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A Catania il primo trapianto di utero: tra sperimentazione e speranza

Di
Redazione
|
27 Agosto 2020

A Catania il primo trapianto di utero: tra sperimentazione e speranza

Di Daiana De Luca (Responsabile Comunicazione Confedercontribuenti)


In un Paese alle prese con un’emergenza sanitaria che non sembra voler arrestare la sua corsa ed il sistema sanitario nazionale messo a dura prova dalla Pandemia da Coronavirus e da ogni ulteriore conseguenza che ha contribuito a gravare sulle sulla già fortemente compromessa sanità pubblica, arriva dalla Sicilia e precisamente da Catania, la notizia di uno straordinario trapianto di utero su una paziente di 29 anni.

Il delicatissimo intervento, primo in Italia nel suo genere, è stato eseguito al centro trapianti del Policlinico di Catania, in collaborazione con l’Azienda ospedaliera Cannizzaro, dall’equipe medica composta dai professori Pierfrancesco e Massimiliano Veroux, Paolo Scollo e Giuseppe Scibilia. L’intervento, realizzato seguendo un protocollo approvato dal Centro nazionale trapianti a giugno del 2018, fa da apripista ad una nuova frontiera per la cura dell’infertilità e dona nuova speranza a tante donne per le quali la ricerca di una gravidanza appariva, ormai, un sogno difficile da raggiungere.

Secondo i criteri stabiliti dal protocollo, le potenziali candidate al trapianto sono donne di età compresa tra i 18 e i 40 anni con anamnesi negativa per patologie oncologiche, assenza di pregresse gravidanze a termine con esito positivo, affette da patologia uterina congenita (sindrome Rokintansky) o acquisita (atonia uterina postpartum). Il caso della giovane paziente catanese affetta da sindrome di Rokitansky, rara patologia congenita a causa della quale la donna era nata priva di utero, è stato reso possibile grazie al grande atto di generosità di una donna di 37 anni, deceduta a causa di un arresto cardiaco improvviso, che aveva espresso in vita il proprio consenso alla donazione.

Il Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, che ha diffuso la notizia, ha affermato che “(questo, ndr) E’ un motivo di grande orgoglio per la sanità di tutto il nostro Paese. La testimonianza stessa di un miracolo umano- prosegue- che restituisce vita grazie al gesto di estrema generosità di una donatrice. Ai medici e a tutti i professionisti impegnati in questa impresa- conclude- i complimenti ed il ringraziamento di tutto il governo regionale e del popolo siciliano”.

Il protocollo sperimentale che ha come obiettivo l’esito positivo di una gravidanza della paziente trapiantata, procederà, una volta stabilizzato il quadro clinico della paziente, con un percorso di  procreazione medicalmente assistita e se la futura ed auspicata gravidanza si concluderà positivamente, si arriverà al parto tramite taglio cesareo. A nascita avvenuta di procederà, infine, alla rimozione chirurgica dell’utero, per evitare che la donna debba rimanere sottoposta ad ulteriori terapie immunosoppressive, necessarie ad evitare il rigetto dell’organo. “Questo primo trapianto di utero – spiega il direttore del Centro nazionale trapianti Massimo Cardillo – arriva al termine di un lungo e complesso percorso partito da Catania e che ha coinvolto l’intera Rete trapiantologica sia nella fase di valutazione e approvazione del protocollo, sia nel reperimento dell’organo. Si tratta di un intervento storico per la trapiantologia italiana e per il servizio sanitario nazionale. Un ringraziamento particolare  – conclude –  oltre che all’equipe catanese, va alla memoria della donatrice, una giovane donna scomparsa improvvisamente  che aveva scelto in vita di voler compiere un gesto di generosità del quale hanno beneficiato ben sei persone”.

Un motivo di grande orgoglio per la sanità siciliana che ancora oggi, come tutto il Meridione, soffre di un gap nei confronti delle regioni del Centro-Nord, sia rispetto all’attività di trapianto, sia con riguardo al numero delle donazioni di organi, di gran lunga inferiori rispetto al Centro-Nord. Noi che siamo convinti da sempre dell’eccellenza dei medici italiani, ma altrettanto certi che la nostra sanità pubblica necessiti di interventi strutturali perentori ed ormai non più procrastinabili, facciamo i nostri migliori auguri a tutti i protagonisti di questa meravigliosa storia tutta italiana.

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Fonte: Dal Quotidiano dei contribuenti
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