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Dl agricoltura: bozza, aiuti imprese e commissario granchio blu

Di
Lucia Cutrona
|
6 Maggio 2024

“Le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura che, nell’anno 2023, hanno subito una riduzione del volume d’affari, pari almeno al 20 per cento, rispetto all’anno precedente, previa presentazione di un’autocertificazione, ai sensi dell’articolo 47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, che attesti la suddetta condizione di accesso al beneficio, possono avvalersi della sospensione per dodici mesi del pagamento della parte capitale della rata dei mutui e degli altri finanziamenti a rimborso rateale, anche perfezionati tramite il rilascio di cambiali agrarie, in scadenza nel 2024, stipulati con banche, intermediari finanziari” e “altri soggetti abilitati alla concessione di credito in Italia”. E’ quanto si legge nella bozza del dl agricoltura, visionato dall’AGI, che andrà sul tavolo del Cdm di oggi.
Si tratta di “interventi urgenti per fronteggiare la crisi economica delle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura”. “Possono beneficiare delle misure” le imprese “le cui esposizioni debitorie non siano, alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge, classificate come esposizioni creditizie deteriorate”. La dotazione del Fondo per la sovranità alimentare è incrementata – si legge in un passaggio della bozza – di 10 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2025 e 2026. “Agli oneri derivanti dall’attuazione del periodo precedente, pari a 10 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2025 e 2026, si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni del fondo speciale di parte corrente, ai fini del bilancio triennale 2024-2026, nell’ambito del programma “Fondi di riserva e speciali” della missione “Fondi da ripartire” dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2024, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste”. Le risorse del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura “possono essere destinate nel limite complessivo di 32 milioni di euro ai produttori di grano duro e dell’intera filiera produttiva” nonché “ad imprese e consorzi della pesca e dell’acquacoltura per interventi di conto capitale destinati al sostegno e allo sviluppo della filiera ittica e di contrasto alla crisi economica generata dalla prolificazione del granchio blu.
Per l’anno 2024, “alle imprese attive nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli, nel settore della pesca e dell’acquacoltura, che effettuano l’acquisizione di beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise”, è concesso – si legge nella bozza del dl – “un contributo, sotto forma di credito d’imposta, nei limiti e alle condizioni previsti dalla normativa europea in materia di aiuti di Stato nei settori agricolo, forestale e delle zone rurali e ittico, nel limite massimo di spesa”. Sono agevolabili – si legge ancora – “gli investimenti, effettuati fino al 15 novembre 2014, relativi all’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di nuovi macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio, nonché all’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione ovvero all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti”. Il credito d’imposta è riconosciuto “nel limite di spesa complessivo di 250 milioni di euro per l’anno 2024”. La bozza del dl prevede anche misure urgenti per le produzioni di kiwi, interventi per il rafforzamento del contrasto alle pratiche sleali (“La violazione della normativa in materia di pratiche sleali nei rapporti tra imprese della filiera agricola e alimentare, commessa da un fornitore, titolare di uno spazio di vendita all’interno dei mercati all’ingrosso, costituisce ipotesi di grave inadempimento del rapporto negoziale con il titolare o il gestore del mercato”, si legge in un comma dell’articolo 4 della bozza) e misure urgenti per contrastare la diffusione della peste suina africana e tutelare la salute pubblica. A tal fine un contingente di massimo 177 unità del personale delle Forze armate è dedito a svolgere per un periodo non superiore a dodici mesi a “prevenire e contenere i gravi pericoli per la salute pubblica e far fronte alla complessa situazione epidemiologica in atto derivante dalla diffusione della peste suina africana”. Le relative spese di personale e le spese di funzionamento, nel limite massimo di euro 2.041.667 per l’anno 2024 e di euro 1.458.333 per l’anno 2025, sono a carico del Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto della diffusione della peste suina africana.
Al personale delle Forze armate non appartenente all’Arma dei carabinieri, che agisce nei Gruppi operativi territoriali “sono attribuite le funzioni di agente di pubblica sicurezza e può procedere alla identificazione di persone”.
Il Commissario straordinario o i sub-commissari – si legge ancora nella bozza – possono inoltre richiedere, per il tramite del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, “alle strutture di protezione civile delle regioni territorialmente interessate, l’attivazione delle organizzazioni di volontariato di protezione civile iscritte nei rispettivi elenchi territoriali e disponibili, al fine di supportare le attività di superamento del contesto di urgenza epidemiologica”. Il decreto prevede anche la nomina di Commissario straordinario nazionale per il contenimento e il contrasto del fenomeno della diffusione e della prolificazione della specie granchio blu. Al Commissario straordinario spetta un compenso nella misura massima di 132.700 euro comprensivi degli oneri a carico dell’amministrazione.