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Catania: denunciato lo scandalo delle aste giudiziarie

Di
Redazione
|
26 Novembre 2020

di Antonello Longo

direttore@quotidianocontribuenti.com

Dalle ampie vetrate della sede catanese di Confedercontribuenti la vista spazia sui tetti della città e sul mare luccicante nell’ampio golfo. Ma gli occhi del presidente della Confederazione delle famiglie e delle imprese sono concentratisul voluminoso incartamento pieno di atti e i documenti che contengono le magagne nascoste di una città piena di calore, di luce, di vita, anche in questo tempo di pandemia, però stretta nella morsa dell’affarismo truffaldino e della sopraffazione mafiosa.  

Il presidente Carmelo Finocchiaro da tempo ha acceso la luce, in campo nazionale, su una problematica che riguarda un numero di famiglie e di imprese molto più grande di quanto non si pensi: la vendita all’asta dei beni immobili pignorati ai debitori insolventi senza colpa, vittime della crisi, della perdita del lavoro, dell’impossibilità di riscuotere i propri crediti, anche quando il debitore è una pubblica amministrazione.

I debitori, spossessati dei loro beni, spesso frutto del lavoro, del risparmio, del sacrificio di una vita, li vedono finire nelle mani di speculatori che li acquistano all’incanto per un prezzo vile, irrisorio rispetto ai  valori di mercato e, oltre a danno dello spossessamento, devono subire anche la beffa di vedere restare quasi intatto il debito da cui sono gravati.

Adesso Finocchiaro è pronto ad affrontare i giornalisti nella conferenza stampa indetta per stamattina, per puntare i riflettori su quanto accade a Catania, una delle più grandi e popolose città del Sud, dove il problema della vendite forzose assume la dimensione di una vera e propria piaga sociale.

Di giornalisti, però, ne arrivano ben pochi, perché l’argomento è di quelli che scottano, che non si possono trattare senza il “via libera” di editori e direttori.

Si tratta di denunciare la “cupola” che si è impossessata delle procedure di vendita giudiziaria, alimentata da fior di professionisti, giudici, notai, custodi giudiziari, soggetti senza alcun reddito che agiscono da prestanome.

Negli atti – dice il Presidente di Confedercontribuenti – si riscontrano anomalie incredibili: il prestanome compra, deposita agli atti i titoli richiesti dalla procedura, poi rivende a chi paga con gli stessi titoli depositati in tribunale. Come si fa a non pensare ad azioni di riciclaggio? Chiediamo a chi dicompetenza un accertamento serio su quanto succede. Come mai le tante denunce presentate al tribunale di Catania sono state archiviate malgrado gli accertamenti inequivocabili forniti dalla Guardia di Finanza, mentre  invece il tribunale di Messina sta procedendo in seguito a denunce col medesimo oggetto? Partiamo da Catania  ma indagheremo anche in altre città. Le autorità antiriciclaggio controllino i titoli depositati in tribunale e poi usati per nuovi atti di compravendita”.

Da parte poi delle banche – ha continuato Finocchiaro – andrebbe fatta chiarezza sul mercato dei debiti rivenduti a società di recupero dei crediti deteriorati (NPL), spesso con sedi nei paradisi fiscali, che innescano oscure pratiche lucrative.

Intervengono nella conferenza stampa anche il responsabile antiracket della Confederazione, Alessandro Scuderi, ispettore in quiescenza della squadra mobile, che assicura tutto l’impegno del suo team per andare sempre più fondo nello scoprire e documentare le frodi, e l’Avvocato Vincenzo Drago, rappresentante dell’Associazione per la Difesa delle Famiglie.

Non si discute – afferma l’Avvocato Drago – la legge che impone al debitore di far fronte al pagamento nelle scadenze previste, pena la possibilità per il creditore di chiedere il pignoramento e le successiva vendita giudiziaria.

Ma qui non si tratta del contrasto d’interessi tra privati, regolato dalla legge, bensì di autentiche, conclamate violazioni della stessa legge”.

