo è con­ti­nuare a spen­dere, anche se arri­vano meno per­sone
L’impren­di­trice Car­men Riu pro­pone un refe­ren­dum sulla cit­ta­di­nanza
Gli alber­ga­tori si assu­mono la respon­sa­bi­lità delle case vacanza
da prima della pan­de­mia, un’aspet­ta­tiva in linea con la fre­ne­tica atti­vità che il turi­smo ha vis­suto negli ultimi due anni.
Dopo lo sto­rico colpo cau­sato dalla pan­de­mia nel 2020 e un 2021 molto com­pli­cato, il set­tore ha intra­preso una rapida ripresa nel 2022 che ha sor­preso il set­tore stesso, soprat­tutto in Spa­gna, ma anche nel resto del mondo. L’Orga­niz­za­zione Mon­diale del Turi­smo pre­vede che la ripresa glo­bale supe­rerà i livelli pre-pan­de­mici nel 2024, dopo aver regi­strato 1.300 milioni di arrivi inter­na­zio­nali a livello glo­bale lo scorso anno, solo il 12% al di sotto del 2019. Un decen­nio fa, erano 1,13 miliardi. In Spa­gna, sono pas­sati da quasi 58 milioni nel 2012 a 84 milioni nel 2023, il 44,8% in più.
Ma c’è un certo con­senso ora che il benes­sere potrebbe non essere l’unica misura del suc­cesso. “For­tu­na­ta­mente, si parla più che la cosa impor­tante non è solo il numero di turi­sti, che era l’indi­ca­tore chiaro fino a pochi anni fa”, sot­to­li­nea José Ser­rano, pro­fes­sore di Turi­smo presso l’Uni­ver­sità euro­pea delle Isole Cana­rie. “Dob­biamo anche misu­rare l’impatto che ha, per­ché non è inno­cuo, e
appro­fit­tate di que­sto set­tore. E farlo con un ren­di­mento più alto in ter­mini di spesa, una ridi­stri­bu­zione dei flussi verso altre aree e una desea­so­na­liz­za­zione, per distri­buire il turi­smo su diversi mesi”, aggiunge.
Fonti di Excel­tur, asso­cia­zione che rag­gruppa grandi aziende del set­tore, il dibat­tito sui limiti del turi­smo è stato pro­mosso in que­sti giorni, anche se sot­to­li­neano anche che il set­tore è stato il grande motore della cre­scita eco­no­mica, dal momento che ha rap­pre­sen­tato il 70% dell’aumento del PIL nel 2023.
Ci sono stati alcuni ten­ta­tivi finora, come il con­tro­verso tetto ai luo­ghi turi­stici impo­sto nelle Isole Baleari nel 2017, che il nuovo governo auto­nomo intende inver­tire. Sem­pre a Bar­cel­lona, nello stesso anno è stata decre­tata una mora­to­ria alber­ghiera (divieto di aprire alber­ghi nel cen­tro) e che ora può essere faci­li­tata. “C’è stata anche una mora­to­ria sulla costru­zione di posti letto turi­stici nelle isole Cana­rie, e que­sto è molto rego­la­men­tato; non può essere costruito senza pia­ni­fi­ca­zione, ma anche i con­trolli sugli appar­ta­menti turi­stici devono essere raf­for­zati”, afferma Ser­rano. “Dob­biamo pen­sare a un’offerta di qua­lità, che non spo­sti la popo­la­zione locale o osta­coli l’accesso alle abi­ta­zioni, per evi­tare casi di rifiuto del turi­smo, per­ché non può valere tutto”, avverte il pro­fes­sore.
L’intro­du­zione delle tasse è stata un’altra delle misure adot­tate da alcune ammi­ni­stra­zioni, come quelle in vigore da alcuni anni nelle Isole Baleari e in Cata­lo­gna. La Comu­nità Valen­ciana ha annun­ciato una tassa per 2024, ma il nuovo governo l’ha annul­lata e non è entrata in vigore. Nel frat­tempo, sem­pre più desti­na­zioni stanno impo­nendo limiti al numero di visi­ta­tori gior­na­lieri, sulle spiagge, sulle strade locali o limiti alla navi­ga­zione delle bar­che vicino alle isole pro­tette.
