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CULTURA. Chiudono teatri, cinema e scuole di ballo.

Di
Redazione
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27 Ottobre 2020

CULTURA. Chiudono teatri, cinema e scuole di ballo.

di Ettore Minniti – responsabile naz. Confedercontribuenti turismo, sport, cultura

E se avesse ragione il maestro Muti?

Il Maestro si è fatto sentire con una dura presa di posizione nei confronti del Premier ConteChiudere le sale da concerto e i teatri è decisione grave. L’impoverimento della mente e dello spirito è pericoloso e nuoce anche alla salute del corpo. Definire, come ho ascoltato da alcuni rappresentanti del governo, come ‘superflua’ l’attività teatrale e musicale è espressione di ignoranza, incultura e mancanza di sensibilità”.

Esponenti e istituzioni del mondo dello spettacolo e della cultura hanno condiviso tali argomentazioni.

Riteniamo gli ultimi due DPCM un lockdowm mimetizzato e per questo non ci ha convinto la replica di Conte all’appello lanciato dal Direttore d’orchestra “È stata una decisione grave e sofferta. La chiusura dei luoghi della cultura è stata una decisione che siamo stati costretti a prendere perché l’obiettivo primario deve essere adesso recuperare il controllo della curva epidemiologica”. Ma ha garantito ristori immediati e misure di sostegno: “Siamo già al lavoro per far riaccendere al più presto microfoni, riflettori, proiettori.

Nel frattempo registriamo che tra le tante, troppe, chiusure ingiustificate, anche quelle delle scuole di danza e di ballo.

In una nota il Presidente di Asso Danza Italia, Miriam Baldassari, ha scritto “A nulla è valso aver adempiuto strenuamente a tutti gli obblighi e le misure. A nulla è valso aver usato tutte le forze possibili per sensibilizzare le autorità sul valore educativo, sociale e morale degli insegnamenti impartiti nelle scuole di danza private italiane. Si, perché di questo si tratta: centri per la formazione coreutica di base, luoghi di sana aggregazione sociale, di educazione al movimento teso al benessere psico-fisico soprattutto delle fasce giovanili, avamposti di formazione artistica e culturale. La nostra lettera accorata e sincera al Presidente On. Giuseppe Conte è rimasta inascoltata. Non siamo noi gli untori”.

Cessare l’attività delle Scuole di Danza vuol dire affamare migliaia di lavoratori, e con essi le loro famiglie. Condividiamo, l’ insegnamento della danza è una professione. Le Scuole di Danza private sono un luogo di lavoro.

Tra i tanti maestri di ballo, raccogliamo lo sfogo di un giovane maestro, che ha investito il suo futuro in questa attività, Salvo Falcone,con grande rammarico, a distanza di otto mesi, ci ritroviamo nuovamente di fronte ad una situazione che ci impone la chiusura delle nostre strutture. Tante difficoltà per le ripartenza, tra affitti, certificazioni, tasse, bollette, protocolli di sicurezza, dispositivi igienici; ma nulla è valso, tutto vano! Speriamo di uscirne presto. Non sappiamo cosa dirvi, come rincuorarvi, come farvi sentire bene. Perché noi, in questo momento, BENE di sicuro non ci stiamo!”.

ConfederContribuenti sosterrà tutte le iniziative che le associazioni di categoria vorranno intraprendere per una giusta battaglia di equità nei confronti di questi lavoratori che hanno già sofferto e pagato un prezzo troppo alto.

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Fonte: Dal Quotidiano dei contribuenti
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