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Finocchiaro (pres. Confedercontribuenti): Imprese, nelle mani delle commissioni appaltanti. Nuove norme aberranti. Fuori da qualsiasi civiltà giuridica.

Di
Redazione
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15 Agosto 2020

Imprese a rischio di esclusione nelle procedure di appalto in presenza di accertamenti non definitivi. È quanto prevede il Dl semplificazioni (Dl 76/2020) con un’integrazione alle cause di esclusione dalle gare pubbliche, contenute nell’articolo 80 del codice degli appalti.

La nuova norma (in vigore dal 17 luglio) prevede che un operatore economico possa essere escluso da una gara se la stazione appaltante sia a conoscenza e possa dimostrare che non abbia ottemperato agli obblighi relativi al pagamento delle imposte e tasse o dei contributi previdenziali non definitivamente accertati, qualora tale mancato pagamento costituisca una grave violazione.

Questa previsione non trova applicazione allorché l’impresa abbia pagato o si sia impegnata in modo vincolante a pagare imposte o contributi, compresi eventuali interessi o multe, o quando il debito tributario o previdenziale sia comunque estinto, purché il tutto si sia perfezionato prima della scadenza del termine per le domande.

La norma è di una gravità assoluta, dichiara il Presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, perchè non è  stato valutato che molte contestazioni fiscali sono spesso l’esito di interpretazioni dei funzionari/verificatori che, almeno in un caso su tre (secondo le ultime statistiche sul contenzioso), sono annullate dai giudici. Si rischia così di escludere aziende da gare pubbliche immotivatamente.  Allora il nostro appello al Parlamento è quello di cambiare la norma in sede di conversione del decreto senza se e senza ma.