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Bce, arriva l’allarme sul credito: «Prestiti, domande ai minimi»

Di
Redazione
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26 Luglio 2023

Le condizioni del credito per famiglie e imprese da parte delle banche nell’area dell’euro hanno continuato a stringersi, nel secondo trimestre dell’anno, ma a una velocità inferiore rispetto al trimestre precedente. Intanto la domanda netta di prestiti delle imprese è fortemente diminuita nel secondo trimestre del 2023 nell’area dell’euro, toccando il livello più basso dal 2003. In forte calo anche la domanda di mutui per l’acquisto di casa da parte delle famiglie, anche se «inferiore al forte calo netto dei due trimestri precedenti». Sono queste le rilevazioni principali del “Bank lending survey” per il secondo trimestre, pubblicato ieri dalla Bce: a conferma del funzionamento, tramite il canale del credito bancario, del meccanismo di trasmissione del restringimento della politica monetaria.

L’indagine condotta presso 158 banche dell’area dell’euro, con nuove domande sull’impatto del rischio climatico, non ha presentato alcuna evidenza riguardo il raggiungimento del “picco” dell’inasprimento monetario. Nel secondo trimestre è emerso solo un rallentamento del restringimento delle condizioni del credito, restringimento che tuttavia continua. L’impatto del rialzo dei tassi richiede tempo per materializzarsi e questo processo è ancora in corso: per gli aumenti dei tassi già effettuati e ancor di più per quelli in arrivo. Oggi è atteso il dato sulla crescita o decrescita del credito che assieme al Bank lending survey contribuiranno alla decisione di politica monetaria del Consiglio direttivo domani: come preannunciato più volte dalla presidente Christine Lagarde, è previsto che la Bce porti il tasso dei depositi al 3,75% domani.

Gli standard di credito delle banche dell’eurozona per prestiti alle imprese e alle famiglie dunque «si sono ulteriormente inaspriti nel secondo trimestre». A incidere sono stati i rischi legati alle prospettive economiche e alle situazioni specifiche delle imprese, e al timore di un aumento delle insolvenze. Tra le motivazioni anche il costo al rialzo della raccolta di fondi delle banche. Nel terzo trimestre del 2023, le banche dell’area euro prevedono un ulteriore inasprimento netto degli standard di credito per i prestiti alle imprese, ma ad un ritmo più lento rispetto al secondo trimestre: a dimostrazione del fatto che il picco non è alle nostre spalle.

In quanto alla domanda netta di prestiti delle imprese, questa è fortemente diminuita nel secondo trimestre del 2023 nell’area dell’euro, toccando il livello (-42 tra aprile e giugno 2023) ai minimi storici dall’inizio dell’indagine, lanciata nel 2003. Questo forte calo della domanda di prestiti delle imprese (dove le risposte delle banche italiane sull’aumento della domanda di credito rispetto al trimestre precedente hanno evidenziato un differenziale netto negativo -73 più elevato rispetto a quello di Germania -32, Francia -33 e Spagna -42) riflette l’impatto dell’aumento dei tassi e l’indebolimento della crescita economica. La diminuzione della domanda è risultata più elevata da parte delle Pmi, mentre il calo per le grandi imprese è rimasto leggermente sopra il crollo durante la crisi finanziaria globale. Anche gli investimenti fissi hanno avuto un forte effetto sulla domanda di prestiti, soprattutto a lungo termine. A frenare la domanda ha contribuito l’attività di fusioni e acquisizioni e il finanziamento interno disponibile legato agli utili. Per il terzo trimestre le banche prevedono un’ulteriore diminuzione netta della domanda di prestiti alle imprese, molto più contenuta rispetto al secondo trimestre.

Le banche hanno riportato una forte diminuzione netta della domanda di prestiti per l’edilizia residenziale, che tuttavia è stata inferiore rispetto alla forte diminuzione netta dei due trimestri precedenti. I tassi di interesse più elevati, l’indebolimento delle prospettive del mercato immobiliare e la bassa fiducia dei consumatori hanno contribuito negativamente alla domanda di prestiti per l’acquisto di case. Nel terzo trimestre, le banche prevedono un’ulteriore diminuzione netta della domanda di prestiti per l’acquisto di abitazioni, anche se nettamente meno pronunciata, e un’ulteriore diminuzione netta della domanda di credito al consumo. La resilienza del mercato del lavoro resta un fattore di sostegno della domanda del credito delle famiglie.

Fonte: Il Sole 24 Ore