Se infatti la Lombardia è la regione che offre ai giovani le condizioni migliori per lavorare e per fare impresa, seguita a ruota da Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige, la ‘maglia nera’, invece, spetta a Molise, Sardegna, Calabria, Sicilia e Basilicata.
Dai dati emerge dunque una “‘Italia a diverse velocità’” che “da un lato favorisce l’attività di 522.086 aziende guidate da under 35, dall’altro è all’origine di un nostro record negativo in Europa”, sottolinea la confederazione, ricordando che nel 2022 “siamo stati il Paese con il più alto numero di giovani tra 25 e 34 anni che non si offrono sul mercato del lavoro: ben 1.568.000, con un tasso di inattività del 25,4%, rispetto al 15% della media europea. La Germania registra il 13,9%, la Spagna il 13,7% e la Francia il 12,7%”.
I giovani – sottolinea Davide Peli, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato – sono il futuro del made in Italy. Ma 1,6 milioni di under 35 fuori dal mercato del lavoro rappresentano un assurdo ‘spreco’, una vera e propria emergenza da affrontare rapidamente. L’Anno Europeo delle Competenze sia l’occasione per cambiare davvero, facendo leva sulla formazione, su un nuovo e intenso rapporto tra scuola e imprese per trasmettere il ‘saper fare’, su misure per sostenere la creazione d’impresa e il passaggio generazionale in azienda”.