Un caso ben noto è quello della spiag­gia gali­ziana di Las Cate­dra­les, con­si­de­rata una delle più spet­ta­co­lari della Spa­gna e che è arri­vata a vivere momenti cri­tici con circa 12.000 bagnanti al giorno, fino a quando la Xunta ha sta­bi­lito nel 2015 una capa­cità mas­sima di 5.000 per­sone in alta sta­gione.
Qua­lità dei ser­vizi
Dalle aziende, la prima misura è quella di aumen­tare la qua­lità dei ser­vizi alla ricerca di turi­sti che lasciano più soldi a desti­na­zione. L’obiet­tivo sarebbe quello di man­te­nere la spesa, che l’anno scorso ha rag­giunto il record di 108.000 milioni di euro, anche se arri­vano meno turi­sti.
Il Mini­stero dell’Indu­stria e del Turi­smo difende anche come for­mule, per alle­viare gli effetti del sovraf­fol­la­mento di alcune aree ed evi­tare il rifiuto sociale, pro­muo­vere la desta­gio­na­liz­za­zione delle atti­vità, esten­dendo le sta­gioni e diver­si­fi­cando le desti­na­zioni turi­sti­che, pro­muo­vendo l’entro­terra spa­gnolo di fronte al sole e alla spiag­gia. E cerca di evi­tare che visi­tare un posto in alta sta­gione sia un per­corso ad osta­coli.
La per­ce­zione nega­tiva del turi­smo tra i cit­ta­dini che vivono nelle zone più stres­sate, sia sulla costa che nei cen­tri delle grandi città come Madrid e Bar­cel­lona, è motivo di pre­oc­cu­pa­zione. Non solo per il disa­gio gene­rato dai resi­denti, ma anche per­ché que­sta rispo­sta col­pi­sce i turi­sti, che potreb­bero pre­fe­rire non andare in una desti­na­zione dove ci sono graf­fiti con “turi­sti, torna a casa” per le strade. Il pre­si­dente dell’asso­cia­zione dei datori di lavoro alber­ghieri (CEHAT), Jorge Mari­chal, ha detto in un forum del turi­smo mar­tedì scorso a Madrid che si sente “come un pri­gio­niero” per aver dovuto difen­dere un set­tore “quando in 15 anni non è cre­sciuto nei letti”, men­tre gli affitti per le vacanze sono saliti alle stelle.
Come ascol­tare i resi­denti? L’impren­di­trice maior­china Car­men Riu, CEO del Riu hotel empire, ha lan­ciato que­sta set­ti­mana allo stesso forum, orga­niz­zato da Excel­tur, una nuova pro­po­sta: un refe­ren­dum per chie­dere ai cit­ta­dini quale modello di turi­smo vogliono. “Molte volte ho pen­sato che non siamo corag­giosi, per non avere un refe­ren­dum: vogliamo i turi­sti, non li vogliamo”, ha detto. “C’è un pro­blema che mi pre­oc­cupa e che non so pro­prio come risol­vere: quello della cit­ta­di­nanza.”
In que­sto senso, Turespaña, sotto il Mini­stero dell’Indu­stria e del Turi­smo, ha appena annun­ciato che lan­cerà un’inda­gine sulla per­ce­zione dell’impatto del turi­smo per sco­prire “l’atteg­gia­mento della popo­la­zione resi­dente nei con­fronti del feno­meno turi­stico, sia nella per­ce­zione dell’impatto che ha sul loro luogo di resi­denza, sia sulla loro vita per­so­nale”. I risul­tati saranno noti entro la fine del 2024.
Un’altra opzione è quella di dimi­nuire, secondo Macià Bla­z­quez. In un recente stu­dio, il ricer­ca­tore e altri esperti pro­pon­gono che il dibat­tito sulla decre­scita del turi­smo sia aperto come ” una stra­te­gia per ripo­li­ti­ciz­zare le que­stioni dello svi­luppo del turi­smo in gene­rale, e della sua soste­ni­bi­lità in par­ti­co­lare”, spie­gano nel docu­mento.
