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Confindustria-Medef: impegno per Europa più forte e competitiva

Di
Lucia Cutrona
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4 Giugno 2024

I presidenti del MEDEF (Mouvement des Entreprises de France) e di Confindustria ribadiscono il loro impegno comune per un’Europa più forte e competitiva. Al termine del forum franco-italiano, in una dichiarazione congiunta, hanno spiegato che “il Parlamento europeo che sarà eletto il 9 giugno e le nuove istituzioni europee dovranno prendere decisioni cruciali per l’Unione Europea: le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, la crisi energetica e delle materie prime, l’aumento del divario di ricchezza con gli Stati Uniti e la Cina richiedono azioni forti, senza precedenti e rapide da parte dell’Europa”.
“Il futuro dell’Europa è legato al rilancio dell’industria europea” spiegano aggiungendo che “per superare con successo le sfide globali, l’unica soluzione possibile è concentrarsi sul rinnovamento della competitività europea, essenziale per la prosperità e la stabilità sociale. MEDEF e Confindustria si impegnano a contribuire al processo decisionale europeo con orientamenti e proposte concrete”. Tali proposte vertono su più punti: “Rafforzare la competitività europea attraverso una forte azione di semplificazione Perseguendo l’armonizzazione legislativa e regolamentare, il mercato interno ha favorito le esportazioni delle aziende in tutta Europa. Il modello europeo è diventato uno strumento di potere, ma oggi l’eccesso di regolamentazione indebolisce fortemente le nostre imprese. L’Europa deve adattare le sue politiche favorendo un maggior livello di integrazione, migliorare le politiche nazionali in modo sostanziale e colmare il divario tra le decisioni politiche ad alto livello e la loro attuazione. È urgente stabilire un quadro normativo certo, coerente e prevedibile, potenziando le valutazioni d’impatto e standardizzando i test di competitività per le PMI, snellendo le procedure di autorizzazione dei progetti, attuando correttamente la legislazione europea, evitando la duplicazione e la frammentazione normativa e riducendo la burocrazia a livello europeo e nazionale. In parallelo al Green Deal, una politica industriale europea, che riconosca il ruolo fondamentale della R&I per la doppia transizione e spinga per un sistema di IPR efficace e attrattivo, è un must per tenere il passo con la corsa globale alle tecnologie del futuro. Enrico Letta ha già presentato le sue proposte e Mario Draghi lo farà prossimamente”. Quindi, “rafforzare la competitività europea attraverso uno shock sugli investimenti Un quadro finanziario pluriennale pienamente orientato alla competitività, con maggiori risorse e strumenti di finanziamento adeguati alle esigenze delle imprese, è fondamentale per promuovere la resilienza e la competitività dell’Unione. Nel prossimo QFP alcuni importanti criteri di finanziamento fondamentali come, per la politica di coesione, il focus regionale e il ruolo centrale dei partner socioeconomici, devono essere mantenuti. MEDEF e Confindustria sottolineano la necessità di un approccio europeo ai finanziamenti in grado di mobilitare le risorse pubbliche a livello UE, insieme al capitale privato, al fine di accelerare la strategia industriale dell’UE. Esortano le istituzioni europee a valutare la creazione di un Fondo europeo per la Sovranità a sostegno delle tecnologie strategiche, capace di mobilitare fino a 500 miliardi di euro in investimenti privati. Gli appalti pubblici dovranno sostenere questo obiettivo istituendo un Buy European Act e ponendo le basi per una vera e propria leadership europea. Di fronte agli Stati Uniti e alla Cina, gli acquirenti pubblici dovranno promuovere le tecnologie europee laddove equivalenti in termini di prezzo, qualità e prestazioni. L’ottimizzazione del quadro dei Progetti Importanti di Interesse Comune Europeo (IPCEI) è altresì necessaria, in una logica di snellimento ed accelerazione dei processi, semplificazione della governance e partecipazione inclusiva degli Stati membri e delle imprese, in particolare le PMI. Gli investimenti privati devono inoltre fare affidamento su un’Unione europea dei mercati dei capitali realmente integrata per diversificare le fonti di finanziamento. L’unificazione dei mercati finanziari europei sosterrà il finanziamento delle imprese da parte degli operatori finanziari europei, rafforzando la competitività e l’autonomia strategica”. Al terzo punto, i leader industriali indicano: “Rafforzare la competitività europea attraverso interventi ampi sulle