SOTTOMARINA. Il loro incubo è finito qualche giorno fa, dopo due anni di sonni agitati. Visto che quella casa di 130 metri quadri, luminosa, collocata sul lungo mare di Sottomarina, rischiava di finire all’asta per un debito con la banca di 70 mila euro, debito che non era a rischio di insolvenza.
La vicenda di M.V., 38 anni, dipendente di una azienda pubblica, e di sua moglie G.S, 36 anni, assomiglia a quella di molte altre famiglie in difficoltà con la rata del mutuo.
Ma i due coniugi di Sottomarina, che hanno un figlio di 11 mesi e in affido una bambina bielorussa di 12 anni, sono più che altro “vittime” di un direttore di banca forse troppo intransigente, oltre che di interessi esorbitanti e dei continui passaggi di mano del proprio debito da una istituto di credito all’altro.
Alla fine, grazie all’intervento di Alfredo Belluco, presidente di Confedercontribuenti del Veneto, e di Raffaella Zanellato, responsabile imprese, la coppia ha ottenuto dal Banco di Credito Cooperativo di Piove di Sacco i soldi necessari per chiudere il mutuo.
La coppia di Sottomarina 13 anni fa decide di comprare casa e accende un mutuo con la Banca Commerciale. Dopo due anni il credito passa a Banca Intesa, che dopo un po’ di tempo viene assorbita dalla Ca.Ri.Ge, la Cassa di Risparmio di Genova. Intanto gli interessi aumentano e la rata si fa sempre più alta. Come se non bastasse, a un certo punto la Ca.Ri.Ge. vende i mutui cartolarizzati ( ovvero cede i crediti , incassando così immediatamente la somma prestata, ndr)alla Cassa di Risparmio di Venezia e il debito dei due coniugi di Sottomarina, sempre onorato, finisce nell’agenzia di Codevigo, a una ventina di chilometri da casa.
I guai cominciano quando G.S. è costretta a chiudere la propria attività. «A questo punto», racconta la 36enne di Sottomarina, «abbiamo avuto qualche difficoltà a pagare la rata ma la direttrice, sapendo che abbiamo sempre rispettato gi impegni, ha mostrato molta disponibilità». Improvvisamente, però, la direttrice della Ca.Ri.Ve. ottiene una promozione e se ne va e il nuovo direttore, dopo aver assodato un ritardo di circa 6 rate, affida la pratica al recupero crediti e parte il pignoramento della casa. «È cominciato lì il nostro incubo», racconta la donna. «temevamo di perdere la casa dei nostri sogni per un debito residuo di 70 mila euro. Eravamo disperati».
La coppia, per non vedere messo all’asta l’appartamento, dovrebbe tirare fuori quella cifra tutta sull’unghia, cifra che viene poi scontata a 62 mila euro. «Siamo andati a chiedere aiuto ad almeno cinque banche», spiega G.S., «Ci hanno riso in faccia, anche se mio marito ha uno stipendio dignitoso. Poi fortunatamente abbiamo conosciuto la Confedercontribuenti che ci ha salvato». Belluco e Zanellato scendono in campo e cominciano a individuare la soluzione. Si rivolgono al Credito Cooperativo di Piove di Sacco che, dopo otto mesi di trattative, accorda
il prestito, solvibile in dieci anni. «Come dimostra questa vicenda», dicono i due rappresentanti dell’associazione, «non bisogna mai perdersi d’animo. Con la Confedecontribuenti Veneto abbiamo risolto molte situazioni che parevano disperate”. Il numero verde dell’associazione è: 800 814 603.