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Confedercontribuenti: circolare INAIL e Cura Italia: così il Governo di prepara a mandare gli imprenditori sotto processo.

Di
Redazione
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17 Maggio 2020

L’Italia delle imprese è pronta a ripartire ma è rivolta tra gli imprenditori nostrani che protestano contro la nuova forma di responsabilità scaturente dalla lettura del combinato disposto tra l’art. 42 del Decreto, cosiddetto, “Cura Italia”, ed una circolare INAIL datata 3 Aprile 2020 secondo cui se un lavoratore dipendente viene contagiato da covid-19,la responsabilità civile e penale del fatto ricade sul datore di lavoro. Poco importa, dunque, dove e quando sia avvenuto il contagio, a far scattare tale responsabilità sarà la sola condizione di essere lavoratore dipendente, chiaramente in servizio.

E chi ritiene che per discolpare il datore di lavoro da responsabilità basti la dimostrazione, da parte di questi, di aver rispettato i protocolli imposti alle imprese ed idonei a garantire sicurezza nel posto di lavoro, si sbaglia di grosso.

Fare un passo indietro sul come si sia arrivati ad una tale conclusione ci sembra doveroso.

A legittimare l’esistenza dell’art. 42 nel Decreto Cura Italia l’altissima percentuale di denunce di infortunio pervenute all’INAIL da fine febbraio ad inizio Maggio; denunce che mostrano un’alta percentuale di contagi da Coronavirus nel posto di lavoro si, ma soprattutto nel settore dell’assistenza e della sanità. Ritenere che, in questo caso si possa parlare di infortunio sul lavoro, appare incontrovertibile, stante la diretta esposizione di medici, infermieri ed operatori sanitari chiamati a combattere il virus in prima linea.

Carmelo Finocchiaro, Presidente di Confedercontribuenti, così si esprime sulla questione ” Un pasticcio, quasi una beffa quella che nasce dalla lettura del combinato disposto e che estende la responsabilità civile e penale sui datori di lavoro senza fare alcuna distinzione relativa al settore produttivo di competenza e senza, soprattutto, tener conto del rispetto per i protocollo”

Confedercontribuenti, aggiunge Toti Russo, direttore Generale dell’organizzazione, si impegnerà a battersi con ogni strumento utile affinché la questione venga presto riesaminata a livello normativo e sostanziale al fine di tutelare gli interessi di tutte le parti coinvolte.