competenze Lo sviluppo dell’industria in Europa garantisce prosperità economica e accesso a posti di lavoro qualificati. Tuttavia, l’industria sta affrontando una significativa carenza di manodopera. L’Europa deve attrarre talenti e garantire le competenze del futuro necessarie per affrontare le transizioni digitali e verdi, ponendo le imprese al posto di guida per lo sviluppo delle competenze e dell’occupazione. Occorre facilitare la mobilità dei lavoratori dell’UE e ridurre le barriere per i lavoratori stranieri, semplificando il riconoscimento delle qualifiche europee e straniere in tutta Europa e orientando l’immigrazione verso l’occupazione e la formazione”. A loro giudizio, occorre poi “aumentare la competitività europea attraverso politiche energetiche e climatiche efficaci Il mercato unico dell’energia deve rappresentare un asset chiave dell’Europa per garantire il proprio successo nel nuovo ordine mondiale. Il mercato europeo dell’elettricità deve integrare efficacemente le fonti a bassa emissione di carbonio, svincolandole dalla volatilità a breve termine e dai mercati del gas. L’accesso diretto alle energie rinnovabili attraverso i PPAs o i contratti CfD può stabilizzare il costo dell’energia per le imprese, aumentando la competitività e promuovendo la decarbonizzazione. Per massimizzare il potenziale del mercato unico, sono necessari massicci investimenti nell’interconnettività e nelle infrastrutture per sfruttare le energie rinnovabili nonché il potenziale di flessibilità delle fonti a bassa emissione di carbonio, garantire energia sicura e a prezzi accessibili e ampliare le scelte di approvvigionamento dell’industria”. L’energia nucleare è “fondamentale per la decarbonizzazione e l’indipendenza energetica. L’Europa deve sostenere attivamente la filiera nucleare, sviluppare massicciamente i piccoli reattori modulari (SMR), armonizzare gli standard, fornire incentivi finanziari come i crediti d’imposta, attuare programmi di formazione paneuropei e rafforzare i partenariati pubblico-privato. Questo è fondamentale per il nostro futuro climatico e industriale. Il nuovo quadro energetico-climatico deve abbracciare il principio di neutralità tecnologica, riconoscendo la diversità e la natura complementare delle soluzioni a basse emissioni di carbonio necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici europei, in una logica di semplificazione del quadro politico e di contrasto ad un’eccessiva frammentazione. È essenziale colmare il divario di competitività tra l’Europa e il resto del mondo legato al costo della CO2. Ciò significa semplificare i requisiti del Border Carbon Adjustment Mechanism (CBAM) e correggere urgentemente le sue attuali carenze (esportazione, ambito di applicazione a valle, rischio di elusione o ridistribuzione delle risorse, ecc.), chiarire il sistema ETS e garantire la piena compensazione dei costi indiretti, nonché attuare misure aggiuntive per garantire una concorrenza equa alle industrie europee”. Infine, viene sottolineata la necessità di “promuovere la competitività dell’industria europea della difesa attraverso una strategia per una più forte resilienza La sfida della difesa e della sicurezza deve essere il principale obiettivo strategico del prossimo decennio. La necessità di sviluppare le nostre capacità industriali per raggiungere l’autonomia in questo settore strategico non è mai stata così urgente. Poiché le tecnologie digitali svolgono un ruolo cruciale nelle moderne strategie di difesa, è fondamentale per l’Europa mantenere e rafforzare l’autonomia strategica nella sicurezza informatica e proteggere i dati sensibili attraverso infrastrutture digitali avanzate. Trascurare le minacce informatiche emergenti e le normative extraterritoriali imposte da altre regioni comprometterebbe questi sforzi. È essenziale progredire verso lo sviluppo di un “mercato comune per l’industria della sicurezza e della difesa” al fine di dotare l’Unione dei mezzi necessari per affrontare le sfide attuali e future. È necessario compiere significativi passi avanti per sfruttare appieno le competenze dell’industria nazionale ed europea in tutti i settori della difesa e della sicurezza, comprese le piattaforme e i sistemi militari terrestri, aerei e navali, nonché i satelliti, lo spazio, i sistemi di sensori e le infrastrutture informatiche. La concorrenza tra i diversi sistemi nazionali per i prodotti, i servizi e gli appalti ostacola la standardizzazione e l’interoperabilità tra i bilanci nazionali della difesa e impedisce il raggiungimento delle economie di scala necessarie per competere a livello globale”.