Il turi­smo di qua­lità non è sem­pre sino­nimo di alto potere d’acqui­sto. “Il turi­smo di qua­lità dovrebbe dipen­dere dall’occu­pa­zione che genera, che dovrebbe essere di qua­lità, con salari decenti e sta­bi­lità”, afferma l’antro­po­logo José Man­silla, pro­fes­sore presso l’Uni­ver­sità Auto­noma di Bar­cel­lona che da anni stu­dia il rap­porto tra turi­smo e con­flitti nelle città. “Il set­tore non vuole sen­tire par­lare di decre­scita, ma il nostro modello turi­stico si basa molto sul basso costo del lavoro e turi­smo­pho­bia è un’eti­chetta creata per stig­ma­tiz­zare i resi­denti che sem­pli­ce­mente non vogliono il turi­smo di massa”, evi­den­zia l’esperto, che si impe­gna per il turi­smo locale e che tiene conto del costo ambien­tale che ha, in par­ti­co­lare l’aereo.
In Ger­ma­nia, i Verdi hanno per­sino pro­po­sto poco prima della pan­de­mia di limi­tare il numero di voli per pas­seg­gero all’anno a tre, una misura che non è mai arri­vata a buon fine. In Spa­gna, il governo ha appena annun­ciato un inve­sti­mento di 2.400 milioni di euro per espan­dere i ponti, di fronte alle cri­ti­che dei suoi part­ner Sumar, che riten­gono che vada con­tro l’ambiente. L’inve­sti­mento, secondo l’ese­cu­tivo, si con­cen­tra sull’aumento della capa­cità del prin­ci­pale aero­porto spa­gnolo di essere un punto di tran­sito tra Europa e Ame­rica, piut­to­sto che solo per rice­vere turi­sti in Spa­gna.
Tem­po­ra­lità giù
Per quanto riguarda le con­di­zioni di lavoro, l’occu­pa­zione tem­po­ra­nea nel set­tore è pas­sata dal 35% del 2019 all ‘ 8% dello scorso anno gra­zie a con­tratti fissi discon­ti­nui, una ridu­zione supe­riore alla media gene­rale. Ed è stato uno dei motori della cre­scita dell’occu­pa­zione. Excel­tur quan­ti­fica l’aumento sala­riale del 9,8% dal 2019 e del 4,4% tra il 2022 e il 2023.
I sin­da­cati, tut­ta­via, sot­to­li­neano che sia l’allog­gio che l’ospi­ta­lità hanno aumen­tato i cari­chi di lavoro più delle nuove assun­zioni, men­tre i costi sala­riali sono al di sotto della media e gli orari non sono attraenti. Inol­tre, seb­bene sia pro­mossa la desta­gio­na­liz­za­zione, la stra­grande mag­gio­ranza del lavoro si con­cen­tra sull’alta sta­gione, tra Pasqua e set­tem­bre o otto­bre, che genera insta­bi­lità.
L’Austria e la Fin­lan­dia sono due paesi che, secondo l’antro­po­logo José Man­silla, ser­vono come esem­pio di come il turi­smo sia rego­lato eco­no­mi­ca­mente e ambien­tal­mente e, allo stesso tempo, i dipen­denti hanno “un buon livello sala­riale”. “La loro eco­no­mia non dipende tanto dal turi­smo e c’è meno paura di inter­ve­nire”, dice. Dopo Croa­zia, Gre­cia e Por­to­gallo, la Spa­gna è stato il paese dell’UE con il mag­gior con­tri­buto del turi­smo al PIL nel 2022. L’eco­no­mi­sta José Ser­rano con­corda sul fatto che” dob­biamo lavo­rare su potenti alter­na­tive all’indu­stria del turi­smo, per diver­si­fi­care l’eco­no­mia”, ma è anche a favore di “pren­dere cuore” da ciò che è stato rag­giunto nel set­tore del turi­smo.

Tradotto da EL PAIS