Il sistema – dice Drago – rimane impunito, giudici, notai, custodi giudiziari e quanti altri non fanno il proprio dovere ma compiono attività di business sulla pelle dei poveri esecutati. La stessa Agenzia delle entrate si comporta in modo vessatorio, insinuandosi nei procedimenti anche quando non potrebbe farlo”.

L’Avvocato Drago ha fornito testimonianze circa casi sconcertanti che si sono verificati, nei quali giudici che erano stati rimossi dai loro incarichi presso le sezioni esecuzione dei tribunali sono poi stati reintegrati e sono state restituite loro le pratiche sospette, che erano state assegnate ad altri giudici. “Chiediamo l’allontanamento di chi non assicura trasparenza e non rispetta la legge, assumendosi responsabilità penali”.

Molto significative, negli interventi svolti da parte di chi era in collegamento, le testimonianze delle Avvocate Lina Arena, che ha evidenziato gli aspetti di incostituzionalità della normativa vigente, una legge che va necessariamente cambiata, e Tiziana Teodosio, che ha messo in evidenza le violazioni patenti della stessa legge. Entrambe le avvocate hanno portato esempi concreti, sconcertanti, di aste aggiudicate a prezzi inferiori al valore catastale degli immobili e poi rivenduti a prezzo di mercato.

Giovanni Mangano, del Coordinamento nazionale di Confedercontribuenti, ha sottolineato le storture di un sistema che favorisce la più ignobile speculazione.

La conferenza si è conclusa con l’esposizione, da parte del presidente Carmelo Finocchiaro delle proposte avanzate da Confedercontribuenti  per rendere trasparenti le procedure ed assicurare aggiudicazioni a prezzi congrui.

Infatti Confedercontribuenti ha in fase di definizione un disegno di legge daportare all’attenzione del Parlamento, che ha come cardine l’estensione alle aste giudiziarie della normativa antimafia in materia di antiriciclaggio e accertamenti fiscali e patrimoniali.

I giudici dell’esecuzione cui vengono affidate le aste non possono essere sempre gli stessi, al contrario vanno sottoposti a rotazione, e lo stesso vale per i custodi giudiziari per i quali si propone che non possano ricevere incarichi per oltre tre aste consecutive nello stesso biennio.

Un punto cardine della nuova normativa invocata da Confedercontribuenti è la digitalizzazione del sistema, con aste da svolgere esclusivamente in via telematica, sorteggiando, non prima delle 48 ore precedenti lo svolgimento dell’asta, il tribunale cui affidare la gestione della procedura esecutiva.

Le situazioni ricorrenti di condizionamento ambientale devono essere neutralizzate disponendo, per legge, che il tribunale dell’esecuzione non si trovi nella regione ove opera il debitore esecutato.

Le aste dovranno essere presiedute da personale della Polizia giudiziaria o dalla Guardia di finanza, non più dai magistrati delle sezioni esecuzione, cui vanno lasciate soltanto le funzioni propedeutiche allo svolgimento dell’asta.

Vanno sciolti tutti gli “istituti” che si occupano di aste giudiziarie alimentando un inquietante “giro d’affari”attorno alle esecuzioni immobiliari.

Per la trasparenza delle procedure devono essere resi pubblici i nominativi di tutti coloro che partecipano ad aste giudiziarie, eliminando ogni possibilità di avvalersi di procuratori e consulenti.

Necessario è poi contenere i ribassi entro un tetto massimo del 10%, determinando la base d’asta in contraddittorio fra CTU e CTP quando si tratti di una prima casa o di beni strumentali indispensabili per lo svolgimento di attività aziendali.

Va istituito il divieto di mettere all’asta beni pignorati su istanza delle società che acquistano debiti deteriorati (NPL) da banche e finanziarie, qualora queste non abbiano proceduto ad effettuare per almeno tre volte il tentativo di cartolarizzazione con il debitore incolpevole, sulla base della somma di acquisto del credito deteriorato aumentato del 5%..

Proposte chiare e concrete, da affidare alla politica perché avvii seriamente un processo di riforma, nell’interesse dei deboli contro la forza di affaristi e speculatori.